Prologo

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Emily's P.O.V

La vita al liceo era bella, mi piaceva tanto. Ero una semplice ragazza londinese... ma non cadiamo nei cliché. Lo ero davvero. Non sapevo ancora cosa volevo dalla vita o chi volessi essere, ma in quegli anni vivevo spensierata godendomi la giovinezza senza pensare a ciò che sarebbe accaduto dopo: le responsabilità, il lavoro, l'amore... non me ne preoccupavo. Ero una semplice ragazza londinese che faceva cose normali. Amavo la mia vita e mi piace ricordarla, se non come perfetta, almeno come completa.

A diciassette anni Dylan Aaron Smith era tutto il mio mondo: si era trasferito alla Wimbledon High School all'ultimo anno per via di una borsa di studio data dalla sua bravura nel lacrosse, la nostra scuola aveva una delle squadre migliori in quello sport e gli avrebbe dato una maggiore possibilità di accedere ad una buona università. Dylan aveva una reputazione che lo precedeva: tipico ragazzo popolare, bello e dannato, con sguardo alla James Dean e ottimi voti. Quando aveva tempo aiutava chi ne aveva bisogno con ripetizioni, specialmente in matematica e spagnolo, materie in cui se la cavava piuttosto bene. Faceva una buona impressione, sapeva farci con le persone e aveva un carattere che faceva in modo che si adeguasse tranquillamente a chi e cosa aveva intorno. Era poi il tipico ragazzo che amava le situazioni pericolose, tipo scalare una montagna, andare in bici con una ruota sola o scavalcare il muro di una zona privata per prendere un pallone. Non gli importava più di tanto del giudizio delle persone, faceva quello che faceva perché era semplicemente fatto così.

Oltre ad essere rappresentante dell'orchestra, facevo anche parte delle cheerleader. Eravamo ragazze molto unite e sostenevamo molto le varie squadre di sport della scuola: lacrosse, rugby, baseball, basket... c'era questa specie di credenza a scuola che voleva che ogni ragazzo che faceva lacrosse dovesse avere la ragazza cheerleader. A me "capitò" Dylan. Era la vita da liceale che sognavo, quella che vedevo nei film e che invidiavo. Avevo buoni voti, ragazzi che mi corteggiavano e venivo invitata alle feste. Insomma, tutto perfetto.

Era la sera del ballo di Natale quando ci mettemmo insieme

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Era la sera del ballo di Natale quando ci mettemmo insieme. Dylan mi aveva chiesto di andarci con lui e lo trovavo carino, così accettai. Ero una delle organizzatrici e passai tutta la giornata in giro per la scuola a dare ordini a chi c'era per aiutare a dare una mano con in mano una lista di cose da fare. C'era un gran da fare: sedie da spostare, addobbi da mettere e la playlist di canzoni da decidere. La mia migliore amica Alisha era in ritardo come sempre e io mi sentivo sopraffatta da tutte queste cose. Le persone contavano su di me, e io non sapevo che fare, come gestire e risolvere la situazione. Come se non bastasse, persi anche la lista con le cose da spuntare. Erano davvero parecchie e non me le sarei mai ricordate tutte! Cercai di chiamare Alisha, ma risultava irraggiungibile. Ali non era una cheerleader come me, ma durante le partite spesso si trovava ad affiancare i cronisti sportivi commentando la partita. Eravamo molto diverse, eppure ci volevamo bene. Lei è sempre stata un po' pazza. Dopotutto, era la mia migliore amica anche per questo.

 Dopotutto, era la mia migliore amica anche per questo

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Lei Era L'unica||B.W.S. [1°Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora