"Cosí come siete."

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Le valigie sono ai nostri piedi,stiamo per uscire dall'hotel. Fuori non c'è ancora nessuno,la nostra posizione è un incognita,ma siamo stati avvisati che all'areoporto ci sarà il mondo. Fotografi,paparazzi e le nostre Army. Ho paura. Dovremo attraversare quella fiumana e sopravvivere alle domande.

"Non parlate con nessuno,parlo soprattutto agli interessati,andate avanti,faccia da poker." Il coordinatore marcia ancora sulle parole,si deve divertire il bastardo. Gli altri ragazzi sono dei cenci,l'unico che si è fatto sentire è stato Jimin,peró immagino sia per il poco tempo che abbiamo avuto. Le paure si saranno avverate,la nostra coppia sta mandando in rovina anni e anni di fatiche,sudore e sangue. "Mi dispiace",vorrei urlare in faccia ad ognuno,la colpa non è completamente nostra,ma sarebbe solamente inutile. Potrei anche accettare l'idea di sparire dal gruppo o dall'intero mondo.

"Bene,Hoseok con Yoongi. Taehyung con Jimin e il resto nell'ultimo pullman." Il mio ragazzo non mi guarda da quando siamo usciti dalla stanza. Ha la maschera nera e gli occhiali,se non fosse per la postura delle spalle direi che è tranquillo, semplicemente un J-hope che non si è fatto la barba e la vuole coprire.

"Andiamo" Una manina mi trascina via,allontanandomi da Hoseok.
Usciti dall'hotel mi godo una boccata d'aria,abbiamo un ora prima di giungere in aeroporto. L'obbiettivo e non farsi travolgere dalle emozioni,tantomeno dal panico. Contro ogni prerogativa ho deciso di non indossare né maschere né occhiali. Mostreró la mia vera faccia,come sono fatto realmente,cercando di trattenere tutte le mie emozioni. Quindi piangere nel tragitto non è contemplato.
Ho la voglia crescente di lanciare sguardi di sfida a tutti i paparazzi,ma sarebbe solo una vittoria per loro. Anzi,lo è già. L'agenzia sta facendo ricerche,ma il telefono è andato,siamo in un altro paese e non sappiamo bene come questi hackeraggi avvengano. Giunti in corea,faranno tutti i controlli del caso. Sperare che lo scovino è quasi stupido.
Jimin mi trascina nel pullman,si sistema e mi guarda preoccupato. Li faccio un ok,col pollice e guardo fuori dal finestrino spalmandomi sul sedile. La merda non è ancora iniziata. Partiamo e quando siamo sull'autostrada,il sonno viene a cercarmi e io non rifiuto il suo richiamo. Appoggio la testa sul sedile,lasciando che mi catturi nel mondo dei sogni.

Il portellone viene spalancato e mi ritrovo l'aria di febbraio sparata sul viso. Raggelo,mentre Jimin non smette di scuotermi.

"So-sono sveglio" I rumori dei flash e delle macchine fotografiche ci raggiungono. Raccolgo cuffie,i resti del telefono e la mia voglia di vivere. Perchè non mi hanno svegliato prima,almeno mi sarei preparato. Mi stropiccio la faccia,per scacciare la stanchezza e guardo il branco di fotografi la fuori. Non scherzavano quanto hanno detto che ci sarebbe stato il mondo. Fuori dalla macchina una folla si sta accanendo verso di noi,puntandoci macchine fotografiche e cellulari contro. Le guardie cercano di fare il possibile spingendoli via,ma i loro sforzi risultano inutili. Metto il primo piede fuori ed esco,addentrandomi in quella giungla.

"Taehyung oppa"

Taehyung a destra e sinistra,capisco solo poche cose di ció che mi viene urlato o semplicemente chiesto. Alcune fan Giapponesi masticano il coreano e provano a chiedermi come stia di sfuggita,giusto in tempo,prima che le guardie le allontanino. Forse è un bene che non comprenda le altre parole,perchè non sembrano amichevoli. Avanziamo e i giornalisti tentano di acchiapparmi con i loro microfoni,li ignoro e vado avanti. Tanto non capisco cosa mi stanno dicendo.
Hobi starà sicuramente facendo la sua faccia di ghiaccio sotto al suo riparo,di maschere e occhiali. Io preferisco metterci la faccia,con zero espressioni. Il vero casino non è fuori,ma dentro. Ci stanno schiacciando ed inizio ad andare in ansia,ci sono troppe persone e ho paura di perdere le guardie. Sarebbe un bel casino essere sopraffatti dalle seasang. Il respiro comincia a mancarmi quando qualcuno mi tocca la spalla e la stringe teneramente. Volto lo sguardo e trovo Nam. Sorride come sempre e china il capo. Come fa? È stupido? Oppure è semplicemente un grande attore. Finalmente,le porte dell'aeroporto si avvicinano e entriamo. Potrei pensare di essermi liberato del grosso,invece all'entrata del gate,ci aspettano altri fotografi. La mano sicura di Nam mi abbandona,lasciandomi di nuovo nella disperazione. Si sottopone ai controlli aeroportuali sotto gli occhi curiosi di tutti,tirando fuori il passaporto,me ne stavo dimenticando.

"Il passaporto perfavore?" Domanda la signorina all'entrata. Le porgo il documento,lo osserva attentamente e mi lascia passare. Solitamente saluto tutti,peró questa è una situazione diversa. Non so che fare. Do uno sguardo dietro di me,chino il capo e scappo dietro le porte.

Cosí avviene anche a Seoul. Anzi è peggio. Le parole che volano sono piú cattive,dirette.

"Da quanto siete gay?" Un uomo mi punta un registratore davanti al muso,lo scanso con naturalezza verso il prossimo.

"Fate schifo"

"Vi amiamo cosí come siete" Un mondo sembra rigurgitarci addosso i propri pensieri. Chi ci ama,chi ci odia. Sarebbe bello avere un mondo tutto rose e fiori,dove ognuno puó amare chi vuole. Invece siamo nel 2019 e guidiamo ancora le carrozze con i cavalli.

"Cosa vuole fare la bighit? Vi escluderà dal gruppo?" Alzo gli occhi al cielo,sporcando la mia faccia da poker. Le domande sono stupide e affilate al tempo stesso,la gente si diverte a girare il coltello nella piaga. Tiro su un braccio per coprirmi dai flash e finalmente vedo il furgoncino nero.

"Avanti" Una guardia mi deve trascinare via. L'aria torna a mancarmi e i dieci passi per arrivare alla metà si fanno angoscianti. Vorrei urlare a tutti di fare spazio,ma non posso. Non solo peggiorerei la mia situazione,ma potrei offendere le poche persone pronte a sostenerci. Quindi fare un bel respiro profondo è l'unica soluzione. Dopo un lungo sforzo,prendo la borsa e la lancio all'interno del pulmino,mi aggrappo al bracciolo e sprofondo nella dura pelle del sedile. Fin quando il portellone è aperto,fisso il poggiatesta del conducente. Osservo la pelle color beige e i pochi capelli dell'autista che riesco a scorgere. Suga mi sfila davanti,andandosi ad accomodare nel sedile accanto al mio. Le probabilità che Hoseok decidesse di farsi vivo erano pari a 0.01%. Quel ragazzo ha il patentino per scappare. Finalmente il portone viene chiuso e posso tirare un sospiro di sollievo. Il finestrino oscurato terrá a bada i due mondi.

"Ci vorrà molto,prima che si scordino di questa cosa" Brontola Yoongi,tirando via cappello e maschera. Ha ragione.

"Giá" Non capisco se pure lui sia arrabbiato con noi,oppure no. Lo guardo incrociare le braccia al petto e appoggiare la testa al finestrino,pronto ad uno dei suoi pisolini. Lo lascio in pace,non ho parole da usare, né il coraggio di disturbarlo. Il telefono torna a vibrare per l'ennesima volta,nonostante tutto continua a funzionare,devo fare i complimenti alla casa produttrice. Lo recupero e come potevo pensare la scritta Papà continua ad illuminarsi fra le crepe. Mi dispiace ma non sono ancora pronto. Lo spengo del tutto,sopravviverò ad un viaggio senza musica,i pensieri che affollano la mia testa sono piú che sufficienti.

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