... il lato sinistro del mio cuore...

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«Ti ho battuto!»

«Era un quiz! Per di più non volevo nemmeno farlo!»

«Ma dai che ti sei divertito. Ho visto come te la ridevi.» Sebastian si gettò sul letto rimbalzando un paio di volte e ridendo contento.

Kimi lo guardò male, ma non riuscì a mascherare un sorriso. Lo amava anche per questo, per quel suo carattere sempre così solare, per quel suo sciogliere con i suoi sorrisi il suo freddo cuore di ghiaccio.

«Ridevo perché tu sei un pagliaccio! Tutto quello che volevi fare era premere quel bottone del cavolo.» Lo prese in giro Kimi. Ed era vero, aveva cominciato a sghignazzare sin dai primi minuti, non appena Sebastian aveva cominciato a chiedere quando poteva schiacciare quel bottone. Non capiva il perché di quella sua ossessione per i bottoni, ogni volta che ne vedeva uno doveva assolutamente premerlo. Quella sua strana ossessione gli era costata ben più di una figuraccia, soprattutto negli alberghi quando Sebastian prendeva letteralmente la rincorsa per raggiungere per primo il banco della reception e premere quell'assurdo campanello! L'ultima era stata proprio la sera prima quando la ragazza dietro il bancone lo aveva guardato allibita vedendo un uomo adulto che continuava a suonare il campanello come un bambino... ma lo amava anche per questo!

«Ehi, che gusto c'è a fare un quiz senza premere i bottoni?» Kimi decise di non ribattere, non l'avrebbe mai spuntata contro quell'adorabile testone. Andò dal lato destro del letto, perché lui sapeva che Sebastian saliva in vettura sempre sul lato sinistro perché faceva la stessa e identica cosa anche a letto, e si stese sulle lenzuola, stanco per quella giornata. Affrontare interviste per lui era più faticoso di una gara, anche se doveva ammetterlo: era tutto più facile quando le faceva con il tedesco.

Sebastian gli si stese accanto e il finlandese trovò spontaneo circondare le spalle dell'altro con il proprio braccio e spingerselo contro.

«Sai vero che sapevo che quello non eri tu ma tuo fratello.» Disse il tedesco dopo qualche minuto di silenzio, riferendosi al quiz di poco prima in cui era stata mostrata, per errore, la foto del fratello di Kimi e lui aveva finto di scambiarlo per l'altro pilota.

«Vorrei ben dire dato che mia mamma ti ha mostrato l'intero album della mia infanzia e c'era anche quella foto.» Sebastian sorrise ricordando la signora Raikkonen che gli mostrava, seduta davanti ad un bel camino a legna acceso, tutte le foto di un piccolo, e adorabile, Kimi.

«Si bhe... tu eri più carino di tuo fratello.»

«Tu invece eri praticamente identico. Non ho avuto bisogno di mentire, si vedeva che eri tu.» Disse Kimi, anche se pensava che avrebbero comunque potuto mettere una foto più difficile di quella che avevano mostrato.

«E sapevo anche che Matias non è il tuo secondo nome, ma il tuo nome intero.»

«E io sapevo che il tuo secondo nome non è Norbert.» Sebastian si strinse maggiormente a Kimi, strofinando la guancia contro le scapole del finlandese. Faceva sempre così quando era alla ricerca della posizione più comoda.

«Però hai dovuto mentire, fingendo di non sapere niente di me, che nemmeno ti interessava e invece...» Le parole di Sebastian vennero interrotte dalle labbra di Kimi che si posarono dolcemente, ma con decisione e trasporto, su quelle del tedesco.

«Invece io so ogni minima cosa di te. So che eri un fans di Michael Jackson, so che sei un superstizioso del cavolo che fa sempre tutto a sinistra, so che il tuo sogno più grande è diventare Campione del Mondo con la Ferrari, so che non hai un secondo nome ma che se mai avessi un figlio maschio gli vorresti dare il nome di tuo padre, so che volevi fare l'università e che saresti voluto diventare un ingegnere meccanico e che forse in un futuro lo farai, so che ti piace quando i fans ti scrivono delle lettere anche se tu non hai nessun social network, so che ami le canzoni italiane e che ti piace tanto quel cantante Toto qualcosa, so che ami la pasta e che mangeresti pizza anche tutte le sere se il tuo preparatore atletico te lo permettesse. So che sei la persona più altruista e buona su questo schifo di pianeta. E so che ti amo più della mia stessa vita.» Gli occhi di Sebastian brillarono e Kimi pensò che nessun titolo Mondiale poteva valere più di quegli occhi, di quel sorriso, di quell'uomo che grazie al cielo lui poteva dire essere suo.

«Quando mi diventi romantico mi fai letteralmente sciogliere.» Sebastian si posizionò meglio, sistemando il capo nell'incavo del collo di Kimi, inspirandone profondamente l'odore del suo dopobarba.

«Lo so che non te lo dico spesso e che...» Sebastian interruppe le parole del finnico poggiando due dita sulle sue labbra sottili.

«So chi sei, Kimi. So che sei uno che parla poco e che non si lascia andare spesso a gesti plateali. Ma a me sta bene così. Ti amo per ciò che sei. Ti amo per i tuoi silenzi che però sono carichi di parole; ti amo per i tuoi gesti semplici ma sinceri; ti amo perché parli poco ma sai sempre cosa dirmi in ogni momento; ti amo perché sei esattamente così come ti volevo e non vorrei che tu fossi diverso di anche una sola virgola.» Kimi sorrise e baciò delicatamente il tedesco.

«E comunque io non stavo fingendo di non sapere niente, semplicemente non me ne fregava niente di quello stupido gioco.» Sebastian scoppiò a ridere.

«E' incredibile come tu sia così menefreghista per queste cose eppure tutti ti amano proprio per questo.»

«E tu? Mi ami anche tu per queste cose?»

«Io ti amo per molte altre cose. Anche se ho amato un po' meno che quella stupida giornalista continuasse a saltarti addosso alla minima cosa.» Kimi sorrise perché si era accorto durante il gioco che Sebastian lanciava occhiate di fuoco alla ragazza che era nella sua squadra, di cui ovviamente non ricordava il nome anche se glielo aveva sussurrato nell'orecchio più volte durante quelle ore passate insieme. Ogni volta che lei si avvicinava a lui, lo chiamava o lo toccava, Kimi guardava la reazione di Sebastian... era geloso. E Kimi amava quella gelosia nel suo uomo.

«Si bhe io non ho particolarmente apprezzato quando il tipo ha insinuato che tu volessi che qualcun altro ti grattasse in mezzo alle gambe. Eri troppo piccolo per conoscermi e questo implicherebbe che hai pensato ad altre persone che ti grattassero le palle. E quello è un privilegio solo mio!» A quelle parole Sebastian scoppiò a ridere. Era stato molto difficile non guardare Kimi in quel momento.

«Ti ricordo che ho avuto delle relazioni prima di te, ovviamente qualcun'altro mi ha grattato le palle!» Sebastian sapeva che stava giocando con il fuoco, ma Kimi non era l'unico ad apprezzare quel pizzico di gelosia nel proprio compagno.

Il finlandese lo sovrastò con il suo corpo, guardandolo con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio.

«C'è un'altra cosa che fai sempre a sinistra ma che non ho potuto dire oggi.» Disse il finnico e Sebastian lo guardò curioso, non riuscendo a staccare gli occhi da quelli dell'altro che adesso si stavano addolcendo nella forma.

«Ti addormenti sempre sulla parte sinistra del mio petto.» Continuò Kimi ristendendosi sul letto e portandosi Sebastian sul petto, appoggiando il suo capo proprio nel punto che aveva appena nominato.

«Perché lì è dove ti batte il cuore.»




Per chi non abbia mai visto il video, vi prego guardatelo perché FA MORIRE DAL RIDERE

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