"Ce l'ho dura....l'autostima" pt.1

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Mancavano quindici minuti alla fine delle lezioni.
Quindici minuti interminabili.

Soltanto qualche minuto e sarei uscita con Stails, l'eccitazione era a mille.

Finalmente suonò.

Driiin Driiin

Ormai la mia vita era fatta di campane.

Mi diressi verso l'uscita, e con le braccia conserte cominciai ad attenderlo.

Lo vidi tra la folla, i suoi capelli color merda si distinguevano tra tutti.

«Hopita!» sentii chiamare il mio nome a voce alta, faceva strano.

Ecchecazzo! Pensai

«Sono qui» gridai.

Mi afferrò per mano e mi portò con lui.

«C'ho il motorino» disse sorridendo «Facciamo più veloce»

«Simpatico eh?»

«Ce l'ho dura.... l'autostima»

Malizioso, il tipo.

«Ancora valido l'invito per il milkshake?»

MA CHE CAZZO!? MI HAI INVITATO PROPRIO PER QUELLO.

«Ehm... Sì?»

Noncurante dell'amnesia da ragazzo disturbato di Stails decisi di montare a cavallo del suo motorino e di andare da Jack's, il tizio dei milkshake.

Una volta arrivati, ci sedemmo sui tavolini e cominciammo a parlare del più e del meno.

«É così...» decisi che a proferire parola per prima dovevo essere io, ero stufa dei discorsi maschilisti che Stails mi aveva riservato durante l'interminabile tragitto «...hai deciso di trasferirti nella mia scuola?»

Notai subito che a fare le domande ovvie non era soltanto lui, ma anche io, che demenza.

«Sì, dopo la scuola ho intenzione di intraprendere l'imprenditoria e di seguire le orme di mio padre»

Oh, il ragazzo era interessante. Uau!

«Tu?» chiese sorseggiando rumorosamente il suo milkshake color merda, da abbinare ai capelli.

Avrei voluto rispondere con qualcosa tipo "Imprenditrice digitale come Chiara Ferragni, ma d'altronde la risposta sarebbe risultata troppo scontata e piatta. Decisi di rispondere con sincerità.

«Voglio fare la giornalista, l'ho sempre sognato, chissà, magari un giorno potresti chiamarmi signorina Smith...»

O Stails, pensai nella mia subdola testolina.

«Sarebbe figo! E tu Mr. Stails, suona bene, no?»

Faceva cagare, ma decisi comunque di annuire.

«E quindi tra te e Destiny non c'è nulla?»

«Nulla di che» rispose con tono secco «Abbiamo solo fatto una sveltina durante la ricreazione»

CHE PORCO BASTARDO DI MERDA, pensai.

«Ah, wow! Anch'io passo il tempo libero sui pali degli strip club»

«Abbiamo entrambi una vita movimentata, allora...»

«...e dei gusti singolari» continuai io.

Peccato che la verità era che ero una stupida verginella alla ricerca del cazzo perduto e continuavo a illudere Stails con le mie finte esperienze sessuali, che bel modo di approcciare un ragazzo durante il primo appuntamento!

«Domani ho una partita, se ti va, puoi venire a vedermi»

«Perché no?» risposi balbettando come una ritardata.

«Perfetto. Alle tre e mezza al campo della scuola. Saranno presenti tutti, è la partita di inizio anno, mi giocherò tutto, anche il mio futuro ad Arward»

Stavo parlando con il più figo della scuola, e mi aveva invitata alla partita della scuola. Non mi ero mai sentita così popolare.

Tutto d'un tratto non mi sentivo più sfigata ed asociale, ma determinata è aperta (in tutti i sensi)

«Sarà un piacere per me»

«Allora conto sulla tua presenza, Gerarda»

«Mi chiamo Hopita»

«Ah Giusto! Scusami, i nomi delle ragazze per me sono come le tabelline , non le ricordo mai»

Ignorai l'avvedutezza pratica del ragazzo e continuai a parlare della mia vita, dei miei hobby, del mio futuro, di Destiny e Summer, della foresta rossa e dell'ultima volta che avevo fatto la ceretta.

«Si è fatto tardi adesso» disse guardando l'orologio da polso che valeva più della mia casa «Ho un'importante allentamento, il coach non accetta giustificazioni»

«Vai tranquillo»

Andammo in direzione del suo motorino, salì per primo e mentre stavo per farlo io, partì di corsa.

Mi aveva lasciata sola.

E io che pensavo che mi avesse salutato metaforicamente, lo stronzo mi aveva piantato in asso!

In quel momento pensai che la mia vita continuava a essere una merda e che il membro di Stails sarebbe stato soltanto un lontano ricordo per la mia patata.

Cose che succedono, no?

Quanti ragazzi si comportano così!

Fui costretta ad andare a piedi, schivando il traffico cittadino. Durante la strada pensai alla conversazione, al fatto che finalmente avessi legato con una persona che non fosse né Destiny ne Summer.

Ero felice, come non lo ero stata mai.

Forse quella era la mia occasione, la mia rivincita, il mio riscatto, la mia scalata sociale.

Avrei dato un fottuto senso alla mia vita schifosa.

Peccato che certe illusioni é meglio non farsele.

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Cinquanta Sfumature di Hope (IN CORSO) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora