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Prologo

«Corri, Astral! Scappa!» urlò un uomo a sua moglie prima di essere divorato.

L'elfa prese in braccio la figlia più piccola e corse via, seguita dal primogenito.

Si inoltrarono in una foresta buia, cercando di seminare i mostri assassini, tuttavia lo scrocchiare delle foglie secche della bruma autunnale lì tradì.

«Forza, Drakorius, corri!» Urlò, disperata, la madre al figlio, sapendo di essere stata quasi raggiunta.

Accelerarono, ma non era abbastanza.
Erano in un vicolo cieco: a destra due delle creature li aveva raggiunti staccandosi dal gruppo principale e quest'ultimo li aveva raggiunti pochi secondi dopo. Non potevano più scappare. In preda alla disperazione, per salvare i figli, l'elfa sguainò la spada pronta a combattere.

«Drakorius! Proteggi sempre tua sorella. Vi porterò via da qui con la magia!»

«Perché tu non vieni? Vieni con noi, ti prego, mamma!» urlò il bambino con voce rotta dalla paura.

«Non posso, Drako, non avere paura. Lo faccio per proteggervi.» cercò di spiegargli la madre.

«Non voglio andare via senza di te!» piagnucolò il piccolo con gli occhi umidi.

«Devi, figlio mio. Prendi questi.» disse l'elfa al suo primogenito, porgendogli due differenti amuleti dalla forma strana. «Danne uno anche a tua sorella.» gli raccomandò, baciandogli la fronte per un'ultima volta.
Le mani dell'elfa si illuminarono di una luce dorata, mormorò l'incantesimo e i due bambini scomparvero.

I suoi occhi azzurri, prima pieni di amore e preoccupazioni, ora erano gelidi e privi di ogni emozione. Si girò con la spada in mano, pronta a combattere e...anche a raggiungere il suo amato nella morte.

Quelli la raggiunsero in branco e la accerchiarono, non poteva scappare. Roteò la lama cercando di allontanarli, con pochi risultati. Con un fendente ne abbatté uno e abbassandosi schivò l'attacco di un altro. Se la stava cavando abbastanza bene, ma quei mostri erano troppi e presto avrebbe esaurito le energie. Un artiglio le trapassò da parte a parte la spalla destra, ma lei, con un gemito di dolore, gli infilzò la lama nel ventre. Non poteva morire, i suoi figli avevano bisogno di lei, e lei aveva bisogno di loro. Dalla spalla ferita sgorgava parecchio sangue, ma non si sarebbe fermata. No, lei li avrebbe uccisi tutti oppure sarebbe morta portandone il maggior numero possibile con sé.