IV

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Una volta tornate in camera, dopo la cena, Chloe si fece una doccia. Mentre lei era in doccia, Greta era nell'altra stanza con grande dubbio: cosa indossare. Non sapeva davvero cosa scegliere: in valigia aveva messo 5 capi d'intimo completi, tra cui uno in seta nera e uno in alencon grigio. (un particolare modello di pizzo molto pregiato).
Optò per il top grigio e un tanga nero, dopotutto non voleva deludere gli occhi della ragazza.
Lo stesso pensiero aveva in testa Chloe, ma a differenza di lei aveva già le idee piuttosto chiare. Guardandosi allo specchio ruotò leggermente il bacino, per poi rimirarsi soddisfatta allo specchio: indossava un reggiseno rosso, abbinato ad un paio di culotte di seta bianche.
Semplice.
E sexy.
Sopra l'intimo indossò una felpa e un paio di pantaloncini, per poi uscire dal bagno.
"Pronta?"
"Si"
"Allora si va in scena"
Abbassò lentamente la maniglia, ma nonostante ciò provocò qualche cigolio. Prima di uscire in corridoio diede una rapida occhiata allo schermo del telefono: indicava le 23.56.
Uscirono nel corridoio, illuminato a tratti. Se non fosse stato per il cartello che indicava le scale sulla sinistra, dal punto di vista delle ragazze pareva che quelle quattro mura non terminassero mai. Si avviarono per le scale, facendo attenzione a non provocare il benché minimo rumore.
Arrivate nella hall, deserta a quell'ora,  percorsero il breve tratto che le separava dall'ingresso con una leggera corsetta. Entrambe le ragazze durante quella che ai loro occhi pareva una fuga al tempo stesso eccitante ed illegale, provavano un concentrato di adrenalina e allegria indescrivibile.
Trovarono facilmente la colonnina con il pulsante rosso, che una volta premuto emise il familiare ronzio, segno che avevano messo in moto il meccanismo. Ora si trattava solo di attendere qualche minuto.
Alla luce del lampione sopra di loro, che gettava sul viso delle ragazze delle ombre come dipinte da un macabro pittore, potevano distinguere chiaramente il loro respiro, il quale si tramutava in piccoli sbuffi di vapore appena fuori dalle loro labbra.
Finalmente arrivò il Train-O.
"Ah ecco, fra poco facevo parte del banco surgelati.."
Salite a bordo del cubicolo, seguirono la spiegazione che la guida quella mattina aveva inconsciamente fornito loro.
Subito l'ovale di vetro si richiuse su di loro, mettendosi in movimento con un lieve scossone.
Durante il breve tragitto nessuna delle due proferì parola, come se tutto ciò che dovesse essere detto sarebbe esploso da li a poco.
Erano arrivate al casolare. Greta aprì la porta, dentro l'ambiente era notevolmente più confortevole: le stufe erano accese, e nell'armadio quella mattina avevano scoperto una pila di puff piuttosto grandi. Li tirarono fuori, ammassandoli al centro della stanza per formare una sorta di letto.
"Bene, ora non si torna più indietro"
Greta si avvicinò a Chloe con l'intenzione di baciarla, ma la ragazza si scostò.
"Ehi ehi che pensi di fare scusa?"
Non capiva. Con uno sguardo smarrito le chiese chiaramenti.
Lei replicò con un semplice:
"Con calma. Siediti sui puff e lasciami fare".
Fece come le aveva ordinato. Senti che Chloe si sedeva sulle ginocchia esattamente dietro di lei. Dopo pochi istanti, però, non vide più nulla. La ragazza le aveva messo una benda sugli occhi, e ora la stava stringendo sul suo capo.
Percepì i puff ritornare alla forma iniziale, simbolo che si era alzata. Senza la vista, però, non sapeva dove si trovava la ragazza. Il fatto di poter sentire ma non vedere la intricava assai.
Le mani della ragazza abbassarono lentamente la zip, esponendo i primi centimetri di pelle alla luce della Luna, che penetrava dalla finestra producendo piccoli lampi argentati.
Via la felpa. Nonostante il calore all'interno della stanza Greta rabbrividì. Non di freddo, di eccitazione.
Avvertì la morbida bocca di lei posarsi sulla sua clavicola con piccoli baci che raggiunsero velocemente la parte di seno scoperto.
Le mani della ragazza si spostarono più in basso, avide di carne, per spogliarla anche dei pantaloncini.
Ora che l'aveva fatta rimanere in intimo, Chloe si posizionò davanti alla ragazza. Si mise in ginocchio, per poi metterle le mani sulle ginocchia e socchiuderle lentamente le gambe.
Le sfilò per ultimo il tanga, esponendo così ai suoi occhi la nudità della ragazza. Gettando uno sguardo in alto, vedeva Greta con il capo reclinato all'indietro, i nervi del collo in tensione, e il petto che si alzava e abbassava sempre più velocemente.
Avvicinò le labbra al suo sesso, partendo dall'alto, dell'addome, e con lenti baci scese verso il basso. Con due  dita già aveva iniziato a compiere piccoli movimenti circolari, che si spostavano ora fuori, ora dentro di lei. Con l'altra mano decise di fare una cosa che quando, di notte, si toccava nella sua stanza la faceva impazzire.
Fece scorrere le unghie, aguzze, dall'interno coscia fino al ventre di lei.
Sembrò funzionare, perché Greta inarcò all'improvviso la schiena con un mugolio prolungato.
All'improvviso la ragazza si alzò dai puff, quasi scaraventato via la benda. Alla luce della Luna poteva distinguere chiaramente i suoi umori colare lungo la coscia. Trasse a sé la ragazza, insinuando la sua lingua in lei. Mise entrambe le braccia sulle spalle della ragazza, per farla mettere in ginocchio.
Dal punto di vista di un osservatore esterno si sarebbe presentato questo quadro: Chloe in ginocchio con il viso affondato tra le gambe di lei, come in adorazione; Greta in piedi, immobile, gli occhi chiusi, con una mano tenuta sulla testa di lei, illuminata dai raggi lunari come una dea.
Si inginocchiò anche a lei, voleva togliersi un ultimo desiderio. Fece sdraiare la ragazza a terra, distendendosi al suo fianco, ma per poi girarsi e rivolgere il viso vero le gambe della ragazza.
Chloe, segui l'esempio di Greta, riprendendo ad occuparsi dell'intimità della ragazza. La sua mente si era ormai fusa, lasciando che la sua testa, tutto il suo corpo si riempisse di quella notte. La eccitava assai il fatto di provare e provocare piacere allo stesso tempo.
Dopo qualche minuto si lasciarono cadere sul materasso improvvisato.
Entrambi i loro corpi erano imperlati di sudore, con il ventre che ora seguiva ritmi regolari, luccicando al chiaro di Luna.
"Avevi mai provato il 69?" le chiese Chloe.
"Ad essere sincera questa è stata la prima volta che l'ho fatto. Già in altre occasioni ci avevo pensato."
"È stato bellissimo"
Si guardarono negli occhi a lungo.
"Si, è stato bellissimo"
Si addormentarono così, come la notte prima:
nude.
abbracciate.
piene. Piene di sesso, di vita, di amore.

Racconto erotico #4. Chloe e GretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora