Stella si svegliò di soprassalto madida di sudore: ancora i soliti incubi che non riusciva a ricordare.
Quella notte l'aveva passata a girarsi e rigirarsi nel letto, riuscendo ad addormentarsi alle quattro.
Si vestì e scese le scale trovando Axel già in piedi che preparava la colazione.-Buongiorno, Stella.-
-Buongiorno, Axel, vedo che ti sei svegliato presto.-
"Chissà cosa pensa di me dopo la mia reazione di ieri sera... non avrei mai pensato di farmi vedere in quello stato da qualcuno."
Fece colazione in silenzio e lo stesso fece Axel.
Uscirono e si incamminarono verso la scuola. Non appena attraversarono il grande arco all'ingresso si divisero.
Lui era un anno più grande di Stella e le loro classi erano ai lati opposti dell'istituto.Lei stava camminando nel cortile quando si sentì tirare per il colletto della maglia. L'individuo che era riuscito a prenderla così alla sprovvista indossava un mantello scuro e teneva il cappuccio sollevato in modo da impedirle di riconoscergli il volto. Era poco più alto di lei, circa un metro e sessantacinque sul suo metro e sessanta.
Il ragazzo la trascinò in un angolo della scuola dove non c'erano studenti e si tolse il cappuccio del mantello mostrandole il suo volto. Lei sgranò gli occhi dopo averlo riconosciuto, tuttavia non sembrava stare bene: i suoi occhi sottili dalle iridi grigie con sfumature azzurre erano incorniciati da profonde occhiaie scure.
I capelli neri, rasati fino alla punta delle orecchie e lasciati più lunghi sopra, erano sporchi di sangue secco e fango e alcune ciocche gli ricadevano davanti al viso.-Lyvai?!- sussurrò incredula per non rischiare di farsi sentire dagli altri studenti. -Che ci fai qui? Va tutto bene?-
-Sei in pericolo! Chrono conosce la tua posizione. Ha mandato dei sicari delle più disparate razze per ucciderti, c'era persino uno di loro.- le spiegò.
-C'era? In che senso?- chiese confusa.
Prima di risponderle, il ragazzo aprì il mantello sguainando la sua spada dal fodero che teneva legato alla vita.
La lama era spezzata circa a metà della sua lunghezza originale.Sebbene lui avesse provato a nasconderlo, Stella era riuscita a intravedere una macchia più scura sul fianco sinistro della maglietta bianca che indossava per coprire la cotta di maglia.
-L'ho ucciso cosicché non dovessi combatterci. Quei mostri hanno... lo sai.-
Lei si incupì. Ricordava vagamente quello che era successo quando aveva solo due anni, ma non voleva conoscere altro. Le bastava sapere che quei mostri avevano ucciso suo padre e, molto probabilmente, anche sua madre, di cui non era mai stato ritrovato il cadavere.
Lui istintivamente si portò una mano al fianco.
-Sei ferito?- gli chiese.
-Prima che potessi ammazzarlo quel mostro è riuscito a colpirmi con i suoi artigli. Ti dispiace se prendo le foglie dell'Aurea Lignis che ti sono state date prima della partenza?- le spiegò
"Se quella ferita gliel'ha procurata uno dei mostri più terribili e pericolosi del nostro nemico... spero che quelle foglie riescano a guarirlo. Se dovesse morire anche lui credo che non riuscirei ad andare avanti."
-Certo che no! Ti accompagno.-
-No, tu vai in classe. Quel tuo amico troverà strano non vederti all'uscita.-
-Troverò una scusa. Tu sei più importante di una stupida lezione. Andiamo.-
Lyvai si rimise il cappuccio seguendola a distanza in modo da non destare sospetti anche se oramai nel cortile non c'era più nessuno: non si poteva mai sapere quali occhi ti osservavano. Lungo la strada il ragazzo non disse una parola limitandosi a seguire la ragazza con una leggera andatura zoppicante.
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FantasyStella Drake è una ragazza indipendente e apparentemente sicura di sé, ma il suo terribile passato la tormenta riuscendo, a volte, a fuoriuscire, sotto forma di lacrime, dalla barriera di ghiaccio che è riuscita a costruire intorno al suo cuore. Ne...