Dal 2012 lei mi ha sempre portato in ospedale per il diabete e per farmi star bene, ma mai nessuno capirà il dolore che avevo dentro vedere i paramedici entrare di corsa in casa, prendersi mia nonna accasciata per terra e portarsela via. Nessuno mai capirà quanti pianti isterici silenziosi, rabbia e tristezza avrvo dentro nel non averla accanto per settimane... "quando eri in ospedale ti ricordi nonna di quella foto che hai nel telefonino mia e di Laura (mia cugina) e dicevi DEVO FARCELA PER LORO?" ancora ricordo questa domanda, fatta l'ultima volta prima di non sentirla più... Ancora ricordo quel momento quando chiudemmo la chiamata e che fu stata l'ultima che potevamo fare... Dopo un anno quasi compiuto da mia nonna, il giudice decise di affidarmi a mio padre. All'inizio pensavo che la mia vita potesee migliorare ma tutto tornò solo da punto a capo, ero depressa, sola, amareggiata perche mia nonna stava male aveva smesso di curarsi dopo che sono andata a vivere da mio padre. Anno 2014, quella frase... quella frase ancora mi fa male ricordarla e scriverla... con quella frase ho dovuto lasciare mia nonna senza dirgli più un ti amo o chiamarla di nuovo mamma... Non gli dissi piu nulla, gli dissi solo "Ricorda bene questa frase e combatti per me e Laura, sei troppo importate per me" e la salutai. Maggio 2014 arriva una chiamata da mia zia dicendo che mia nonna sdraiandosi nel letto di ruppe il femore, non ebbi notizie di mia nonna fino a che...
Una chiamata... Una chiamata insolita, 25 luglio 2014 ore 01:24 chiama mio zio (medico anche di mia nonna) , "Roberto, mamma se ne è andata". Mio padre mi chiamò ma io ero con le cuffiette, mi chiamò per sei volte, alla settima andai in camera da lui e vidi lui e stefenia (la sua compagna) piangere, gli chiesi cosa fosse successo e mi rispose "nonna Anna" appena mi disse queste due parole scoppiai a piangere, urlai il piu forte possibile, ho tirato pugni e dissi "NON MI DIRE CHE È MORTA NONNA", mio padre calò lo sguardo e mi misi in camera, non ci credevo, mi sentivo vuota.