Capitolo uno

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Sirio correva, correva per non perdere il pullman che da lì a poco sarebbe partito per andare alla scuola in cui si era iscritto: era una scuola pubblica e poco conosciuta, perfetta per lui insomma. Arrivò giusto un momento prima che l'autista azionasse il meccanismo che fa chiudere le porte, salì e si sedette nella fila di destra, dietro una ragazzina dai capelli cioccolato raccolti in una coda di cavallo alta, gli occhi non riuscì a distinguerli per via degli occhiali da sole neri che indossava con eleganza. Sirio era stanco: aveva dormito all'incirca 4 ore per via dei suoi "vicini" rumorosi e inoltre il pullman partiva alle 7 e 40 circa ma avvolte faceva anche ritardo (ovviamente nei giorni più caldi) o arrivava in anticipo quindi, Sirio, era sempre fregato. Si mise le immancabili cuffie nere e fece partire la sua playlist di rock/punk, si rilassò con la sua musica preferita sino ad addormentarsi magari fino all'istituto se non fosse stato per una frenata tanto brusca che lui, insieme a qualche altro ragazzo assopito, sbatté la testa contro il sedile davanti. Imprecando a voce forse troppo alta e massaggiandosi la fronte dolorante si tolse le cuffie per capire contro chi scatenare la sua furia: vide il ragazzino che urtò il giorno prima scusarsi con il conducente del pullman un po' di volte prima di camminare abbastanza velocemente, con testa bassa, verso il sedile davanti a Sirio, lo guardò per una frazione di secondo prima di abbassare il capo e abbracciare la ragazza con gli occhiali da sola che gli teneva il posto da un bel po': April

Darius correva, correva su e giù per la "casa" cercando di arrappare più quaderni possibili per la giornata scolastica. Come se non bastasse anche sua madre era in ritardo, infatti lei si stava passando la piastra sui capelli neri più del figlio.

"Mamma ti prego! È tardissimo!"

"Calmati, Darius. Arrivo"

Ogni mattina si ripeteva quella scenetta ma con un unica differenza: Darius le metteva fretta anche se con 20 minuti prima della partenza del pullman in modo tale da arrivare con 10 minuti di anticipo.
Dopo circa 10 minuti erano in macchina a tutta velocità per non far tardi lei alla caffetteria dove lavorava come cameriera e lui per prendere il pullman. Ovviamente dovettero inseguire il pullman e suonare il clacson prima che il conducente (denominato gentilmente da la maggior parte dei ragazzi "Quello Stronzo") frenasse di scatto giusto per far notare a tutti la figuraccia che fece Darius. Dopo essersi scusato educatamente con Quello Stronzo andò dritto verso April che era seduta davanti al ragazzo che aveva urtato il giorno precedente:i loro occhi si incrociarono per una frazione di secondo, infatti Darius interruppe subito il contatto visivo chinando il capo e abbracciando la sua migliore amica che gli teneva il posto accanto a lei.

Durante tutto il viaggio sino a scuola Darius non fece altro che pensare agli occhi chiarissimi, dalle sfumature grigie del ragazzo dietro di lui, infatti non prestava minimamente attenzione alle parole che leggeva dal suo nuovo libro e quando si risvegliò da quella specie di trance dovette rileggere il capitolo da capo. Sirio invece rifletteva. Rifletteva sulla sua vita e si chiedeva se quello che stava facendo era giusto nei confronti della sua famiglia, rifletteva sul suo nuovo stile di vita, sul suo lavoro in una pasticceria poco più avanti dal posto in cui soggiornava... ripensò al ragazzo timido seduto dinanzi a lui: era un ragazzo davvero timido per la sua età ma era anche molto interessante a parer suo, sperava di essere assegnato in classe con lui, infatti sebbene la scuola era iniziata una settimana prima, solo il giorno precedente era andato a fare l'iscrizione per Scienze Applicate: inizialmente non volevano accettarlo dato che era in ritardo di troppo tempo ma grazie alle sue abilità matematiche e scientifiche lo accettarono con un "Sarai una risorsa preziosa alle Olimpiadi di Matematica" con un sorriso che farebbe invidia agli attori più bravi. Sirio aveva l'abilità di riuscire a leggere perfettamente le persone, era carismatico e sapeva utilizzare bene le parole. Queste abilità gli tornarono utile tantissime volte: come quando voleva entrare in un negozio di CD perché troppo piccolo. Alla fine entrò senza problemi e il commesso non gli fece neanche pagare i due CD che aveva scelto. Sirio era sempre stato un ragazzo indipendente, forse troppo: non diceva mai di essere il figlio di Jonathan Gray, uno degli uomini più potenti e ricchi degli USA, odiava mettersi in mostra e ancor di più dire di essere un miliardario per eredità per questo usò un cognome falso a scuola e scappò di casa una settimana prima dell'inizio della scuola. Infatti era da due settimane che scappava dalle guardie del corpo che suo padre gli aveva messo alle costole, "devi studiare e maturare, sarai tu a portare avanti la nostra azienda" diceva. La goccia che fece traboccare il vaso fu l'annuncio, da parte di suo padre, che egli stesso e Sirio avrebbero dovuto partire per un viaggio di lavoro con i Webber, una famiglia che gestiva connessioni internet. Sirio raccolse quanto più denaro possibile (circa per due mesi) e andò ad abitare in una casa vuota vicino ad un carcere di massima sicurezza, ripristinò la corrente e l'acqua grazie a dei contatti ma preferì non mettere la wifi per evitare spese inutili e per non correre il rischio di essere rintracciato.

Il pullman arrivò alla sua ultima fermata e tutti i ragazzi scesero velocemente per andare alle proprie lezioni o per fare filone, dipendeva dai casi. Darius, insieme ad April, andò in classe dato che aveva sentito in giro la notizia di un nuovo studente molto dotato e che avrebbe frequentato la sua stessa classe. Darius pensò molto al ragazzo nuovo, immaginandolo in tutti i modi possibili: basso o alto, brufoloso o con pelle perfetta, carnagione chiara o scura, con gli occhiali o senza... Di certo non si aspettava che il ragazzo nuovo fosse quello che lo "perseguitava" da due giorni: Sirio Jackson

|||ʟᴏᴏᴋ ʙᴇʏᴏɴᴅ ᴡʜᴀᴛ ᴅᴏ ʏᴏᴜ sᴇᴇ|||𝔱𝔢𝔪𝔞𝔱𝔦𝔠𝔞 𝔩𝔤𝔟𝔱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora