"Comportati da uomo"

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Stiamo aspettando che Jungkook torni dal cazziatone con i manager e i coordinatori. Nel frattempo abbiamo deciso di riscaldare i muscoli,giusto per far passare i minuti. Al momento siamo per terra ad allungare le gambe. Davanti a me ho Suga - preferirebbe rotolare piuttosto che fare ginnastica-Jin e Namjoon. Gli altri,Jimin e Taehyung,stanno saltellando in fondo alla sala.

"Jhope,vieni un attimo" Sbuca il nostro manager e mi richiama.

"Torno fra poco" Lascio gli altri e vado. Tanto sanno come fare un banale riscaldamento.

"Vieni,hai visite?" Il cuore smette improvvisamente di pompare il sangue e decide di saltarmi in gola.

"Visite e da chi?"

"Tuo padre" I piedi decidono di fermarsi. È realmente venuto quà? Nessuno mi ha avvisato,nè mia madre nè mia sorella,anche se c'è da aspettarselo,visto che non abita piú con loro. Il manager mi guarda stranito e riprendo a camminare. Perchè c'è questa paura da bambino di tredici dentro di me? Forse perchè so che ogni sua parola mi distruggerà,so che appena lo vedrò la mia anima non avrà pace. Quando lo vedrò,cadrò a pezzi.
Saliamo negli uffici e proseguiamo lungo i corridoi e sbuchiamo in una stanza,ritrovando l'uomo che mi ha cresciuto,in piedi,davanti a me con un espressione fredda come il ghiaccio. Il manager saluta entrambi e se ne va.

"S-siediti" Nella stanza c'è un tavolo con quattro sedie,io ne sposto una sentendomi il suo sguardo puntato addosso. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.

"Non mi hai nemmeno salutato,dove sono le buone maniere" Purtroppo devo dargli ragione,ma la paura mi strozza le parole in bocca.

"Scusami" Si mette a sedere. Io mi metto nella sedia accanto.

"Dove ho sbagliato con te? Ti ho dato la migliore delle educazioni. Ho dato ragione a tua madre quando mi ha detto di lasciarti ballare,ma questo non riesco a sopportarlo. Non voglio un figlio omosessuale." Ovviamente,la mia immaginazione si era ingannata con false immagini di lui,contento che mi parla,invece la realtà dei fatti non è cosí.

"Mi dispiace" Unisco le mani sotto al tavolo, stringendole. Non è questa la mentalità che devo usare,ma non riesco a sentirmi colpevole. Sto portando dispiacere a una delle persone piú importanti della mia vita,colui che con i suoi sacrifici mi ha portato fino a qui.

"È il minimo,Hoseok. Dovresti piú che dispiacerti. Spero che l'agenzia abbia iniziato a farti curare. Ne va di te e del gruppo." Pronuncia le parole mentre poggia i pugni stretti sul tavolo.
Malattia,per tutti gli stronzi è sempre una malattia. Perchè mio padre doveva essere proprio uno di quegli stronzi.

"Non è cosí c-che funzio-"

"Fate ancora quelle cose? Lo vedi ancora?" Combatto internamente,fra la voglia di mentire e la paura di trattenere la verità. Comincio a ticchettare col piede,mentre sento già le lacrime formarsi negli occhi,facendo tornare il magone. Questi ultimi giorni sono stati il presupposto della mia rinascita,della mia fuga dai pensieri negativi,invece oggi sta per arrivarmi uno schiaffo in pieno viso.

"Si,facciamo ancora quelle cose" Sussurro,assumendo la solita posizione da cane bastonato,ricurvo e dolorante. Lui si volta di scatto,come se avessi confessato il peggiore dei mali.

"Com'è possibile? Sai anche tu che è contro natura. È sbagliato Hoseok,puoi sfruttare questa opportunità per guarire." Le sue parole sono carboni ardenti. Lo degno del mio sguardo,ma non lo vedo veramente. Le lacrime mi offuscano la vista,pronte a cadere.

"Invece lo è. Padre,queste cose accadono." La mia voce traballa tremendamente,il magone che mi sta chiudendo la gola parla per me.

"La natura commette degli errori e l'uomo puó correggerli" Sbuffo.

Turn Off The Camera [Vhope] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora