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Erano ormai passati due giorni da quella scena al bar davanti a tutte quelle persone e anche se Jisung si ripeteva e ripeteva agli altri di stare bene non era così.
Aveva paura di ritornare a scuola, sapeva che non sarebbe successo niente, perché accanto a lui a proteggerlo c'era Felix, ma non poteva fare altro che pensare al peggio.
Era un ragazzo davvero paranoico e se ne rendeva conto.

...

Erano le 06.11 del mattino, Jisung si trovava seduto sul letto a fissare il muro con le mani che si torturavano a vicenda.
Lo schermo del suo cellulare si illuminava mostrando una decida di messaggi, tutti di Felix dove pregava all'amico di venire a scuola e di non preoccuparsi, ricordandogli anche che oltre a changbin in quel bar non c'era nessuno della loro scuola.

Felix
«Jisung daii, vieni mi vuoi lasciare solo? »

«ti preeeeeeego»

«so che stai leggendo ma non hai le palle di rispondermi»

«vabbè significa che oggi troverò qualcun'altro con cui passare il tempo»

Il moro fece una smorfia leggendo l'ultimo messaggio, così con decisione si tolse le coperte di dosso e si alzò dal letto correndo in bagno per farsi un bagno caldo, tanto erano le sei e apparte la domestica non c'era nessuno sveglio, aveva tutto il tempo disponibile, ma pur avendolo uscì dal bagno circa una decina di minuti dopo con un accappatoio bianco e un fono in mano.
Corse verso la propria camera e accese il phon beandosi dell'aria calda che fuoriusciva da esso.
Ci impiegò venti secondi ad asciugarsi i capelli e fortunatamente non perse nemmeno tempo a indossare la divisa che aveva preparato prima di correre verso il bagno.
Era pronto ma l'ora segnava le 06.45
Troppo presto per incamminarsi verso la scuola.

...

07.00

"signorino l'auto è pronta, sta aspettando solo lei" la signora informò Jisung che si era appena messo lo zaino sulle spalle.
"andrò a piedi anche oggi" rispose soltanto il moro varcando finalmente la porta di casa con gli auricolari alle orecchie.
E come ogni mattina quasi vicino al cancello della scuola, il ragazzo australiano, dai capelli color carota e le lentiggini si avvicinò al moto contento.
"allora hai letto i miei messaggi eh" affermò" Felix circondano le spalle di Jisung con un braccio, che prontamente il moro scostò dalle sue spalle.
" sì, ho letto i tuoi messaggi e sono venuto solo per stare d'occhio a te, non devi sostituirmi" si lamentò il moro sembrando quasi adorabile agli occhi di Felix che non faceva altro che sorridere.
"non l'avrei fatto scemo, però avrei iniziato a parlare con changbin-"
"ehi" il ragazzo che era appena stato menzionato dall'Australiano si presentò davanti a loro accompagnato da un ragazzo con i capelli corvini, un viso a dir poco carino e ovviamente più alto dell'ultimo.
"come non detto, parli del diavolo-" Jisung iniziò la frase venendo interrotto dal corvino che si trovava a fianco di Changbin.
"e spuntano le corna" quest'ultimo sorrise a Jisung ricevendo in cambio una smorfia e un sorpasso.
Il corvinò guardò la figura del moro allontanarsi con la bocca semi aperta, segno di shock.
"perdonalo, non è molto propenso a parlare con persone che conosce, in realtà è buono eh" Si scusò Felix mentre il più basso dei tre lo derise fortemente.
"oh, d'accordo".

Felix con una corsetta aveva raggiunto Jisung che si trovava ormai in classe al suo posto.
"Jisung, sei stato maleducato" lo riproverò l'amico prendendo posto, tutto ciò che fece il moro fu alzare il cappello della felpa e poggiare la testa sul banco per cercare di dormire giusto qualche oretta.

Le solite tre ore in cui il moro dormiva passarono molto rapidamente, tanto che avrebbe voluto saltare il pranzo per dormire ancora. Molti suoi compagni pensavano che jisung fosse un ragazzo pigro e viziato a causa della sua famiglia che possedeva varie aziende e di conseguendo guadagnavano molto di più di un coreano medio, ma in realtà non era così, Jisung non era pigro, aveva solo perso la voglia di scoprire il mondo, la spensieratezza che di possedeva in quel periodo, l'innocenza, era solo vuoto dentro, eccetto in quei momenti dove lo affiancava l'australiano.
Dormiva e anche tanto mentre era a scuola, non a causa delle lezione che potevano essere anche leggermente noiose, ma a causa di quello che lui chiama "piccolo problema di passaggio" che poi tanto di passaggio non era.
Ciò non gli permetteva di dormire adeguatamente in mezzo al silenzio, perciò passava notti insonne, dormiva in classe perché solo lì poteva, lo aiutavano le voci dei compagni e dei professori, di sentiva più se stesso.
Per questo Felix non lo disturbava mai mentre dormiva, perché sapeva tutta la sua situazione e cercava di aiutarlo in ogni modo, ma ciò non gli impediva non obbligarlo a farlo mangiare, dato che jisung mangiava talmente poco che le sue energie si consumavano con un solo giro di campo.
"jisung, so che vorresti dormire lo vorrei anch'io lo sai, ma non puoi devi mangiare qualcosa" Felix era esasperato, stava cercando di svegliare il suo amico da interi minuti, a causa di questo stava perdendo anche lui la pausa pranzo.

"Ehi, sei Felix giusto? Stai perdendo la pausa pranzo" l'impresa dell'Australiano di svegliare jisung venne interrotta da una voce a lui familiare.
Felix si rivolse verso il ragazzo che aveva precedentemente parlanto.
"oh sei tu Minho, sto cercando di di svegliare Jisung, ma sembra non volerne sapere" il corvino puntò il suo sguardo sul ragazzo che stava beatamente dormendo sul banco e si avvicinò incuriosito.
"ci penso io se vuoi, tu vai a mangiare io ho finito. Al massimo se non riesco a svegliarlo te lo dico" propose a Felix il corvino.
"davvero? Te ne sarei grato, sto morendo di fame, grazie mille" Felix ringraziò minho e fece per uscire ma tornò indietro.
"Changbin ha finito di mangiare?" sorrise stupidamente l'australiano.
"si, probabilmente deve ancora iniziare, se ti sbrighi lo trovi" rispose minho lasciando vacillare il suo sguardo da jisung a Felix.
"oh dimenticavo, se si sveglia ricordagli delle pillole, altrimenti non le prenderebbe" il corvino annuì soltanto e Felix uscì finalmente dalla stanza diretto in mensa.

"dovrei svegliarti giusto?" chiese minho più a se stesso che al ragazzo dormiente sul banco;
Per qualche strana ragione a lui ignota non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, anche se non poteva scrutare perfettamente il viso del minore a causa del cappuccio della felpa.
Il ragazzo si chinò poggiandò la testa sullo spazio rimanente nel banco.
Non avrebbe provato a disturbare il suo sonno, tutt'altro lo chiamò soltanto con una voce che lasciava percepire un pizzico di tenerezza
"jisung-ah~" sussurrò il corvino prolungando il suono del suo nome.

"sarà meglio ascoltare il mio istinto e lasciarti dormire" minho si alzò e facendo il giro di tutti i banchi si soffermò davanti alla lavagna scrivendo con il piccolo gesso bianco su essa.

...

Jisung si era svegliato giusto qualche minuto prima del suono della fastidiosa campanella, era solo in classe.
Si stropicciò gli occhi con una mano e alzò lo sguardo davanti a sé, notando che sulla lavagna c'era qualcosa scritto.

Ben tornato nel mondo dei vivi dormiglione.
Prendi le tue pillole e mangia quella tortina di riso, avrai fame.
Se vengo a sapere che non hai mangiato sono guai!! \(> - <)/

Lo sguardò del morò si posò automaticamente sul proprio banco, sopra c'era una tortina di riso e il contenitore delle sue pillole con tanto d'acqua.
Era molto confuso in quel momento, chi poteva essere stato? Felix non era il tipo, inoltre lui non conosceva nessun'altro.

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Io non so se questa fanfiction vi stia piacendo quanto stia piacendo a me scriverla.
In ogni caso mi scuso per gli errori in questo capitolo e anche nei precedenti.

𝐿𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑜𝑐𝑒 -Minsung-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora