Steroids

295 11 1
                                        

Angelo era finalmente fuori scuola. Aveva scoperto poco ma quello che sapeva era andato dritto dritto sulla scrivania del capo . Il capo ne era entusiasta, aveva riempito Angelo con un sacco di complimenti lodandolo ripetendo un centinaio di volte di essere il migliore della squadra. Angelo tuttavia, rispondeva solo con qualche sorriso cortese: la sua mente era altrove. Mentre ammiccava con la testa,svaccato sulla sedia di fronte la scrivania e il capo gesticolava euforico con le mani per le sue indagini, Angelo era perennemente con lo sguardo fisso sul suo cellulare. Controllava i social,
Facebook: Scorreva qualche pagina e poi tornava alla chat,
Twitter: solo inutili commenti e stati, poi di nuovo alla chat,
Instagram: foto e foto di altri contatti, ragazze che lo avevano aggiunto cosi, tanto per, si sarebbe potuto divertire con qualcuna anche ma non aveva il tempo né la testa era concentrata e messa a fuoco su di quelle ragazze. Tornava di nuovo alla chat di F.
Fabio
A: Che cazzo di fine hai fatto?
Quello era l'ultimo messaggio inviato alle ore 19;30 della sera poco dopo essere uscito dall'edificio,stanco e provato da tutto quel chiacchiericcio infernale e dai discorsi inutili che facevano gli altri alla caffetteria.
Di Fabio nemmeno l'ombra......
Per tutto il tempo.
Gli aveva risposto solo con un messaggio un'ora prima:
F: Ho da fare
Quando lo lesse strinse il cellulare tra le mani senza neanche saperne il motivo e 20 minuti dopo lo avrebbe anche spaccato per terra se non avesse visto il suo stato:
Una bottiglia di Daniel's in mano e un sorriso divertito. I suoi tatuaggi ben in evidenza e senza maglia. Andava tutto bene se non fosse che la sua faccia sorridente fosse quasi sepolta nel petto di un altro ragazzo che l abbracciava troppo calorosamente a se.
Ma non sapeva neanche perché gli era venuto quel modo allo stomaco e la salivazione gli si era quasi totalmente azzerata senza nessun motivo.
Venne congedato dal suo superiore e fu libero di tornare a casa. Lo aveva visto stressato e poco attento. Aveva avuto di sicuro una giornata pesante e piena di stress. Di sicuro era stanco e provato e tutto quello che voleva, secondo lui, era tornare a casa da Christine per scaricare un po' di tensione dalle indagini.
Si sbagliava di grosso
La testa di Angelo era ossessionata da Fabio. Il suo cavallo era ossessionato,grosso e duro per la voglia di scopare. Voleva andarci ma non poteva. Doveva tornare a casa. Doveva tornare da Christine. Era combattuto, non sapeva che fare Ne che decisione prendere. L'Angelo sulla sua spalla gli diceva di tornare da lei, era la cosa giusta da fare , godersi la cena,guardare un film con una birra e magari dare qualche botta in figa a Christine tanto per svuotare le palle dopo quella giornata e magari sfogare anche la tensione, rilassarsi e addormentarsi e domani è un altro giorno.
Ma il diavolo sull'altra gli faceva tornare in mente le immagini di Fabio.
Le sue labbra calde e morbide e la barba sul collo, leabi sul suo corpo, il suo calore e la pelle sulla pelle, i suoi ansimi e le loro mezze frasi, il suo petto il suo tocco il suo culo.....
Il suo cazzo.
Si rese conto che era davvero succube di Fabio. Perciò stavolta decise di tornare a casa. Di sicuro si sarebbe rilassato e Christine avrebbe fatto di certo il suo dovere di donna. Aveva iniziato da poco anche a piovere. Dapprima una pioggia leggera e sopportabile ma non se ne fece tanto un problema. Era quasi arrivato a casa, non ci avrebbe messo tanto a rientrare. Stava ancora ripensando a quello che avevano detto i due ragazzi . A quanto pare , solo il ricciolo si era procurato la roba da un altro ragazzo ancora. La roba quindi, era ancora lontana per sapere da dove venisse. Gli indizi erano ancora pochi ma , quello che aveva captato era un isolato vicino proprio all'istituto dove l'altro ragazzo gli aveva consegnato la roba. Il pusher era bravo, forniva di tutto, tutti i tipi di droga, da quella sintetica a quella naturale e si faceva pagare anche bene dato che faceva davvero un buon effetto da quello che aveva visto. Era immerso nei suoi sentimenti quando gli vibró il cellulare.
Sì riparò alla bene e meglio prima di rispondere .
-Amore ciao sono io- era Christine.
-Ciao baby scusa ma mi hanno trattenuto sto arrivando a ca....-
-No amore scusami-lo interruppe lei- Ci stanno trattenendo qui per tutta la notte e le cose andranno per le lunghe prevedo, perdonami, ma non credo di arrivare per cena-
Sbarró gli occhi....non ci stava credendo......
Che gran botta di culo !
-No.....non ti preoccupare piccola-rispose Angelo- mi farò qualcosa da mangiare e andrò a dormire....ti aspetto per dormire?- disse lui ancora bloccandosi nel cammino sotto un balcone attento a quella risposta -No......mi sa che dovrai dormire da solo amore io.....-
-Tranquilla amore non ci sono problemi io......-riprese a camminare nella direzione opposta-Ti aspetto domattina prima di andare via.....ora devo andare...la pioggia non hi ricezione.....-
-Ok amore a dom....-non le diede il tempo di replicare che chiuse la chiamata all'istante aumentando il passo,butto io telefono in tasca del jeans, aumentó di nuovo il passo, e poi ancora e ancora fino a quando non si ritrovò a correre veloce.
Sempre più veloce.
----
Arrivó sotto l'edificio col fiatone e tutto bagnato dalla pioggia ma non stava pensando piu. Il suo cervello rispondeva solamente ai bisogni primari. Respirare, riprendere fiato, ripararsi, Fabio.
Successe che, un giorno, quando no si potettero vedere a casa sua, Fabio lo invitó nel suo di appartamento. Da quel momento quando ce ne era bisogno, era Angelo ad andare da lui. E quell'edificio lo conosceva bene. Guardó verso l'alto beccandosi inevitabilmente una goccia di pioggia nell'occhio, si maledisse per la cazzata ma dalla finestra del salotto dell'altro la luce era accesa: era dentro.......che poi che cazzo aveva ancora da fare?
Era preso da una forte rabbia, si sentiva preso in giro, Fabio gli aveva detto una bugia e gli doveva delle spiegazioni.
Angelo era un poliziotto e sapeva scassinare tutte le serrature. Benedisse il cielo che il portone rimaneva quasi sempre aperto e facendo le scale a quattro a quattro arrivó in poco tempo di fronte la porta dell'altro. Stava per uscire dei ferretti dalla tasca ma gli si aprì la porta davanti.
Ci rimase di merda. Fu come un bambino scoperto con le mani nel sacco ma non ebbe tempo neanche di vergognarsi di quello.
Quello di cui doveva vergognarsi era la poderosa erezione che gli era venuta all'istante nel vedere Fabio in quelle condizioni. Era leggermente spettinato, sembrava assonnato, i suoi occhi erano stanchi e piccoli,la barba non era fatta e indossava solo un pantaloncino mentre era appoggiato allo stipite della porta. Aveva una bottiglia gi Daniel's in mano.
Eppure così come era, era quello che di più sexy potessi vedere.
-Entra- gli disse senza manco aspettarlo. Sì giro di spalle, non lo considero per niente e si andò a sedere sulla poltrona.
-Cosa vuoi?- gli disse svogliato -Perchè non mi hai risposto tutto oggi?- disse Angelo allargando le braccia di fronte a lui
-Mi sembrando averlo fatto ad un certo punto-
-Dopo una giornata intera! - continuó il biondo cenere verso di lui. Fabio sembrava infastidito anche al solo vederlo.
O almeno così sembrava. In realtà era deluso dal comportamento di Angelo dell'altra sera, se l'era legata al dito, e di certo non mollava la presa..
-Mi sembra di averti detto che avevo da fare Angelo-
-Potevi bertela con me la bottiglia, avevo la giornata libera potevo fare sega e stare a divertirci tutti e due oggi-
-Evidentemente volevo scolarmela da solo tu che dici?-rispose senza neanche guardarlo negli occhi - E certo guardati sei ubriaco!- Esclamo.
-Cazzi miei- ribatte Fabio
-Oh ma che cazzo hai oggi eh? Cazzo guardati sei ubriaco fai schifo-
Menti spudoratamente Angelo. In realtà anche il suo alito di alcohol lo eccitava. Inevitabilmente si trovava sempre più vicino a Fabio di quanto già lui volesse.
-Non ho un cazzo chiaro? Oggi sto storto non rompere le palle che sei venuto a fare?-
-Te l'ho detto sono venuto qua da te-
-È come volevi entrare sentiamo? Scassinando la porta?-
Bingo! Evidentemente Fabio aveva davvero fatto centro.
-Mi hai preso per il culo Fabio! Avevi da fare quando ? Per dieci minuti con quel tipo oggi qui? Sai che ti dico puoi sbattertelo quanto ti pare-
-Come ci si sente a essere presi per il culo eh? Male? Adesso sai come mi sono sentito io di merda ieri!- gli sputó in faccia il moro.
-Cosa c'entra ieri con oggi Fabio eh?-
-Come al solito non capisco un cazzo Angelo-
-Che cazzo devo capire ! Ci siamo divertiti punto lo facciamo tutte le volte ! Che c'era di strano ieri!?-
-Mi hai cacciato Angelo! Sei stato una merda !-
-Che cazzo cambia ?- rispose lui alzando la voce -Abbiamo sempre fatto così e ti è andata bene sempre ora non più ?-
-No!- rispose Fabio girandosi di botto verso l'altro. Angelo si bloccò subito senza parole ma con un gran fiatone come se avesse corso ancora di più quella sera Fabio era teso e i suoi pugni chiusi con le braccia contratte. -Io non sono quella puttana che sta con te- Gli rispose acido puntandogli la bottiglia e il dito contro. Era ubriaco e barcollava ma non mollava era troppo orgoglioso lui.
-Vattene non ti voglio vedere- continuó
-Ma che cazzo ti prende stanotte !-
-Ho le palle girate stanotte vattene! Anzi no, sai che faccio? Me ne vado io tu fai quello che cazzo vuoi-
-Ma dove vai sei ubriaco cazzo! Fabio torna qua!- Alzo la voce Angelo seguendolo. Fabio accellerò il passo, barcollava ancora ma si tenne alla ringhiera delle scale per mantenere l'equilibrio.
-Vado dove cazzo mi pare. Sei un pezzo di merda - Non se ne accorse però che mentre si era girato a guardarlo aveva messo un piede in malo modo. Prese una bella storta e cadde le scale rovinosamente frantumando anche la bottiglia versando il liquore sulle scale. Con un lamento si portò le mani alla testa per ripararla ma dopo chiuse gli occhi perdendo i sensi
---
Gli era preso un bel colpo quando l'aveva visto cadere per le scale. Prima era incazzato con lui e ore era lì, preoccupato per l'altro.
Era umano, si diceva, chiunque si sarebbe posso cura di un amico caduto dalle scale. Sì vero... Chiunque.....
Chiunque però non sarebbe rimasto li seduto sul bordo del divano a sistemargli il ciuffo ribelle dei suoi capelli che gli ricadeva sulla fronte. Angelo era imbambolato, non si rendeva conto nemmeno delle sue azioni, voleva solamente che Fabio si svegliasse o almeno gli desse un accenno di vita. 
Si alzo da lì prendendo l'ennesima tazzina di caffè e bevendola tutta un sorso per poi appoggiarsi alla finestra e accendersi un'altra sigaretta. Faceva sempre così. Quando doveva ricevere una notizia, quando era in attesa di qualcosa, quando doveva aspettare, quando era ansioso o quando aveva paura di qualcosa. Sì stava anche mordicchiando le dita nervosamente sbuffando guardando fuori verso la città cercando in qualche modo di distrarsi. Non l'avrebbe mai detto ma era in ansia per Fabio.
-Nervoso?-
Angelo si girò all'istante. Fabio si era alzato dal divano e lo aveva raggiunto in cucina dove l'altro si era messo a fumare.
-Non sono nervoso- si girò sorpreso -cosa te lo fa dire poi?-
-Ti mangi le unghia - avanzó Fabio verso di lui -Lo fai sempre quando sei nervoso o preoccupato-
-Testa di cazzo...-disse tra i denti Angelo girandosi guardando le luci della città e inspirando l'ultima boccata di sigaretta.
-Grazie- rispose Fabio sempre a qualche metro dalla porta.
- E hai anche da fare il sarcastico di sta minchia Fabio?- stavolta alzó la voce girandosi di scatto aprendo le braccia - Hai fatto tre scalini di testa e l'hai anche sbattuta è il minimo che fossi preoccupato testa di cazzo! Quella bottiglia dovevo rompertela io in testa! Dovevi ubriacarti per scopare con quello ? Io non....-
-Non ci ho scopato Angelo...-
-Come non ci hai....?- replicò il biondo sorpreso
-È il mio migliore amico non ci riuscirei- concluse l'altro.-Ah!- rispose il biondo guardando per terra.

-Sollevato?-disse Fabio con un tono delicato. -Perchè dovrei....? Lo sai, tu puoi....-

-Si si Angelo lo so lo so- disse Fabio come in una cantilena-Leva il cd lo so...sono libero di fare quello che voglio- Si prese una grande soddisfazione. Inevitabilmente uno dei due doveva cadere all'inizio, uno dei due doveva cedere. Le situazioni di questo genere possono finire solo in due modi....

Nel freddo del ghiaccio o nella passione ardente del fuoco 

-Via quel sorrisino del cazzo Fabio- disse acido Angelo -Non significa niente- 

-Ma io non ho detto nulla!-

-Non c'è bisogno che dici qualcosa la tua faccia dice tutto- replicò il biondo. Fabio si toccò la testa e si stropicciò gli occhi. Purtroppo la sbronza era difficile da smaltire anche per lui. Non era abituato a vere così tanto. -Tieni- lo raggiunse Angelo porgendogli una tazza di caffè forte -Grazie- rispose l'altro portandoselo alla bocca e guardandolo negli occhi.Non la smetteva di sorridere.

-E' amaro!- disse Fabio non appena fece il primo sorso dalla tazza con una faccia schifata. Angelo sorrise. 

-Così impari a prenderti le sbronze. Finiscilo tutto.....e fatti una doccia....ah e lavati i denti.....Mi stendi con la fiatella-

-Ma come siamo gentili stasera-

-Figurati, per te questo e altro -rispose Angelo sorridendo. Fabio non rispose, lo guardò solo sott'occhi bevendo un altro sorso di caffè alzandogli il dito medio e andando verso il bagno.

-Tu rimani qui?-

-Posso?- rispose Angelo

-Non ti ho ancora cacciato a calci in culo fuori. Mettiti comodo-

Oltrepassando la porta del bagno si poggiò con la proprio dietro quella richiudendola. Girò la chiave con la mano libera dando un altro sorso alla tazza. Faceva davvero schifo ma l'aveva fatto per lui no ? Quindi era buono. Sorrise facendo cadere indietro la testa appoggiandola alla porta. Una doccia gli ci voleva si davvero 
A differenza di quello che aveva detto a Fabio, Angelo si versó un po' di scotch forte in un bicchiere con ghiaccio. Aveva bisogno di scaricare la tensione che aveva accumulato per quella testa di cazzo di Fabio ma non poteva farci niente....quel ragazzo era come un uragano, un virus informatico, una dose di droga potente e a rapido effetto che ti prende il cervello e te lo riduce in poltiglia tu non sei capace di pensare più e vuoi solo una cosa......ancora di piú. Sì era tolto il jeans scomodo e troppo opprimente curiosando tra i cassetti dell'altro ragazzo prendendo un pantaloncino da ginnastica molto più comodo e si tolse anche la maglia per fare respirare un po' la pelle e rinfrescarsi un po'. Finendo l'ultimo sorso di Scotch, lo posó sul tavolino di fronte a lui buttandosi poi sulla poltrona con la testa buttata all'indietro sbuffando per tutto quel casino successo.
Fabio intanto ,uscito dalla doccia si bevve l'ultimo sorso di quel caffè disgustoso. Fece di nuovo una smorfia schifata mettendosi l'asciugamano in vita. Lasciava sempre i capelli bagnati asciugarsi in modo naturale. Senza neanche mettere le infradito uscì dal bagno aprendo la porta . Angelo era ancora lì sulla poltrona.
-Grazie per il caffè faceva davvero schifo-
-Non c'è di c.....- il biondo si bloccò subito non appena alzó la testa nel vederlo. Con solo l'asciugamano addosso. Fabio stava avvicinandosi con la tazza in mano che gli porse.  I muscoli delle braccia si flettevano e si vedevano tutti accentuati dalla pelle bagnata. Gli addominali scolpiti coperti da una leggera peluria scura contratti e i suoi pettorali potenti a protendersi verso di lui.
-Faceva davvero così schifo ?- disse Angelo prendendo la tazza in mano sfiorandogli le dita.
-Faceva vomitare -
-Dobbiamo controllare allora - disse l'altro alzandosi- Eh ne hai fatta una caffettiera intera controll.....-
-Preferisco al caldo coglione quello è freddo ormai-
-Che vuoi dire?-rispose Fabio.
-Accidenti a te e quanto sei bello porca puttana-
Non gli diede possibilità di rispondere. Angelo si fiondo contro Fabio.

Ê stato un parto giro ma non avevo fantasia sta storia ê più complicata del solito. Go finito per scriverla quasi due frasi al giorno ma rimedierò giuro

Your love is my drugDove le storie prendono vita. Scoprilo ora