"Le Regole Del Gioco" Parte. 1

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Il comportamento di Erri Stails non mi stava piacendo affatto.

La mia testa era piena di interrogativi... E se non avesse avuto il preservativo?

Non era questo però il problema principale, dovevo cercare di capire come uscire da quella brutta situazione.

Le bambole che Stails teneva nella sua stanza rosa erano davvero inquietanti, una di loro mi ricordava una bambola che avevo da bambina alla quale avevo attaccato un cazzetto finto per divertirmi (non giudicatemi, da bambina ero davvero malata)

La stanza era piccola, ma piena di oggetti strani, le my little pony prima citate invadevano la stanza, insieme a qualche copia cinese delle Bratz.

"Ma chi cazzo te lo ha fatto fare di trovare lavoro come giornalista" pensai, mentre il membro di Stails cominciava a farsi duro nei suoi orribili pantaloni.

Purtroppo i miei interrogativi non rispondevano alla domanda del perché di quella lista.

Quelle regole erano così strane, e poi, dargli da mangiare? Che era? Il mio cagnolino?

Unica cosa certa, quella notte Stails mi avrebbe voluto ribaldare come un copripiumone.

Io, Hopita Gerarda, avrei finalmente perso la verginità con un ricco finanziere di carta igienica, il sogno della vita!

(Di certo non gli avrei chiesto di comprare la carta igienica quando sarebbe dovuto andare a fare la spesa ahahah)

Ma comunque... Nella mia testa analizzai tanti fattori e tutti portavano ad un unica conclusione: scopare con Stails non sarebbe stato così male.

Il mio flusso di coscienza fu interrotto dal suo parlare.

"Quindi? Che ne pensi Hopy?"

Hopy? MA LI MORTACCI DI TUA ZIA GERTRUDE HOPY.

"Sono Hopita" lo corressi "Per tutti Hope"

"Che ne pensi Hope"

"È allettante"

"Vuoi il latte? Aspetta che lo vado a prendere in cucina"

"No" feci un piccolo sorriso (in realtà nella mia testa gridavo quanto fosse coglione) "intendevo è allettante come offerta"

"Quindi cosa fai? Accetti le regole?"

Il mio cervello entro subito in crisi, non facevo una scelta così dura da quando da bambina mia madre mi fece scegliere tra Nutella e pizza.

"Ci sto" sussurra impaurita

"Sei sicura?"

"Lo sono" tuonai, anche se le mie mutandine si erano appena riempite di merda. (si, m'ero cagata sotto)

"Perfetto, continuiamo con le regole.

"... SESTA REGOLA: QUANDO SI FA SESSO DEVI LECCARE IL TUO PADRONE, SETTIMA REGOLA: GRIDARE QUANTO PIÙ PUOI... "

Okay, lo ammetto, dopo aver sentito quelle regole me ne pentii un pochino, ma ormai il dado era tratto, io e Stails eravamo destinati a copulate, ad unire le nostre ehm... Anime.

Firmai quello stupido contratto.

Era come firmare il patto del diavolo, solo che, nel mio caso, si scopava.

Finalmente non sarei stata piùa verginella di turno, mi sarei riscattata, il mio passato da sfigata se ne sarebbe andato per sempre, mi sarei sposata con Stails e avrei creato una famiglia con lui.

Tutto sembrava perfetto nella mia testa, ogni cosa era al suo posto.

Io, Hopita, avrei riscattato il mio status.

Tutto ad un tratto Stails cominciò a denudarsi.

Ero imbarazzata, l'unico cazzo che avevo visto era quello di mio zio Albert di ottantasette anni.

Enri si spogliava con una delicatezza che non avevo mai visto, prima la giacca, poi la camicia e infine il braccialetto rosa con i cuoricini.

Ero dannatamente bagnata.

Dannata acqua che mi era caduta nella borsa!

"Al basso pensaci tu" disse Stails rompendo quel silenzio imbarazzante

Mi inginocchiai ai suoi piedi, ero inerme, di fronte al suo irrefrenabile sex-appeal.

Tolsi il bottone dei pantaloni, poi portai giù la zip.

Indossava un tanga tigrato, uno di quelli che vedi solo nei porno.

Abbassai le mutande e la mia faccia fu schiaffeggiata dal suo membro.

Non era così che me lo immaginavo.

Cinquanta Sfumature di Hope (IN CORSO) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora