Capitolo 1 - Monelli

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Seduti sul pianerottolo, James e Mary cercavano di sfuggire a Suor Giuseppa, intenta a prenderli e metterli in isolamento per aver combinato l'ennesimo guaio della giornata.
«oggi sarebbe stato divertente se non fosse stato per quello stronzo di Lucas» sentenziò Mary.
Lei era una ragazza astuta, dal forte carattere, che non si faceva mettere mai i piedi in testa da nessuno.
«sai com'è lui...non è colpa sua se ha la sindrome del "non mi faccio i cazzi miei neanche se mi pagano"» i due risero tenendo un tono di voce basso per non farsi beccare. James era un ragazzo più calmo; cercava sempre un compromesso per evitare litigate con qualsiasi persona, mentre per Mary ogni scusa era buona per bisticciare...anche con le suore.
«è incredibile il modo in cui corre Suor Giuseppa! L'hai vista? Corre come una vecchia ottantenne -con tutto il rispetto per suor Maria Elena-»
Aggiunse Mary ridacchiando. D'un tratto la porta di fianco a loro si spalancò, rivelando una suora piuttosto anziana, dal viso paffuto e docile. Era Suor Maria Elena; a volte si sentiva arrivare da chilometri di distanza a causa del suo profumo che impestava ogni volta ogni parte del collegio.
«oh mio Dio! Dimmi cosa devo fare con questi due!» disse la suora ridacchiando.
«su ragazzi alzatevi! È ora di fare due chiacchiere»
Concluse.
I due ragazzi si alzarono e la seguirono fino alla sua stanza. Ci erano entrati molte volte, anche se non era permesso ai ragazzi di entrarci, ma loro erano sicuramente i preferiti di Suor Maria Elena.
«allora Mary, perché hai abbassato la gonna alla signorina Smith? Ti ha fatto qualcosa?» chiese dolcemente.
«Be' sì Suor Maria. Mi ha fatto inca-volare...»
«be', penso che questo non sia il modo giusto di risolvere una faccenda...no? Facciamo così, se domani avrai il coraggio di scusarti GENTILMENTE con lei difronte alla classe intera, avrai un premio»
Mary, senza batter ciglio, si alzò dalla sedia girevole della scrivania della anziana, uscì dalla camera e andó a riferire il tutto a James.
«capito? Avrò un premio! Non so quale possa essere, ma non credo che importi» disse emozionata la ragazza.
«e se il premio fosse l'essere adottata?»
«naaaah! Suor Maria Elena sa bene che non vogliamo essere adottati, e se ci dovessero adottare dobbiamo rimanere insieme»
«Sí, ma Mary pensaci bene...non potremo rimanere qui mica per sempre!»
«perché no? Io potrei farmi suora, tu frate, e così potremmo lavorare qui e stare insieme!»
James non era affatto convinto di quello che stava dicendo la sua amica, ma non dimostrò il suo disaccordo nei suoi confronti.
«e poi pensaci bene, tu non vorresti mica non rivedere mai più Suor Maria Elena!» aggiunse Mary facendo una faccia triste.
James non disse niente; sicuramente non concordava, ma non poteva dirlo, perché la sua paura nei confronti di Mary era più alta dei suoi voti - e lui era un secchione coi fiocchi -.
La notte arrivò piuttosto in fretta. Mary stava finendo i compiti di algebra, mentre James stava scrivendo un altro dei suoi racconti.
«che cosa scrivi 'sta volta?» chiese Mary allungandosi verso il ragazzo.
«be', sto immaginando come sarebbe essere adottati» uno sguardo assassino comparve sul volto di Mary.
«e hai scritto cose orrende...immagino» e senza indugi, l'amica strappò il quaderno di mano a James.
Essere adottati. Probabilmente sarebbe una cosa strana, ma allo stesso tempo meravigliosa; facciamo finta che il giorno in cui io venissi adottato sarebbe un giorno pieno di luce e meraviglie. La flora e la fauna sarebbero prosperose e il vento avrebbe un suono soave, come il respiro dei miei futuri genitori. Tutto sarebbe perfetto. Il mio pensiero è ogni giorno fisso su questo argomento: come sarebbe essere adottati? Avere qualcuno che ti tratta da figlio, che non ti tira sberle quando sbagli qualcosa e che non ti fa pregare ogni dieci minuti.
Mary si interruppe a metà.
«se tu la pensi così, faresti meglio a trovarti in fretta una famiglia» disse per poi girarsi dal lato del muro e cominciare a dormire.
«cosa vuoi? Adesso non ho neanche il permesso di pensare?»
«buonanotte J»
«notte M»
Si chiamavano con le iniziali dei loro nomi quando litigavano. Era una cosa bizzarra, ma che permetteva a tutti di capire se stessero litigando o scherzando.
Il fastidioso suono della sveglia rimbombò in tutta la stanza, svegliando Mary e James. I due erano troppo rimbambiti per capire cosa stesse accadendo in quel momento. Suor Giuseppa irruppe nella camera urlando a squarciagola.
«forza ragazzi! È ora di svegliarsi! Oggi è il vostro turno lucidare le cucine!»
«lucidare le cucine? Da quando è un lavoro che bisogna eseguire?»
«è la punizione per aver sgarrato alle regole. E ora vestitevi e mettetevi a lavorare piccole pesti!»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12, 2019 ⏰

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