»capitolo tredici.

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chapter thirtheen| oh fuck.
words- 662

onestamente, immaginavo che qualcuno avesse sentito la... ehm... conversazione che io e Will avevamo fatto il giorno prima.

si, ma tutti tranne che...
«quindi... avete fatto pace, eh?» chiese Mike.
«Dèi, Mike, non sono affari tuoi» risposi ridendo. lanciai un'occhiata a Will, che dormiva sul sedile al mio fianco. strinsi di più la sua mano e misi la testa sulla sua spalla. mi sentivo in pace, in quel momento, nonostante le circostanze allarmanti.

«ti ama» disse Mike, d'un tratto serio.
«lo so. e anche io lo amo.»

«sai, prima che arrivassi tu... io e lui abbiamo discusso. ero convinto che Will fosse gay. e lui... beh, non lo è. io penso che sia solo questione di età. sai, ti abbiamo raccontato che è rimasto bloccato nel sottosopra. mentre lo cercavamo, mentre cercavamo di mandare via il Mind Flayer, noi siamo andati avanti. siamo cresciuti, mentre lui no. è anche il più piccolo del gruppo. credo che gli mancassero le partite a D&D, le nostre figure di merda a scuola, le discussioni sui vari film e libri... insomma, abbiamo tutti una ragazza, e questo gli ha ostacolato la via per continuare con questo stereotipo di vita. poi sei arrivata tu, e lui ha capito. non faceva che parlare di te. "oh, Talia è così carina!" "e ora come faccio a conquistarla?" e robe così.» ridacchiò.

risi. «beh, ha senso. il fatto del Sottosopra, intendo.»

«ragazzi, sapete che il mio posto preferito in assoluto è l'italia?» sospirai assaporando l'aria Siracusana, un posto siciliano davvero bello.

«già, è bella.» rispose Max.

«niente in confronto a te.» sussurrò Will facendomi rabbrividire.
«smettila» lo fermai ridendo.

«è qui.» fermai tutti mettendo un braccio di lato, come a segnalare che non potevano fare un altro passo.

eravamo proprio sull'orlo del ponte che collegava siracusa ad ortigia.
astuto, pensai. c'erano molti turisti, motivo per cui avrei perso tempo a cercarlo.
in più questo posto è fondato su credenziali greche. la Fonte Aretusa, le rovine del Tempio di Apollo, la fontana della dea Diana... c'era aura greca ovunque, in modo che il mio sesto senso –che oltretutto avevo acquistato da poco– mi depistasse.

continuammo a camminare fino a quando ci scontrammo con un grosso uomo che indossava un giubbotto da aviatore.
il che mi ricordò terribilmente Nico, e che dovevo chiamarlo al più presto se volevo continuare a vivere.
«hey ragazzini, dove credete di andare?»

«mi scusi, qualche problema?» chiese Joyce.
«si, signora. è proprietà privata.» ribattè l'uomo. bingo. Luke era là dentro.

«scherzi? è la fontana di Aretusa, è un monumento storico.»
l'uomo scosse lentamente la testa, facendomi perdere la pazienza. «ascolti, palla da basket vivente» dissi, riferendomi alla lucida pelata che rifletteva la luce del sole «ora lei ci fa passare, oppure le faccio passare io una spada per la spina dorsale e la faccio rimanere in carrozzina come i bambini al parco giochi.»

l'uomo si avvicinò, arrivando alla mia altezza. «vogliamo scommettere?»

lo fissai negli occhi, furente, e una scossa squarciò il terreno.

mi guardai intorno, e non vedendo turisti in giro per via del portone–uomo che impediva il passaggio per la fontana, gli ruppi un braccio con i poteri.
l'uomo gemette, poi ringhiò come se fosse un toro e prese la rincorsa verso di me.

«TALIA!» urlò qualcuno, prima che mi colpisse come un treno merci.
«ma per gli Dèi, Treno Merci, cosa sei? un toro?» chiesi retoricamente, prima di scivolare giù per la sua spalla rotta, procurandogli uno strillo poco mascolino.
scappai dietro di lui, intravedendo Luke fare uno strano rituale con la fontana.

«senti, razza di mostriciattolo, levati dalle palle!» urlò l'uomo afferrandomi.
girai il braccio in modo che si rompesse, procurandogli due fratture in una.
estrassi la spada, gliela diedi in testa ma lui non svenne.
«sei morta, ragazzina.»

«io non credo!» esclamò qualcuno dietro di lui, dandogli qualcosa in testa e facendolo svenire.

«Will!» esclamai e lo abbracciai.
«nessuno può toccarti. nessuno.»

spazio me

buon capodanno amici!

→we are the proof of love. •w. b,2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora