03. Drama school

117 14 27
                                    

Ho sempre pensato di essere in un film, di recitare con un copione in mano, parte della mia vita. Recitare...è quello che sto facendo ora: mi fingo qualcuno che non sono io.
Perchè?

Perché ho paura di essere me stessa, di farmi vedere come la vera Avalon Mitchell, ho paura di essere ferita o semplicemente di non essere abbastanza. Di non essere qualcuno.
Perciò mi fingo qualcuno che non sono per proteggermi dagli altri.

Ma con solo uno sguardo Luke Hemmings è riuscito a spezzare questa barriera o almeno in parte, non so se questo sia un bene o un male.
A volte lo ammetto sono abbastanza imbranata e fastidiosa, ma penso di essere molto di più... se solo peró qualcuno si sforzasse di conoscermi meglio.

«Bene, questi sono i vostri ruoli» finisce di spiegare la professoressa del corso di recitazione.

Mi schiaffeggio la faccia rassegnata dal fatto che come sempre mi sono persa metà lezione.
Alzo la mano attirando l'attenzione dell'insegnante che mi fa segno di parlare.
«Potrebbe ripetere il mio ruolo?» domando balbettando leggermente percependo tutti gli sguardi puntati su di me.

«Avalon Mitchell...» cerca tra i fogli sfogliandoli, finché non si sofferma su uno leggermente stropicciato. «ah eccoti...tu farai la domestica» esclama facendomi un sorrisetto.

Domestica?
È uno dei ruoli più inutili di questo stupido spettacolo. Per quanto odiassi essere al centro dell'attenzione, interpretare un personaggio importante è sempre stato il mio sogno.

«Fantastico» borbotto a bassa voce. Sento qualcuno ridacchiare e mi giro dietro lanciando un'occhiata a Nancy, che mi scruta schifata prima di farmi un sorrisetto falso.

«Che hai da ridere tu?» domando facendomi coraggio.

«Oh niente, volevo solo dirti che il ruolo da domestica ti si addice» ghigna mettendo la sua mano sulla mia, che prontamente sposto.

«E tu che ruolo hai?» domando sapendo, ovviamente, già la risposta.

Nancy sorride soddisfatta. «Io sono lady Elizabeth, ovvero la protagonista.» dice mostrandomi le sue unghie laccate di un rosso acceso.
Vomito soltanto a guardarle.

«Uh, figo» dico semplicemente per poi girarmi annoiata dalla conversazione. Non mi importa del ruolo da protagonista ma mi sarei anche accontenta di qualcosa di più che quello di una domestica.

Sbuffo, sbattendo la testa sul banco facendo un rumore tale da far voltare tutti verso di me. Ops. «Che avete da guardare?» domando irritata.

«Sapevo che avevi la testa dura, ma non pensavo così tanto Mitchell» borbotta Luke con la sua voce odiosa.

«Senti Heidi, se non vuoi rotolare giù dal tetto come l'ultima volta ti conviene startene in silenzio e non rompere per - tipo - il resto della tua inutile vita» sbotto girandomi verso di lui.

Luke rimane in silenzio fissandomi intensamente.
Rabbrividisco, odio quando mi fissano.
Mi giro di nuovo in avanti, aspettando con impazienza il suono della campanella per potermene tornare finalmente a casa.

Dopo una decina di minuti si decide a suonare e aspetto che tutta la classe si precipiti fuori, per poi imitarli anche io. Cammino per il corridoio semivuoto con la musica alta nelle orecchie.

Raggiungo l'ingresso e mi fermo notando che sta piovendo.
Fantastico.
Proseguo, sentendo la pioggia cadere fitta, bagnandomi già tutta.
Per quanto possa essere fastidiosa, la pioggia a volte mi piace molto. Non saprei spiegare il motivo.

Paranormal hearts // lrh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora