L'inizio di te

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Ogni giorno che passava Alice si sentiva piena di vita, aveva un solo pensiero che la cullava prima di andare prima di dormire, che la accompagnava per tutta la giornata, e che era diventato la sua unica preoccupazione.

Non so dirvi cosa avesse di speciale quel tipetto, ma Alice era soggiogata, come ipnotizzata.

La cosa che forse le piaceva di più era che si sentiva felice, e sentiva di avere gli occhi infuocati e luminosi come delle stelle. Si sentiva splendere, d'amore e di felicità.

Più il tempo passava e più quel ragazzetto prendeva posto nel suo cuore, se aveva avuto una giornata no, bastavano i suoi occhi a ribaltare tutto, erano come dei tranquillanti umani.

Erano sempre più uniti, sempre più vicini, erano come due metà di una mela, che insieme riuscivano a dare il frutto della passione per eccellenza.

Insieme splendevano, non smettevano mai di conoscersi, di sfiorarsi, di toccarsi, di studiarsi l'un l'altro.

Trascorrevano le ore, i giorni, le settimane, distesi sul letto del loro nido d'amore, nella vecchia casa della nonna di Pier, che siccome doveva essere ristrutturata, temporaneamente si era trasferita a casa di una sua cugina.

Ventitre settembre, fu la prima volta che entrarono lì.

Alice quasi vomitava dall'ansia, sapeva cosa stava per accadere, lui, invece, cercava di tranquillizzarla, di farla sentire una principessa, come sempre.

Aprirono un grosso portone, che dava spazio ad una scalinata molto ripida, le case in questi paesini, sono tutte così. Gradini bianchi di pietra, alti e spessi, erano contornati da una ringhiera color oro lucido, non appariscente, ma anzi molto fine e raffinato.

La prima stanza, era un open space, enorme, con degli arredamenti rigorosamente in legno, come ogni casa di nonni che si rispetti. Una grande vetrina, con dei prestigiatissimi liquori all'interno, dava l'idea di una casa nobile, e per ognuno di essi, un contenitore diverso.

C'erano molti abat-jour che invece, regalavano un'atmosfera di accoglienza, e le luci soffuse, che davano l'impressione di essere a lume di candela.

Proseguendo, una porta color Castagna, dava spazio ad una camera da letto, con un matrimoniale a baldacchino che colpì immediatamente Alice, 'Come quello delle principesse', pensò.

Un grande armadio si trovava di fianco al letto, con le ante a vetro, e proprio di fronte, invece, un grande specchio antico a muro, che aveva la forma di un occhio.

Nella casa della nonna, c'era anche un grande terrazzino, dove i nostri due ragazzi passavano molto tempo. Ad Alice piaceva molto l'arredamento classico che la caratterizzava, non le dava l'impressione di essere un'estranea, si sentiva parte della famiglia.

Una seconda camera da letto, più piccola, era quella dello zio di Pier, che ormai vivendo da molti anni a Londra, non tornava neanche più per le feste. A dire la verità non aveva neanche un buon rapporto con il resto della famiglia, perchè era il terzo figlio, nonchè il più piccolo, e che avendo un padre diverso dalle altre due sorelle si era sentito sempre escluso, perciò ha cercato la sua strada altrove.

Quella camera, a lei piaceva tanto perchè aveva una porta finestra che si apriva sul terrazzo, e dalla quale molto spesso riusciva a godersi i tramonti.

Una grande pecca di quella casa, era il freddo gelido.

Chiaramente, non essendo abitata quotidianamente, se non per qualche ora, era fredda da morire, ed era veramente difficile riuscire ad ambientarsi.

Pier quel giorno, si fece dare quattro copertoni pesanti, da portare su. Ovviamente, aveva organizzato già tutto, aveva cambiato le lenzuola, rifatto il letto, aggiunto due coperte, e acceso qualche candela.

Era già sera quando salirono, perciò dovettero accendere per forza la luce delle scale. Appena finite le scale, due scaldini davano un po' di tepore alla stanza.

Collega la cassa al cellulare, lei sentì la prima nota e riconobbe la canzone.

-Bimba-

-Guardami negli occhi-

Si guardarono, per un tempo indefinito.

Si baciarono.

Si amarono per tutta la notte.


Pier non è mai stato un ragazzo in grado di sognare, e non perchè è una persona superficiale, o fredda, ma semplicemente preferisce rimanere con i piedi per terra.

Alice, era entrata nella sua vita, aveva smosso tutti. Quella ragazza aveva una forza, una vivacità, un'empatia in grado di reggere un terremoto, uno tsunami, una tempesta.

Lui crede in lei, come persona, come donna, come la SUA donna, che avrebbe voluto per sempre al suo fianco. 

Lei, lo guarda e pensa che nonostante avesse solo sedici anni, era una persona davvero tanto matura, sapeva ciò che voleva, faceva di tutto per accontentare se stesso.


Il volto di Pier, si incupisce quando parla del suo passato.

Fin da piccolo, ha abitato in un quartiere poco raccomandabile, in cui c'era una villetta con un indice di criminalità non indifferente, che da una parte mostrava quel piccolo bambino che giocava sereno e spensierato, cercando di godersi il poco verde di quella città, e dall'altra parte si svolgeva, invece, uno dei più grandi traffici di droga della zona. Erano come una famiglia, nonostante tutto, lo trattavano come il piccolo di casa, perchè era tutta gente, che non ne aveva una effettiva. Per quanto si potesse dire che erano delle persone con cui un genitore non vorrebbe mai che il figlio di sette anni uscisse, allo stesso tempo riuscirono a trasmettergli, a loro modo, dei valori, soprattutto quello del rispetto. Per Pierfrancesco qualsiasi cosa si basa su questo concetto, io porto rispetto a te, tu a me. 

Erano amici, quasi fratelli, ci passava ogni giorno insieme, e cresceva con loro.

Odi et amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora