Capitolo 7 - Paura

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Il pomeriggio del giorno dopo venni convocata da X per un nuovo allenamento. Il campo era vuoto. X era stato chiaro: l'allenamento previsto per me era differente da quello degli altri dominatori,quindi era necessario che mi allenassi da sola. Non c'erano attrezzature; vi era solo X che rivolgeva il suo sguardo alla foresta. Per la prima volta quella boscaglia destò in me una certa curiosità. Chissà come doveva essere? Ritornando alla realtà capii quello che mi aspettava per questo la paura si insediò in me. Quando mi trovai di fianco ad X gli sentii dire:

-”È il momento.”

-”Sarà difficile?” chiesi timorosa.

-”Non ti voglio mentire per questo ti dico che sarà difficile solo all'inizio. È una ricerca che devi fare dentro di te e non sempre è bello guardarsi dentro. Sentirai e diventerai ogni elemento che dominerai. La forza che sormonterà dentro di te deve essere controllata e non il contrario, ma alla fine sarà facile perchè diventerà come respirare: sarà una cosa che arriverà a farti vivere.”

-”Ho paura.” dissi finalmente. Quelle due parole riuscivano ad esprimere tutto quello che stavo provando sia in quel momento,sia da quel giorno in cui mi era stato rivelato tutto, tutto quello che ero diventata.

-”La paura è uno di quei sentimenti che ci fa sentire umani,ancora una volta! Non siamo solo creature evolute; eravamo e rimaniamo qualcosa d'altro sotto questa corazza. Usa la paura a tuo vantaggio,usala per ricordare tutto quello che sei stata e per migliorare la persona che sei adesso! Non scacciare le tue debolezze affrontale,combattile,sconfiggile e se non ci riesci andate avanti insieme per la vostra strada, ma non farti mai mettere i piedi in testa da esse. Certe volte arrendersi,pur in parte, è sintomo di coraggio perchè ammetti i tuoi limiti ma non ti tiri indietro alle conseguenze che ti aspettano.”

Abbassai lo sguardo. Non riuscivo a non pensare al fallimento che presto avrei subito. Non vedevo vie d'uscita, sapevo solo che non sarei riuscita a combinare niente con le capacità che avevo,pensavo che l'unica mia velleità in quel momento fosse quella di scappare dai problemi che mi affliggevano,mettendoli solo da parte. Ma nonostante le negatività incombessero su di me,ricordai tutte quelle volte che mi ero guardata dentro e avevo affrontato i miei demoni a testa alta. Grandi o piccoli che fossero lo avevo fatto perchè era ciò che si doveva fare;lo avevo fatto con la convinzione che presto o tardi tutto sarebbe andato bene per me ed era quello che mi aveva sempre spinto ad andare avanti.

-”Allora facciamolo.” esclamai motivata.

-”L'acqua è il primo elemento. Devi concentrarti su di esso. Sentire l'acqua scorrere in ogni vena del tuo corpo. Dovrai coordinarla e muoverla a tuo piacimento. Deve uscire dalle tue mani come se fosse ancora nel letto del fiume. Non devi sentire altro che la forza dell'acqua che si scatena dentro di te. Ora ti chiedo di provarci,non avere aspettative per il momento,lascia che accada.”

Mi concentrai sull'acqua. Sul movimento del mare che si scaglia contro gli scogli,sul corso del fiume,sul moto frenetico di un torrente, sulle gocce che bucano la superficie liquida dell'acqua che aderisce alle pareti di un bicchiere di vetro. Sentii il sangue di tutte le vene del mio corpo mischiarsi al liquido trasparente. In quel momento mi concentrai sulle vene delle braccia e incentrai l'acqua in quel punto, sentii le pareti della pelle delle mie dita diventare permeabili e lasciare campo libero a piccole goccioline d'acqua. Riuscivo a trattenerle lì, perchè non ero ancora pronta a lasciarle libere al loro triste destino. Ma mi era impossibile andare avanti quindi mollai la presa e lo vidi.

<< Il lago era in suo possesso. Ondate di acqua dolce si scagliavano contro i dominatori del team di salvataggio. Intonava grida disperate e i suoi occhi neri inondavano con la loro intensità ogni cosa,con la stessa forza di una catastrofe. A dimostrazione del suo potere sollevò un muro d'acqua. Quando quest'ultimo si dissolse i dominatori poterono avanzare,ma ormai lui era scomparso.>>

Mi ritrovai a terra. Respiravo a malapena. Tutti i miei sensi erano inutili in quel momento,l'unica cosa che potevo percepire era l'adrenalina che sentivo indirettamente. L'avevano trovato,ma non erano riusciti a salvarlo,salvarlo da se stesso.

Sentivo una voce ovattata insediarsi nei miei timpani; una figura offuscata dalla mia stessa vista, temporaneamente fuori uso,si accovacciò davanti a me. Solo dopo alcuni minuti si distinse. Era X che invocava il mio nome.

-”Sophia!”continuava con insistenza.

-”Ti sento...ti sento.”

-”Cosa è successo?” mi domandò.

-”L'hanno trovato.”

-”Cosa?”

-”Hanno trovato il secondo prescelto,o meglio,lo avevano trovato...è scappato.”

-”Non me l'hanno detto.”

-”Penso che sia successo proprio ora; non lo so...sono così confusa quando si tratta di lui.”

-”In che senso?”

-”Non so chi sia,non so quale sia il suo nome,non so niente di lui ma sento che...che è tutto meno che un estraneo per me,non so...vorrei solo che arrivasse qui sano e salvo.”

-”Ci arriverà,te lo prometto.”

Mi stampò un bacio sulla fronte,cercando di calmarmi. Non sapeva,però,che ero immune alle sue rassicurazioni.

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