Capitolo 2- Certe cose non cambiano

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Sono seduta nella machina di mia madre, sul sedile del passeggero affianco al guidatore, nessuna delle due ha voglia di parlare, sento la tensione e la rabbia di mia madre, che serra le mani sul volante, come se volesse staccarlo.
Infilo la mano nella tasca dei pantaloni per prendere un fazzoletto, e mentre sfilo la mano dalla tasca sento l'accendino cadere, cazzo, resto ferma come se non lo avessi sentito cadere, mia madre si volta a guardarmi, i suoi occhi sono lucidi, lei si rigira "Raccoglilo!" Ordina, mi chino e lo raccolgo, al posto di rimetterlo in tasca ,lo poggio sopra il cruscotto dell'auto, continuo a guardare avanti, sento mia madre che tira in sospiro, come se avesse un'enorme macigno sopra il petto.

Silenzio...

Si sente solo il rombo dell'auto che sfreccia tra le strade, per arrivare il più presto a casa.

Decido di rompere il ghiaccio, cerco di sibilare qualche scusa ma lei sembra ignorarmi.
Vedo il garage di casa mia alluminato delle luci dei fanali.
Apre il garage, porta l'auto all'interno, e spegne il motore.
Lei resta ferma, non si sgancia neppure la cintura, cerco di aprire la porta della macchina, ma lei mi blocca, stringendomi il polso il più forte che può.
"Ahia!" urlo
"Guardami Amanda! Guardami dritta negli occhi e dimmi perché! Perché! Non ne posso più! Odio queste situazioni!" Chino la testa e continuo a sopportare il dolore che infliggono le sue parole " Amanda sai che dalla morte di tuo padre le cose non sono più state le stesse! Posso comprendere che ti lasciassi andare i primi mesi dalla sua scomparsa! ma sono passati quattro lunghi anni e tu per l'ennesima volta mi dirai che è colpa della morte??
E l'unica cosa che mi dirai in seguito è un semplice SCUSA farfugliato!"
Mi sento il cuore a pezzi, sento come il respiro affannoso "No Amanda! Questa volta ti dovrai rendere conto che ciò che fai non è più per la morte di papà, ma è perché ci hai preso gusto nel ridorti in una merda!" La sento farfugliare qualche frase come "cos'ho fatto di male io per meritarmi questo..."
Lei ormai ha lasciato la presa, apro la porta e per timore che lei mi ribocchi così tengo la mano vicino il collo, chiudo la porta e vado dentro casa, lascio la borsa sull'appendi abiti e poggio le scarpe sul porta scarpe e corro in camera mia.

SBAM!

Chiudo il più violento possibile la porta di camera mia e mi chiudo a chiave, metto il pigiama e vado a dormire, non voglio che nessuno mi disturbi.

It's Red [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora