3.

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Apro le ante del mio armadio e cerco qualcosa da mettermi.

Alle sette e venti sono già pronta: ho indossato un vestito blu senza spalline con la gonna lunga dietro e corta davanti. Ai piedi indosso degli stivaletti di pelle. Scendo al piano di sotto per prendere la giacca e la mia amata borsa Louis Vitton.

Il ristorante si chiama " CASA VICINA EATALY LINGOTTO".

Parcheggio la mia Porsche e vedo Alejandro venirmi incontro sorridendo.

- Ciao Honey non hai idea di quanto sia felice di vederti. Che bella che sei stasera - dice facendosi scappare un fischio e sorridendomi come solo lui sa fare. Indossa uno smoking nero, dei pantaloni neri e delle scarpe lucide dello stesso colore. Il suo accento metà spagnolo e metà inglese mi fa scappare un sorriso.

Nel frattempo arrivano anche i miei genitori. Mia madre indossa un vestito con un motivo floreale e mio padre uno smoking simile a quello di Alejandro ma blu scuro.

Li saluto ed entriamo.

- Buonasera, abbiamo prenotato per quattro a nome di Diletta Bareschi. - dico alla cameriera che ci accoglie all'ingresso.

- Certo, vi accompagno subito al vostro tavolo.

Ci conduce in una sala un po' distante dagli altri tavoli in modo da poter parlare tranquillamente.

Dopo essermi tolta la giacca inizio a dare un'occhiata al menù.
I vini arrivano direttamente dall'enoteca di Eataly. Niente male!

Il menù propone una cosa strana, una "cena al contrario". Si inizia dal dolce e si finisce con l'aperitivo.
Ordiniamo tutti una cena al contrario. I miei genitori e Alejandro prendono del vino, io invece mi limito ad una Coca Cola dato che dopo dovrò guidare.

Quando il cameriere dai guanti bianchi se ne va osservo la mia famiglia: sono grata ai miei genitori per avermi permesso di seguire i miei sogni e ad Alejandro per non avermi mai abbandonata e avermi aiutato a rialzarmi quando credevo di non farcela. Non potrei desiderare nient'altro dalla vita.

- io proporrei di fare un brindisi alla nostra campionessa. - nel dire questo Alejandro non smette un attimo di sorridermi. È veramente il migliore amico che potessi desiderare.
Alziamo i bicchieri e brindiamo.

- Volevamo solo dirti che io e la mamma siamo davvero fieri di te cucciola. È merito della tua determinazione e della tua forza di volontà se sei riuscita a realizzare il tuo sogno.

Il discorso di mio padre mi commuove talmente tanto che non so se ridere o piangere. Nel dubbio faccio entrambe le cose.

- È vero però se tu e la mamma non mi aveste insegnato a lottare per realizzare i propri sogni nulla di tutto questo sarebbe mai potuto succedere.

- Comunque tu sei la nostra bambina e io e tuo padre non sapremmo assolutamente cosa fare senza di te.
Sorrido a mia madre per ringraziarla.
Finalmente arrivano i nostri piatti. Come "primo" il cameriere ci porta una mousse di fragole e panna. È buonissima infatti la finisco in due cucchiaiate.
Per contorno ci viene servita un'insalata di pomodori. Dalla fame la divoro velocemente. 

A seguire ci vengono servite la carne ai ferri, la pasta al ragù e gli stuzzichini.

Dopo aver finito di mangiare chiediamo il conto, paghiamo e ce ne andiamo.
Saluto Alejandro e i miei genitori per poi andare a casa.

Dopo essermi chiusa la porta alle spalle l'ormai nota sensazione torna a turbarmi.
Mi sento come se qualcuno mi stesse dando una pugnalata nello stomaco.
Sperando di risolvere la situazione, prendo una bottiglia di prosecco che ho nel frigo e la finisco più in fretta che posso.

Ciao a tutti!
Ecco a voi il capitolo 3!
Cosa succederà adesso?
La protagonista riuscirà a risolvere il suo problema?
Lo scoprirete nel capitolo successivo.
Ricordatevi di commentare e votare.
Buona serata.




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