Cristalli e Gessetti

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Aspettare a volte è decisamente snervante. È necessario quando ci si "guadagna" da vivere come faccio io, ma non sta scritto da nessuna parte che sia divertente. Perché pur essendo una persona paziente, almeno la maggior parte delle volte, non c'è molto che possa fare per far passare il tempo in queste occasioni.

Non si deve far rumore, non si deve attirare l'attenzione e non ci si deve distrarre. Altrimenti i casi sono due: se la sfortuna ti ha preso di mira finisci dritto all'altro mondo senza possibilità d'appello, oppure se sei leggermente più fortunato solo al fresco. Solo che anche quello tende a diventare una seccatura dopo la terza evasione; dovuta principalmente al fatto che alcune delle guardie qui proprio non capiscono che se mi tengo un set di grimaldelli in borsa praticamente in bella vista è perché voglio che vengano trovati quelli lì, vecchi e coi dentelli spuntati, mentre il corredo sano è ancora comodamente a disposizione per filarmela.

Inoltre hai un sacco di tempo per riflettere, e questo può rivelarsi un passatempo pericoloso. Capita quando si sta spesso da soli, si è sempre amato leggere e ci si ritrova con l'immaginazione che corre come un treno. Osservo le persone, quello che fanno, leggo i discorsi sulle loro labbra, ogni tanto posso perfino ascoltarle. E da lì comincio a pensare e fare supposizioni.

Ad esempio perché questa gente, che supponevo fossero semplici stranieri di passaggio come tanti altri, stia collaborando con lo sceriffo e il suo vice venendo anche ricevuta nientemeno che dal "nostro" illustre sindaco. O anche ipotesi più leggere, come chiedersi da dove cavolo sia saltata fuori quella sottospecie di gufo umanoide che cerca di bere appena può o perché la bionda con quello che a mio modesto avviso è un serio problema di gestione della rabbia finisca sempre a scornarsi col mezzelfo del gruppo per qualche motivo.

Sbuffo, comincio a non poterne più. Mezzanotte dev'essere passata da un bel po'. Stare sui tetti poi è abbastanza scomodo e se si vuole avere una certa libertà di movimento non ci si può infagottare più di tanto, per cui ogni tanto rabbrividisco per l'occasionale spiffero che s'infila sotto ai vestiti. Oh, e poi ci sarebbe anche la questione che il cappotto per il momento non sta molto simpatico ai miei risparmi e l'ultima moneta d'oro me la devo tenere per pagarmi la stanza...

Alle mani, fredde a dispetto dei guanti senza dita che indosso per avere le dita libere, non presto attenzione. Se c'è mai stato un momento nella mia vita in cui sono state calde, devo essermelo scordato da un pezzo.

Tanto vale ripassare mentalmente il piano, mi stanno dando un sacco di tempo per fare i compiti e studiare bene il terreno così da evitare d'incappare in qualche impiccio inaspettato.

Finisco di intrecciare i capelli, avvolgendo poi la treccia in più giri fissandola con uno spillone per levarmela di torno e non offrire una presa nel caso, spero ipotetico, in cui qualcosa vada storto. Ho imparato a non portare cappucci veri e propri, sempre per questo motivo, ma la faccia me la devo nascondere lo stesso. Per cui la notte in cui riuscii a mettere le mani su uno scialle nero di seta damascata, decisi di non rivenderlo anche se avrei potuto guadagnare bene. È leggero, bello grande e quindi facile da avvolgere intorno alla testa senza impedirmi i movimenti e se il caso lo richiede, tipo stasera, il lembo che avanza posso anche tirarlo sul naso così da lasciar scoperti solo gli occhi.

Finalmente, uno ad uno, se ne vanno a dormire. Era ora, maledizione, che diamine stavano combinando per stare svegli fino a quest'ora?

Aspetto che si spenga anche l'ultimo lume, e conto mentalmente quei ragionevoli dieci minuti circa sperando che tutti siano stanchi dalla giornata spesa a correre su e giù per la città o quantomeno che abbiano abbastanza alcol in corpo da addormentarsi in fretta.

Lo spero soprattutto perchè da quello che ho capito, quando per origliare le loro conversazioni e capire che abitudini hanno sono stata costretta a investire qualche spicciolo ed entrare nella locanda, la bionda ha il sonno leggero e se la svegliano è tutt'altro che di buonumore. Lei è il principale ostacolo a questa piccola impresa notturna. Ho deciso subito di starle alla larga visto come concia chiunque le capita a portata di lame, non ci tengo a fare la fine degli elfi delle macerie che hanno attaccato la banca.

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