Sesto

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Loki si svegliò, sussultando

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Loki si svegliò, sussultando.

Era già giorno. O forse era ancora notte. Oppure non era trascorso che un istante da quello precedente.

Si passò una mano sul torace e lo scoprì madido di sudore da sopra i lembi della stoffa, assestati su di sé alla meno peggio.

Cos'era accaduto? Si chiese, non propriamente convinto di riuscire a distinguere i ricordi reali dalle immagini di un sogno.

Portava ancora sul proprio corpo l'odore di Thor, le carezze di Thor, le labbra di Thor, nella sua mente il loro avvicinarsi e sostare, l'uno fronte all'altro ed ascoltarsi, il loro sfiorarsi e quelle parole che il fratello aveva pronunciato e che gli erano scivolate dentro come il medicamento più intenso ad ogni ferita ricevuta nella sua vita.

Cos'era accaduto?
La sua pelle tremava ancora, allo stesso modo delle sue mani. Ogni parte di sé era avvolta da un dolce tepore.

Ricordava perfettamente come tutto era iniziato quella notte... il dialogo improvvisamente intimo che avevano avuto attorno al fuoco, la richiesta ripetuta di Thor di restargli vicino, quel piccolo bacio appena accennato che gli aveva apposto tra i capelli soltanto per tacitare ogni sua paura. Ricordava la sua impossibilità a sostenere quel momento, il terrore che la sua pelle si dipingesse di blu, rivelando ogni cosa, l'apice di ogni suo inganno. Ricordava di essersi alzato bruscamente dal masso ed essersi diretto verso l'uscita della grotta, per tentare di liberarsi nel buio in un piacere solitario.

Ma poi? Cos'era accaduto, poi?
Era accaduto che Thor l'aveva raggiunto, prendendolo alle spalle e lì, inesorabilmente, l'aveva spogliato di tutto. Lì, Loki, aveva scelto di cedere e di lasciarsi andare, finalmente, ad un bisogno che non era più in grado di gestire. Si era abbandonato tra le sue braccia, crollando sotto le sue parole, il suo respiro, il suo calore, ben più potenti e intensi degli stessi colpi del Mjolnir con cui il dio del Tuono assoggettava i Mondi.

"Oh, fratello!" Ansimò il giovane in quella semi-oscurità, non curandosi se l'altro potesse sentirlo. Si sentiva pregno di un'emozione sconosciuta, di una sorta d'estasi mai sperimentata. Per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì colmo di una gioia indicibile.

Un pensiero, fulmineo, lo attraversò e d'istinto si morse le labbra.

L'avevano fatto, poi, l'amore? Si erano spinti oltre il contatto che si erano concessi? Le aveva assaggiate, Loki, quelle labbra proibite che da troppo lungo tormentavano ormai i suoi sogni?
Forse.
Forse si. Forse no. Non aveva alcuna importanza.
In qualche modo, quella notte, aveva avuto Thor come mai era accaduto nella sua vita. In qualche modo, quella notte, Thor era stato suo, ed egli a sua volta gli si era impresso dentro, indelebile.

Fu allora che colto da un rinnovato moto di gioia si voltò di scatto alla sua sinistra, là dove normalmente l'altro giaceva addormentato, ma in quell'istante, quella stessa emozione si tramutò di colpo nel suo esatto contrario.

Limen - Sulla SogliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora