Capitolo 3

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Alessia

Entro nel salone e vedo i miei genitori seduti uno affianco all'altro con le loro mani intrecciate , li guardo incantata, mi sembra strano vederli di nuovo così affiatati a parlare. Finalmente dopo anni di distacco si stanno forse di nuovo avvicinando, anche se non si sono mai lasciati era palese che tra loro le cose non andavano bene, quasi neanche si parlavano.

Mi ricordo invece che quando ero piccola, adoravo il loro amore immenso, erano inseparabili, si guardavano intensamente trasmettendosi amore infinito. Poi un giorno non so perché sono iniziate le litigate, credo che il distacco che mia mamma ha messo nei confronti di papà è stato determinante al loro allontanamento. Ancora sento i pianti isterici di mia madre quando pensava che nessuno la sentisse, papà ha iniziato a essere sempre meno presente in casa, le nostre scampagnate famigliari ormai sono solo un lontano ricordo.
Io di tutta la situazione creatosi in casa ne ho sofferto molto, e ho
iniziato a dare la colpa di tutto a mia madre, forse ingiustamente non lo so ma notavo come mio padre cercasse di avvicinarsi e lei ogni volta lo respingeva, poi di conseguenza anche lui iniziò a non cercarla più.
Vorrei tanto sapere cosa hanno avuto, quale motivazione così grave ha potuto far svanire quel grande amore che avevano nel cuore, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo.

Mi avvicino lentamente alla mia sentenza di condanna a morte ma sinceramente non sono pentita se l'è meritato, per il mio fratellino lo rifarei altre mille volte. Ogni volta che ho ricevuto un insulto, uno spregio da parte sua e dalla sua ampia cerchia di amici ho sempre incassato, mi ha bullizzata per anni ma questa volta ha toccato un tasto a me troppo importante per ignorarla anche questa volta, ho paura che abbia fatto del male a lui per ferire di conseguenza me.

Mio padre si schiarisce la voce per riportarmi da loro, come alzo gli occhi su di loro lo sguardo agghiacciante di mia madre mi penetra dentro. Nonostante il suo volto risulti stanco, rimane una donna bellissima, io le somiglio molto di fisionomia, abbiamo lo stesso colore di capelli castano chiaro, i lineamenti del volto, l'occhio chiari anche se i miei sono azzurri mentre i suoi sono tendenti al grigio.

Vedo papà iniziare ad andare avanti e indietro per la stanza pronto ad esplodere da un momento all'altro, mette le sue mani nei capelli mentre mi rivolge il suo sguardo e inizia a gridare:

"COME TI È SALTATO IN MENTE DI PRENDERE A PUGNI UNA TUA COMPAGNA DI CLASSE? RINGRAZIA CHE NON ABBIA VOLUTO DENUNCIARTI. DA TE NON MI SAREI MAI ASPETTATO UNA COSA DEL GENERE".

Abbasso lo sguardo, vorrei dirgli se lui sa ciò che io ho dovuto subire a causa di quella unica ragazza, che adesso si è permessa di giocare anche con il cuore di suo figlio, ma per l'ennesima volta decido di tacere e anche se è una bugia gli rispondo:

"mi dispiace".

Vedo mia madre contrariata e con molta calma mi dice:

"Le tue scuse adesso sono inutili, dovevi pensare prima di agire, non credo che tu sia uscita pazza sicuramente avrai avuto un motivo per arrivare a tanto ma ogni nostra azione ha una conseguenza e adesso le pagherai. Però vorrei conoscere le tue ragioni".

Mia madre cerca di spronarmi a dire la verità ma per me non ha senso quindi dissento dal parlare e le dico:

"Preferisco non rispondere, allora quale sarà la mia punizione?".

Interviene mio padre rispondendo:

"Bene, allora punto primo puoi dire addio al viaggio che hai programmato con tuo fratello, ovviamente solo tu dovrai rinunciare. Punto secondo per responsabilizzarti un po' ti ho trovato un lavoro estivo, forse così capirai che significa fare sacrifici".

Rimango scioccata dalle parole di mio padre non possono negarmi il viaggio a due giorni dalla partenza, dopo un anno di progetti con Simone e la sua comitiva di amici che ormai sono diventati anche i miei. Con Simone avevamo pensato a questo viaggio così da svagarci visto che con la nostra famiglia non era più possibile, per quanto riguarda il lavoro invece non mi dispiace in modo eccessivo ma spero vivamente che non sia troppo a contatto con la gente non vorrei incontrare la vipera.
Oramai ho le lacrime agli occhi guardo i miei genitori e li supplico:

"Vi prego non potete farmi questo, non toglietemi il viaggio, per favore scegliete un'altra punizione".

Mio padre dissente:

"Non cambieremo idea e poi è tempo che ti distacchi un po' da tuo fratello che tu ti faccia degli amici tuoi e non stare perennemente con lui".

Lo guardo furente, mai prima di oggi ho risposto in malo modo ai miei genitori ma le parole mi escono da sole:

"Almeno lui è l'unico in questa casa che si prende cura di me, voi neanche vi accorgerete di ciò che ci succede, siete troppo presi dai vostri dissapori".

Oramai già in lacrime corro a chiudermi in cameretta, sento mia madre dire a mio padre di darmi tempo. Mi sento uno schifo dovrò trascorrere un'estate da sola senza mio fratello e senza i miei amici.

vivo solo di te 4 Generation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora