RAGAZZO MISTERIOSO

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SECONDO CAPITOLO

Riapro gli occhi e mi ritrovo su un divano di pelle marrone malandato. Davanti a me una finestra che si affaccia sul.. Niente! È troppo sporca per riuscire a vedere il mondo al di fuori di questa catapecchia. Non capisco niente, che succede? Perchè sono qui? Mi tiro su dal divano e cerco di alzarmi, finchè vedo che non sono sola, dall'altra parte della stanza c'è un ragazzo biondino, occhi color miele e labbra carnose.. Ha indosso una canottiera bianca a dir poco bisunta e dei pantaloncini da basket rossi. Sta curando una ferita sul bicipite destro con del cotone. "Scusa" dico alzando la mano. "Che vuoi"mi risponde. "Potrei sapere dove mi trovo e perchè?" "Casa mia, bhe non so se ricordi ma sei svenuta, i tuoi amici ti stavano facendo brutti scherzi e gli ho dato una lezione" risponde alla mia domanda in modo altezzoso senza mai distogliere lo sguardo dalla ferita. Bhe è proprio un bel ragazzo. "Oh.. Grazie" gli dico. "Non c'è bisogno di rigraziamenti vari, l'ho fatto per me non per te, odio le persone arroganti, probabilmente tu sei solo una puttana che hanno trovato per strada" dice con arroganza. Ritiro tutto quello che ho detto, come si permette di darmi della troia? Che maleducato. "Senti, per tua informazione non sono una zoccola e non avevo neanche idea di quello che mi avrebbe voluto fare Nick" scoppio in un pianto. "E se adesso non ti dispiace, me ne vado" mi alzo mi rimetto le scarpe e apro la porta, anch'essa malandata. Inizio a correre, non voglio fermarmi voglio solo stare tra le braccia della mia famiglia. Poi mi ricordo di essere nel 21esimo secolo e prendo il mio telefono per chiamare qualcuno. Lo zaino. Cazzo. Ce l'ha Nick. Merda merda merda. Torno indietro da quel ragazzo, è l'unica soluzione. Busso. Apre la porta e non riesco a non notare i suoi muscoli scolpiti. "Che vuoi ancora? Ti ho salvata donzella ora il mio lavoro è finito" sta per richiudere la porta ma la blocco con il piede. "Senti, io non so perchè sei cosí arrogante, ma siamo partiti con il piede sbagliato quindi, Ciao io sono Selena, Selena Gomez, abito a new york ma molto molto più in centro di questo posto, ho 17 anni e dovrei essere a scuola proprio ora, ma dopo quello che è successo direi che è meglio se vado a casa, non so come andarci e ho perso lo zaino contenente telef.." Mi mette una mano sulla bocca. "Va bene va bene, basta che stai zitta e ti riporto a casa, io sono Justin Bieber e abito qui come già sai, conosco anche il tuo simpatico fidanzato che ti stava per violentare Nick Jonas, quindi ora sali su quella moto, è quella la giù nera, ti porto a casa" "Grazie mille, un'ultima domanda.. Dove vai a scuola?" Chiedo timidamente. Mi risponde con una risata. Che ho detto? "Non vado a scuola da anni" dice ancora ridendo. "Ok scusa mr simpaticone" dico. "Sali" mi risponde. Dopo esser salita, mi siedo sulla pelle nera e appoggio un piede a terra. Lui si siede davanti a me e mi porge un casco, l'altro lo indossa. Mette in moto e il motore romba. "STRINGITI A ME O CADI" urla per sovrastare il rumore del motore. Dopo aver un po' indugiato, avvolgo le braccia sulla sua vita e parte. Gli do un po' di indicazioni e arriviamo nel mio vialetto. Frena e spegne la moto. Scendo dalla moto e gli ridó il casco. "Grazie Justin, di tutto, sono in debito con te" gli dico sinceramente. Puó essere arrogante quanto vuole, ma io sono gentile. "Se aiutare le donzelle in pericolo significa trovare ragazze belle come te lo farò più spesso" mi fa l'occhiolino e sfreccia via. Oddio pensa io sia bella? Bhe per me è lo stesso.
Apro la porta di casa e corro su per le scale non voglio che nessuno sappia niente. Entro in camera mia e mi ci chiudo dentro. Inizio a piangere. Potevo essere forte davanti a Justin, ma qui da sola non riesco a trattenermi. Mi tolgo i vestiti e li butto a terra. Indosso la prima cosa che trovo e entro nelle coperte per poi cadere in un sonno profondo.

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