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Mentre cammino per i corridoi della scuola affiancata da Ander e Alex, noto una cosa strana.
Mi giro verso i miei amici e porgo loro una domanda.

《Perché quell'aula è  gremita di ragazze?》
《O stanno facendo una svendita di stracci da mettersi addosso come vestiti per andare in discoteca oppure c'è qualche bel figo》risponde Alex.
《Ragazze quella non è la classe di economia?》

Mi giro verso Ander e lo guardo con gli occhi che escono fuori dalle orbite.

《Non mi dire che tuo fratello è già arrivato》
《So solo che aveva un incontro col preside e poi lezione di economia con te》
《Merda》

Da quel poco che conosco Francisco si starà mettendo in mostra. Con tutta la poca volontà di entrare in aula, mi dirigo verso il mio solito banco in fondo ma, come da una settimana, Mr Tutor mi ferma e mi fa mettere in primo banco.

《Quindi è lei la poveretta, anzi fortunata, che dovrai seguire?》dice Marcela, la ragazza che odio di più al mondo.

《Senti ciccia, ho un nome.》
《Stai zitta che sei solo una gatta morta che per poter abbordare un ragazzo usi la scusa dello studio》
《Qui la zoccola tra le due sei tu che non tieni mai la bocca chiusa perché ti ci fai entrare qualsiasi cosa》

Mi guarda con disprezzo.

《Poverina, non sai neanche com'è fatto un uccello o forse sì》si mette a ridere.
《Sì che lo sai stronza. Sei così brava a recitare che hai mandato...》
《Zitta Marcela, chiudi quella dannata fogna che ti ritrovi! Non hai il diritto di parlare dei cazzi miei a persone che non centrano niente!》
《Non riguarda solo te zoccoletta》
《Fanculo》

Esco dalla classe in lacrime.
Sento delle voci che mi chiamano ma io corro in bagno e mi ci chiudo.
Mi siedo sul gabinetto, accurandomi di chiuderlo per evitare di finirci dentro e una volta fatto sfogo tutto le mie emozioni.

Io e Marcela ci conosciamo dalla seconda superiore. Non siamo diventate subito amiche perché lei aveva la sua compagnia ed io la mia. Per caso abbiamo iniziato a parlare durante un lavoro di gruppo per storia. Abbiamo legato e durante i weekend uscivamo spesso. Alex non era entusiasta di questa mia amicizia perché non considerava Marcela affidabile. Durante una di quelle uscite ho conosciuto lui. Bello, occhi verdi, fisico da urlo e un carattere molto simile al mio, quando ero ancora me stessa. Solo che quella maledetta sera mi ha distrutto.

Marcela mi odia perché, per colpa mia, lui non è più con lei ogni giorno.

Ma la questione è che non è colpa mia ma di lui.

A interrompere i miei pensieri è il bussare alla porta del bagno.
Riconosco subito la voce di Francisco.

《Alba cos'è successo in classe? Cosa intendeva quella lì?》
《Niente che ti riguardi. Adesso lasciami sola》
《Esci da questo maledetto cesso!》

Non avendo le forze per litigare, apro la porta e mi dirigo dal lavandino per sciacquarmi il viso.
Ho gli occhi tutti arrossati e il mascara sbavato.

《Alba come stai?》
《Sto una favola, fresca come una rosa》
《Non mi prendere per il culo》
《Lasciami stare》

Senza neanche accorgermene mi si avvicina, mettendosi dietro di me dal lavandino. Mi prende per le spalle e mi fa girare così da essere occhi negli occhi.

《Sto imparando a conoscerti occhi azzurri e so che nascondi qualcosa. Un qualcosa che credo sia meglio dimenticare perché vedo che stai vivendo una vita non tua. Sei sempre chiusa in te stessa, parli solo con Alex e Ander》
《Tu non puoi capire》singhiozzo.
《Se non mi spieghi non potrò mai capire》
《Non ce la faccio, fa troppo male》

Francisco mi asciuga una lacrima sulla guancia con la sua mano e poco dopo mi stringe in un abbraccio.
Appoggio il mio viso sul suo petto e verso tutte le lacrime che ho in corpo, potrei riempirci un mare.

Sento le braccia di Francisco che mi avvolgono dolci, che mi trasmettono calore e mi fanno sentire di nuovo quella complicità dell'altro pomeriggio.
È una sensazione molto strana, che mi fa battere il cuore più veloce.

Mentre cerco di regolarizzare il respiro sul suo petto, lui inizia a farmi delle dolci carezze sulla testa.
Nel contempo sento il buon profumo che emanano i suoi vestiti, una fragranza fresca diversa da quelle comuni usate dagli uomini.

Dopo non so quanto tempo, sciolgo l'abbraccio.

《Oddio scusa ti ho sporcato la maglietta di nero》
Lui la guarda.
《Stai tranquilla è una macchietta, non si nota 》
《Cosa dici! È grossa quanta la mia faccia》lo rimprovero.
《Ora vieni qua che cerco di pulirtela》
Apro l'acqua sul caldo e nel frattempo Francisco si toglie la maglietta, io mi giro e divento rossa in un attimo.
Ha un fisico curato, addominali scolpiti come si possono già intravedere quando è vestito.

《Ma ti sei incantata?》
Lo guardo spaesata non capendo.
《Mi stai fissando il petto, sveglia occhi azzurri》e ridacchia.

Prendo la maglia e metto la parte sporca sotto l'acqua tiepida con un poco di sapone. Quando la macchia va via, la metto sotto l'asciugamani ad aria e dopo cinque minuti è tornata come nuova.

《Ecco fatto》
《Grazie, non dovevi》
《Grazie a te Fra》
《Fra?》
《Si, quando non fai lo stronzo mi piace chiamarti Fra. Comunque grazie per prima》
《Figurati occhi azzurri. Sappi che se vuoi parlare ci sono》

Guardo l'ora.

《Direi che economia l'abbiamo persa》
《Già recupereremo questo pomeriggio, ora devo scappare per delle commissioni per i miei genitori. Ciao Alba》
《A dopo》

Lo guardo allontanarsi però prima di uscire dal bagno si gira verso di me e mi dà un bacio sulla guancia, poi va via.

Penso di essere diventata rossa come un peperone dall'imbarazzo.
Le sue labbra sulla mia pelle hanno acceso un fuoco che sembra che abbia le caldane, Dio!

Francisco Gomez mi farai impazzire!



ALL'ALBA SORGERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora