L'ennesima sigaretta cade sul marciapiede, il tabacco che brucia ancora.
Cosa c'é che non va? Cosa c é di sbagliato in lei? All'apparenza niente, eppure si sente vuota, inutile, triste.
Il telefono inizia a squillare, non risponderá neanche questa volta, infatti non é il cellulare che viene tirato fuori dalla tasca ma quel dannato pacchetto di sigarette... Tanto dobbiamo tutti morire prima o poi, no?
"Morgana!"
Morgana dimostra ben poco dei suoi 16 anni... Diciamo che non li dimostra affatto, sembra una macchia sull'involucro di perfezione che sono le sue coetanee.
Morgana ama essere questa macchia perché cosí é lei, nera, indistinta e diversa.
Diversa con i suoi lunghi, folti capelli neri, diversa con l'eyeliner marcato e il labret, diversa con i maglioni troppo larghi e le cuffie nelle orecchie.
È diversa anche in confronto alla ragazza che le sta correndo incontro, alta, bionda e furiosa.
"Gesù, Morgana! Dove accidenti sei stata per tutto questo tempo? La dottoressa Hemingway ti aspetta da settimane!"
Morgana si limita a squadrare dall'alto in basso la nuova venuta, sforzandosi di rimanere calma.
"Non hai niente da dire? Proprio nulla?"
Per tutta risposta Morgana si alza lentamente, getta via il mozzicone e si allontana dagli strepiti sempre più forti della donna.
"Ricorda che ci sono cose da cui non puoi scappare! Così ti fai solo del male! Morgana!"
Ma Morgana già non la sente più, sente solo il rumore dei suoi passi sull'asfalto.
