3. Two ghost - Harry Styles

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Ansia, affanno, agitazione, tormento, pena, trepidazione, angoscia, irrequietudine. Lo so che queste parole sono per la maggior parte sinonimi, ma non importa, provavo un senso di attesa moltiplicato per diecimila persone, cinquecento esami diversi, un milione di farfalle che svolazzano nello stomaco e mi creano un tornado interiore, ma ero anche felice. Il turbine, oltre che agitarmi, aveva anche spazzato lontano le nuvole grigie, che oscuravano le mie giornate e portato un timido sole tiepido primaverile, che riusciva a scaldarmi e rilassarmi le labbra in un sorriso.

Mi sudavano le mani, non riuscivo a stare fermo con le gambe, sentivo un peso di ansia in corpo, ma anche un senso di estrema leggerezza, finalmente.

Il viaggio in macchina durò quindici minuti effettivi di orologio, ma un eternità emotivamente.

Quando la macchina si fermò nel posteggio per la sosta, persi un battito.

Ero di nuovo vicino a Sofia e questa volta non me la sarei fatta scappare, non di nuovo, non così facilmente come la prima volta. Avrei lottato, fino a esaurire le mie forze.

Slacciai la cintura, scesi dalla macchina, con i miei amici che mi osservavano in secondo piano dalla vettura, tifando silenziosamente per me, ma lasciandomi solo a sfruttare la mia preziosa opportunità.

Suonai il campanello della grande casa che mi stava davanti, alla quale mi aveva condotto Louis.

Sperai che la destinazione fosse giusta e non fosse stata solamente la seconda enorme delusione, che non sarei riuscito a sopportare.

La porta si aprì lentamente, mi sporsi verso lo spiraglio e la rividi.

Sofia era proprio davanti a me, in piedi, bellissima come la prima volta che la vidi, forse di più.

Non sapevo di avere i muscoli tesissimi, finché non li sentii rilassarsi, insieme al sorriso che si distese nel mio viso, i miei occhi che divennero lucidi per la felicità.

<<Ehi>> le dissi semplicemente.

<<Ehi, avevo paura fosse la polizia per la musica e gli schiamazzi troppo alti>> sorrideva per lo scampato pericolo, ma non sembrava felice. Avevo sbagliato ad andare da lei? Aveva ragione Liam a dire che ero stato solamente l'avventura di una sera e che Sofia non voleva più niente da me?

Il mio cuore già iniziava a restringersi in una terribile e stretta morsa di disperazione e frustrazione.

<<Con te ho passato dei bei momenti e non sono riuscito a dimenticarti, volevo rivederti. Volevo una seconda possibilità, se anche tu la vuoi>>

Mi guardava immobile, tenendo ancora stretto tra le mani il lucido pomello della porta d'entrata, o, nel mio caso, di uscita e ritorno alla depressione.

Sofia era attonita, sbalordita, ammollita e immobile.

Non sapevo cosa pensare. Era chiaro che non mi voleva, che avevo commesso un errore e che a lei non importava veramente di me. Sono stato un ingenuo, ho creato un qualcosa che esisteva solamente nella mia fantasia, mi sono illuso.

Avevo il cuore tra le fauci di una serpe velenosa, le mie speranze nella morsa di un lupo selvaggio e rabbioso, la mia gioia spenta.

Eravamo lì, in piedi, uno davanti all'altro, le stesse labbra rosse, gli stessi occhi azzurri, la stessa camicia bianca, una coppia di tatuaggi in più da parte di entrambi, ma lei non era più lei e io non ero più io, non eravamo chi eravamo soliti essere. Non eravamo più spontanei, sereni, spensierati, innamorati; lei almeno non lo era più, io ero appena stato ustionato.

Rimanemmo lì, in piedi, uno davanti all'altro, ammutoliti come non ci fossimo mai conosciuti, come fossimo stati semplicemente due stranieri, quando ero sicuro che avevamo provato entrambi una scarica di elettricità, che ha attraversato tutto il nostro corpo quella sera.

Aveva un gusto così dolce, sembrava così reale, sembrava qualcosa che ero solito provare, ma non potevo più toccare quello che vedevo. Ero a un venti centimetri di distanza dal traguardo, tutto quello di cui avevo bisogno , ma non potevo raggiungere il mio obiettivo.

Avevo un tatuaggio sulla scapola destra, diceva: "Siamo solo due fantasmi in piedi al posto mio e tuo, che nuotano in un bicchiere mezzo vuoto".

L'avevo tatuato tre giorni prima, pensando a quello che provavo per la mancanza di Sofia.

Il bicchiere è mezzo pieno di speranza di ritrovare l'amore e mezzo vuoto di paura di averlo perso per sempre.

I fantasmi sono le figure incorporee di un altro mondo che rappresentano me e Sofia, due entità invisibili, vicine e lontano allo stesso tempo.

Mi sentivo esattamente così: uno spirito, che annega in un bicchiere di speranza, ma lo stesso bicchiere è mezzo vuoto, perciò annega nei suoi stessi sentimenti, senza via di fuga.

Rimanemmo lì, in piedi, uno davanti all'altro, cercando di ricordare come si sente avere un battito cardiaco, perché era come se il mio cuore non sapesse più come funziona.

Mentre la luna ballava sul suo bel lato del viso, finalmente parlò: <<Vorrei una seconda possibilità, ma è complicato.>>

Ho cercato il tuo nome || Harry Styles - One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora