Due

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E si trovava lì in una stanza della sede centrale della polizia, quello che potesse sembrare uno sgabuzzino ma in realtà era una semplice stanza d' interrogatorio; veramente orrenda, doveva ammetterlo, fu il primo pensiero che gli venne in mente appena messo piede lì.

«Siediti, forza. » L'agente strattonó per il braccio Taehyung per costringerlo a sedersi, davvero stronzo.
Purtroppo non potette ribellarsi e quindi fece ciò che gli fu imposto.
« Aspetta qui e sta fermo. » Continuó l'agente, dove poteva mai andare, dopotutto era ammanettato e la porta era sicuramente chiusa a chiave.

Quest'ultimo non poteva fare altro che guardarsi intorno, tutto ciò lo aveva scosso, era ancora sconvolto dalla situazione, per lui nuova e quasi surreale; davanti a lui aveva una grande vetrata, ovviamente oscurata, e sapeva benissimo che dietro ci fossero degli agenti che lo stessero sorvegliando, quella stanza era piena di videocamere e microfoni, risaputo, era sempre così nei film.

«Bene bene, chi abbiamo qui. » Sussultó il povero ragazzo seduto nel sentire una voce da lui sconosciuta che oltrepassava la porta d'accesso a quella stanza. Quell'uomo, sotto la trentina, aveva pensato Taehyung, non aveva la divisa, chi poteva mai essere.

« Kim Taehyung, 21 anni, accusato di omicidio del proprio padre. Wow ce ne vuole ad uccidere un proprio familiare. » Questo ragazzo, dal nome sconosciuto, si era ormai seduto difronte a lui, aveva un fascicolo poggiato sul tavolo, lo iniziò a sfogliare. « Hai già un avvocato? Avvisato a qualcuno? » il minore scosse la testa, non conosceva nessun avvocato e tanto meno la madre dato che anche lei anni prima era morta ma la causa fu una malattia terminale.

«Leggendo il fascicolo posso vedere che si hanno già alcuni indizi e prove e portano direttamente a te. Sul coltello ci sono le tue impronte. »

Com'era possibile? Ogni volta che si faceva un panino o altro il coltello lo lavava e quindi le impronte si eliminavano a loro volta, in quel momento dell'uccisione del padre lui non vi era neanche in casa.

L'avevano incastrato, ma come?

« Detective Jeon, vi vuole l'agente Jung. Rimango io qui. » ed eccolo di nuovo, quell' agente stronzo che lo aveva portato in centrale, cavolo proprio lui no, sembrava quasi che lo odiasse.

Il detective Jeon ormai era andato via e si trovava solo con l'altro tizio, soprannominato da lui lo stronzo.
Un piccolo sospiro uscì dalle proprie labbra mentre aveva il capo chinato, perché proprio a lui doveva capitare ciò? Non aveva fatto niente di  sbagliato in tutti i suoi anni, certo qualche bravata c'era stata ma di certo non a livelli di un omicidio, non era mica un assassino.

«Tu, bamboccio, hai ucciso il tuo genitore rimasto ed ora fai il dispiaciuto o meglio, quello che non ne sa nulla. Questi tipi di casi ne vediamo a bizzeffe e tu di certo non ci prenderai in giro. Qui a seoul siamo i migliori, ti porteremo diritto dietro le sbarre. »

Hey hey hey
Come va?
Vi è piaciuto questo capitolo?
Questo è un piccolo regalo per quelle poche persone che stanno leggendo la storia.
Grazie per il sostegno,spero non ci siano errori grammaticali.
Alla prossima.

Makeitrvght

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𝐈𝐧𝐠𝐚𝐧𝐧𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 || 𝐊𝐨𝐨𝐤𝐯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora