"dottore, cio comprometterà la sua vita?" una voce roca riempì il silenzio che si era creato nella stanza; ma non per molto.
"signor Han, non posso assicurarle niente, per il momento faccia fare a jisung i suoi esercizi, nel caso la situazione dovesse peggiorare ricorreremo a delle misure drastiche" la voce del dottore si spezzò pronunciando le ultime parole; erano taglienti, stavano distruggendo interamente jisung.Il ragazzo si alzò uscendo dalla piccola stanza; teneva i pugni chiusi e premeva con tutta la sua forsa sui suoi palmi, era come se da un momento all'altro avrebbe potuto tirare un pugno al muro che si trovava davanti, forse lo avrebbe fatto sentire meglio, forse lo avrebbe aiutato a scaricare la rabbia ma non ci riusciva, l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di correre il più veloce possibile in un posto isolato: il bagno.
Lo sguardo di Jisung era rivolto verso il suo riflesso, si guardava con disgusto e si faceva pena da solo. Un ragazzo come lui non meritava quella vita, questo era quello che si ripeteva ogni volta che si trovava all'ospedale."perché proprio io? Perché mi hai fatto questo, non me lo meritavo" la sua voce era spezzata e faticava a parlare, le lacrime stavano ormai rigando il viso del moro, che con la poca forza che aveva in corpo si buttò seduto contro il muro.
L'unica cosa di cui aveva bisogno, adesso la stava perdendo.
Stava tremando e lo sapeva, ma non poteva fare altro, in quel momento si sentiva vulnerabile forse troppo.
La mano tremante si posò sul suo orecchio premendoci sopra, si sentiva come in un abisso, circondato da acqua che gli impediva la giusta comprensione dei suoni circostanti.
"fa male." fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di tornare a casa....
"signorino han, si alzi o farà tardi a scuola" la dolce voce di una donna invase la stanza, era alta ma jisung a stento riusciva a comprendere qualcosa, ma poco gli importava, non gli ci voleva molto per capire che si sarebbe dovuto alzare per andare a scuola.
Fu quello che fece, si alzò dal suo letto indicando alla donna più grande di lui la porta, per farla uscire.
Si mise la propria divisa e si sistemò la cravatta, o almeno ci stava provando.Jisung scese dalle scale con lo zaino sulle spalle. Era pronto per un'altra giornata stressante che avrebbe affrontato dormendo senza crearsi problemi.
"non mangi?" quello che era un signore di mezza età si riferì a jisung; per tanto quest'ultimo scosse la testa varcando finalmente la porta di casa di casa.
Prese dalle tasche gli auricolari e li mise senza collegare la spina, tanto non sarebbe servito a molto, pensava lui."HAN! JISUNG!" una voce stridula che il moro riconobbe grido il suo nome ai quattro venti. Con un gesto svelto si tolse un auricolare guardando il ragazzo dai capelli color carota correre verso di lui con un sorriso a trentadue denti.
"oh, Felix" fu ciò che disse quando l'amico riuscì ad avvicinarsi a lui.
Felix contagiava sempre il morale di Jisung e lo rendeva sempre felice e positivo, quando realmente non lo era granché.
"buongiorno" lo salutò Felix sorridendo ancora all'amico che istintivamente con un gesto della mano gli arruffò i capelli.
"buongiorno a te Felix" si poteva percepire un lieve entusiasmo dal suo tono.
"allora com'è andata la visita? Ci sono novità?" chiese curioso l'australiano che riprese a camminare al passo con jisung.
"niente di niente-" si irrigidì alle domande fatte dal ragazzo. entrò in classe sedendosi al suo posto insieme a Felix.Le lezioni iniziarono dopo qualche minuto e jisung già dormiva sul banco con la faccia spiaccicata su esso; la bocca schiusa e il cappuccio della tuta che lo copriva il più possibile.
La prima, la seconda e la terza ora, dormì per tre ore di fila, fino ad arrivare all'ora di pranzo dove prontamente Felix lo strattonò per svegliarlo e fargli mangiare qualcosa, dato che l'australiano sapeva che Jisung si rifiutava di fare colazione, in più tra qualche minuto avrebbe dovuto prendere una pillola.
"jisung, devi mangiare alzati" continuò felix per un paio di minuti a strattonare il moro che alla fine decise di svegliarsi e andare a mangiare.Nel tragitto per arrivare alla mensa Felix lo passò a parlare delle materie, dei suoi voti e di cose del tipo - dovrei cambiare colore di capelli?-
Jisung invece percorse il tragitto in silenzio, non ascoltando minimamente le parole dell'Australino e non rispondendo alle sue domande; era così ormai, non parlava molto e quando lo faceva non diceva nemmeno granché.
"jisung, mi stai ascoltando?" felix sventolò una mano sul viso del moro catturando la sua attenzione dopo minuti.
"mh?" fu l'unica cosa che riusci a far uscire dalla sua bocca, nient'altro.
"ti stavo dicendo, vuoi sederti o rimarrai con il vassoio in mano fino al suono della campanella?" domandò a jisung l'australiano con un filo di preoccupazione in voce.
"sì, tranquillo" prese posto e iniziò a mangiare il suo pasto senza però portarlo al termine.
Prese dalla tasca della sua giacca un contenitore di pillole, ne prese una e la mise in bocca buttandola giù con dell'acqua.Jisung odiava prendere quelle pillole, gli si bloccavano in gola per una decina di secondi, come se da un momento all'altro le avrebbe dovute vomitare; la sensazione non è così piacevole d'altronde.
"Felix, io torno in classe per primo voglio riposare un po' dato che ho tempo" l'australiano annuì sapendo che in realtà jisung non si sarebbe riposato, ma avrebbe fatto altro, d'altronde però pensava anche che al moro servisse un po' di spazio per se stesso.
Jisung si congedò in classe e prese il suo posto.
La stanza era vuota perfetta in quel momento per lui.
Prendendo fiato, iniziò a canticchiare una canzone che teneva in testa già da un po' di tempo, doveva cantarla e quale momento migliore se non questo dove si trovava da solo, o almeno così lui pensava....
"Minho!" un ragazzo alquanto basso corse verso l'altro che aveva appena chiamato. Il corvino fece segno di stare zitto all'altro, ma questo non lo ascoltò, anzì si avvicinò iniziando a rimproverarlo per non averlo aspettato.
"coglione, sta zitto." Minho tappò la bocca al più basso nascondendosi dietro la finestra da dove qualche minuto prima stava segretamente spiando quello che era un jisung immerso nel suo canto.
Il più basso lo strattonò togliendosi la sua mano dalla bocca.
" ho capito ho capito" sussurò
"che stai facendo?" continuò il moro.
"sto registrando la sua voce" disse come se fosse la cosa più ovvia e infine indicò il proprio cellulare che era poggiato sulla finestra.
"perché? Sei scemo per caso?"
"no, solo.." Minho rimase li a pensare, perché stava registrando in quel momento? E perché si stava nascondendo?
"penso mi piaccia la sua voce, changbin" disse soltanto riprendendosi il telefono.
"oh, così ti piace la sua voce, giusto" annuì il più basso che si trovava sul punto di picchiare Minho per una cavolata del genere.
Quest'ultimo riposò il proprio telefono e si diresse verso l'atrio cercando di snodare i propri auricolari - missione impossibile- pensava.
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𝐿𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑜𝑐𝑒 -Minsung-
Fanfictionboyxboy Don't like? Don't read. Se vi piace la minsung e le storie tristi a tratti divertenti, siete nel posto giusto.