2. New York, New York

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Tre settimane dopo.

"Signorina, l'avviso che l'aereo sta atterrando" mi tocca la spalla l'hostess avvertendomi dolcemente.
Apro lentamente gli occhi.
Stanotte non sono riuscita a chiudere occhio.
Non solo per timore di imbattermi nei miei incubi di routine, ma soprattutto per un pizzico di ansia per quello che mi aspetterà.
Ma a quanto pare alla fine sono riuscita ad addormentarmi solamente cinque minuti prima che atterrasse l'aereo.
È assurdo! Ancora non credo a quello che sto facendo.
Ed è ancora più assurdo che condividerò quella che sarà la mia quotidianità con altre persone nello stesso tetto.
Quando mia nonna mi ha avvisato di questo imprevisto, che poi diciamocelo tutta questa storia lo è, non l'ho presa molto bene, soprattutto, perché non mi ha dato possibilità di scelta pagando anticipatamente.
Ma non posso farci niente, e poiché ho saputo all'ultimo dell'ammissione, non ci sarebbe stato neanche il tempo per cercare un altro appartamento conveniente quanto quello trovato da mia nonna.
Grazie anche all'aiuto dei psicofarmaci i miei attacchi di panico notturni non sono più come una volta, piuttosto al contrario non penso che avrei mai accettato di vivere con altre persone.

Sono fuori dall'aeroporto aspettando il taxi che ho prenotato, è in ritardo di mezz'ora.
Comincio ad agitarmi dal momento che tra un ora dovrei avere appuntamento con il proprietario di casa, odio essere in ritardo!
Decido di controllare il telefono, notando che mi sono arrivati dei messaggi.

Da Corinne:
Sei atterrata?

Senti già la mia mancanza??

Dimmi tutto!! Com è la città che non dorme mai?

Anche a quattro chilometri di distanza la sua euforia si sente fino a qui.
È stata dura lasciare lei e mia nonna all'aeroporto.
Questo momento in un modo o nell'altro era inevitabile, Corinne tra qualche giorno partirà anche lei per il college a Londra.
Entrambe mi hanno raccomandato di rimanere forte e concentrata nei miei obbiettivi, come se ne avessi, mi sono già dimenticata del perché ho accettato questa follia.
Perché è quello che fanno le persone normali che vogliono un futuro migliore, mi ricorda la mia mente

A Corinne:
La città che non dorme mai è contenta di dare il benvenuto ad una persona con la sua stessa sindrome.
Sto aspettando il taxi. Ci sentiamo dopo.

"Ehi bellezza, ti sei persa"
Alzo lo sguardo dal telefono.
Un uomo sulla trentina si situa di fronte a me, i suoi occhi mi ispezionano in modo importuno.
"No, sono apposto" rispondo fredda.
"Sicura? Potrei aiutarti in tanti modi" sorride malizioso.
In questo momento vorrei essere nel mio letto a riparo dalle luridezze come lui.
Ma sono qui! Lontana da casa, e devo imparare a sapermi difendere se voglio sopravvivere all'inumanità di questo pianeta.
"Ma non è che forse si è perso lei qualcosa?" Ostento.
Mi guarda non riuscendo a capire.
"Ma il cervello, mi sembra ovvio" sorrido spavaldamente.
"Immagino che i maniaci come lei lo perdono spesso, magari i poliziotti laggiù potranno aiutarla" continuo indicandoli.
"Angioletto del cazzo" se ne va alzando le mani.
Sono arrivata neanche da un ora e già vorrei scappare lontano da qui.

Finalmente vedo arrivare il mio taxi, alla buon ora!
Metto le valigie nel cofano, per poi aprire lo sportello e sedermi nel sedile del passeggero.
"Non so si è reso conto di quanto lei ci abbia messo a venire qui" dico irritata.
Di solito non sono così, ma questa giornata non sta andando molto bene, al partire dal fatto che sono totalmente in ritardo.
"Non so se lei si accorta che si trova a New York" ribatte l'uomo alla guida.

Ora capisco cosa intendeva l'autista.
Siamo fermi da un quarto d'ora a causa del traffico di Time Square, ma affacciandomi dal finestrino quasi me ne dimentico.
Sono stupefatta dalla maestosità dei grattacieli che si innalzano nel cielo, facendomi sentire così piccola e fragile
Un ammasso di persone girano per le strade, alcuni vestiti anche in modo bizzarro.
Essendo quasi sera, un infinità di colori risaltano ai miei occhi, provenienti dalle luci dei giganteschi cartelloni pubblicitari.
Tutto ciò trasmette così tanta vitalità, quella che la mia anima ha bisogno ma non vuole.

Niente è come sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora