Cloe
Paura, tensione e adrenalina.
Sono le tre emozioni che ora il mio corpo sta vivendo, qui nello studio di Amici dove silenzio regna sovrano.
Ho gli occhi di tutti quanti puntati su di me; attenti alla mia quinta posizione. "Facciamo partire la musica, per favore". La voce di Maria rimbomba nel sistema audio della grande sala poco prima che le note dello Schiaccianoci risuonano leggere.
Stretta nel mio body e nel mio gonnellino prendo forza e mi alzo sulle punte dei piedi per eseguire i primi passi.
Dopo qualche otto contato a mente, mi fermo in preparazione per una piroette, quando incrocio gli occhi della Celentano, attenti e severi su di me. All'improvviso un'ondata di panico mi sopraffanna, portandomi a dimenticare la prossima sequenza di passi e facendomi così sprofondare nel vuoto più assoluto della mia mente.
Nel cercare la spinta per il giro, dal pilè in quarta posizione, le mie gambe cominciano a tremare e la sicurezza in me viene sempre meno.
In una frazione di secondo, come un'autonoma, inspiro la maggior quantità possibile d'aria e mi sollevo verso l'alto, cominciando a girare su una punta sola.
Al quarto giro consecutivo scendo a terra, incespicando nei miei stessi piedi e fermandomi poco più indietro della posizione iniziale di qualche attimo fa. Rimango ferma in questo punto per pochissimi istanti; solamente per capire cosa mi è appena successo e per incontrare, inevitabilmente, lo sguardo di disapprovazione dell'insegnante.
Con l'amarezza in viso ed una voglia prossima a piangere, faccio perno su un piede e riprendo la mia coreografia. Sono talmente abbattuta che non riesco a sorridere.
Mi vergogno, e anche tanto.
Dopo tutto il duro lavoro di questa settimana non doveva succedere una cosa del genere!
Delusa da me stessa è dire poco.
Tutto sembra alleggerirsi solo quando i miei occhi, in una frazione di secondo, si bloccano in quelli di Stash.
Seduto dietro al banco dei professori di canto, sorride con quel suo sorriso sincero che ho sempre amato, anche quando a casa lo vedevo attraverso uno schermo.
Mi sorride mentre con lo sguardo mi trasmette tutta la sua fiducia; come per dirmi "non ti preoccupare, stai andando benissimo lo stesso".
Mi rassicura e per questo suo probabile serenità, riesco ad andare avanti con un nuovo sorriso.
Non mi accorgo che è tempo di fermarmi nella posa finale mentre le ultime note vanno scemando e tutto il pubblico esplode in un caloroso applauso.
Concludo al centro della sala e rendendomi conto, con molta fatica, di quello che sta succedendo attorno a me. Velocemente mi ricompongo mentre la conduttrice mi raggiunge al mio fianco e passa, in modo confortante, un braccio dietro alle mie spalle.
Mi sorride empaticamente e, di conseguenza, mi rilasso.
Con calma, faccio scorrere lo sguardo tra i professori.
La professoressa Celentano mi fissa scuotendo la testa mentre Stash, dall'altra parte, con un sorriso grandissimo e due occhi dolcissimi e pieni di spensieratezza, applaude, quasi nascondendosi dallo sguardo della donna.
"Brava" mi mima con le labbra.
*No! Aspetta Stash che fa un complimento a me?! Non è la realtà.* mi acciglio a pensare senza rendermi conto.
Di nascosto con le dita lascio un pizzicotto sul mio palmo della mano e quando sento il piccolo dolore, che mi sono appena provocata da sola, riesco a capire che non sto sognando.
"Bene, i professori hanno dato i voti. Cloe, tu, chi vorresti sentire a riguardo? Puoi sceglierne due"
*Che possibilità! Anche se questa doppia scelta mi prende alla sprovvista. Stupendo! Due secondi ed entrerò nel panico una seconda volta*.
"Mi piacerebbe tanto sapere qualcosa dalla maestra Celentano e poi non so. Sinceramente ascolto chiunque abbia un parere da condividere" dico timidamente mentre il mio sguardo non si è allontanato da quello di lui; a sua volta fisso continuamente su di me. "Cara Cloe , non so cosa ti sia preso. Non è andata bene questa volta. Assolutamente no! Sei sempre stata una tra le più brave; lo dico sempre che preferisco lavorare con te, rispetto con altri. Ma questa volta, purtroppo, mi hai davvero delusa. Per questo ti ho messo 3. Vuol dire che diventerò ancora più severa di quello che ero fino a poco fa." conclude altezzosamente, mentre un boato di disapprovazione sale dagli spalti attorno a me.
Con le sue parole, che non pensavo essere così pesanti, la mia autostima è completamente scesa al di sotto dei mie piedi.
"Io, se posso dire la mia, anche se non so affatto nulla di danza, invece ho dato a Cloe un bel 9" sento dire da Stash appena la folla si è calmata quel poco per poter parlare.
Lo guardo e involontariamente gli sorrido mentre sento che i miei occhi, piano piano, si riempiono di lacrime. " Perché Stash?" chiedo io, portandomi poi una mano sulla bocca, accorgendomi della mia incontrollata domanda.
"Scusami, non volevo" cerco di dire il più velocemente possibile, per potermi scusare di questo mio comportamento quasi invadente o irrispettoso nei confronti della figura dell' insegnante. "No, non scusarti; tranquilla. Ti ho dato 9 perchè, tralasciando la mia ignoranza nei diversi aspetti della tecnica, sono riuscito a vedere qualcosa che nessuno si è accorto senza dargli tanto peso. Vero? " chiede più rivolto agli altri insegnanti continuando a guardare me con uno sguardo comprensivo. Rimango così, quasi contradetta, incapace di capire la situazione che si sta creando, ma anche allo stesso tempo, capita e compresa.
Nello studio non gira neanche un filo di voce, la tensione è alle stelle tanto che sembra poterla percepire sulla pelle come aria elettrizzata.
Maria, accanto a me, la sento irrigidirsi, colta impreparata da questa inaspettata circostanza.
Il mio corpo è un fascio di nervi, pronto a lasciarsi andare dalla troppa tensione.
Non stacco gli occhi dal volto di lui, non ne ho la forza perchè sono come due calamite che più le fissi più ne vengo attratta.
"Lei stava ballando" riprende Stash mantenendo l' autocontollo.
"Ballava poi, non so cosa le sia successo, ma ha avuto un grosso momento di difficoltà. I suoi occhi e il suo volto parlavano da sè. Ha sbagliato l'arrivo del giro, è vero , ma ciò che è arrivato di più a me è stata quella forza che avuto in quell' attimo difficile. Dopo un istante di panico, ha girato su se stessa e la sua espressione è completamente cambiata. Era più leggera, più sicura e felice. E' caduta ma poi è stata capace di rialzarsi, come se non fosse successo nulla, e questo vuol dire tantissimo. Non so il perchè di questo suo momento di debolezza ma lei è stata più forte di quella forza che prima l'aveva fatta cadere. E ricordati, Cloe, l' essere deboli porta con sè anche un aspetti positivi. Conosci i tuoi limiti e le tue capacità e grazie ad esse riesci a rialzarti".
Rimango ad ascoltarlo attentamente, incapace di poter formulare una frase a senso logico, isolandomi completamente dal mondo attorno a me e facendo esistere solo io e lui.
Tutto il tempo in cui lui ha parlato, il mio fiato è rimasto intrappolato nel mio corpo, tanto che ora faccio fatica a respirare.
Mi blocco, come se fossi in apnea, e senza accorgermene, spinta da una forza troppo potente, scoppio a piangere.
Mi compro il volto con le mani perchè ormai le lacrime mi rigano completamente il volto e, l'ultima cosa che voglio che succeda, è farmi vedere così davanti ai professori o a tutti colore che ora stanno guardando.
Non voglio farmi vedere; correrei da qualche parte a nascondermi ma il mio corpo non risponde a questo bisogno. Sento che le mie gambe cominciano a cedermi mentre il mio corpo è attraversato dai singhiozzi, ogni volta più forti dei precedenti, che non riesco a nascondere.
Quando ormai non trovo più stabilità sulle mie gambe e sento il mio corpo scivolare verso il basso, qualcuno blocca la mia caduta racchiudendomi in un abbraccio.
Faccio fatica a rendermi consapevole di ritrovarmi stretta fra le braccia di Stash.
Mi stringe a sé, con le sue mani grandi aperte sulla mia schiena, mentre mi tiene stretta contro il suo petto caldo.
" No, no piangere Cloe" mi sussurra teneramente all'orecchio.
Piano sento che una sua mano si sposta dietro alla mia testa, bloccandola, con attenzione, poco sotto ad una sua clavicola mentre mi regala un dolce bacio fra i miei capelli.
Continuo a piangere e, contro la mia stessa volontà, non riesco a smettere. Ad ogni singhiozzo il mio pianto si fa sempre più insistente e impossibile da bloccare.
Lui, nel trambusto che sta nascendo attorno a noi, mi stringe a sé come se, in questo preciso momento, avessi la forza di scappare.
Non ci riesco; non ne ho le forze per farlo.
Non ne sono capace perché questo suo abbraccio, inaspettato e stupendo, è un posto in cui posso sentirmi solo al sicuro, capita, protetta e voluta bene. Dal rumore assordante di mille voci e urla che si fondono insieme come una tempesta, lentamente apro gli occhi, facendo ancora fatica a controllare il mio pianto, mentre una mia guancia è premuta contro la maglietta bianca di lui.
Attorno me vedo il caos.
Questa inaspettata reazione da parte del ragazzo, ha portato il pubblico e chiunque nello studio a non riuscire a crederci di ciò che stava accadendo, guardando la scena con fare allibito, urlando, fischiando o rimanendo tranquillamente muti e interdetti.
"Stash, il pubblico. Cosa hai fatto? Oddio che casino. Io sono un casino." Balbetto nel panico mentre alzando lo sguardo in alto, cerco i suoi occhi; e quando li trovo tutto attorno a me sparisce ancora.
"Calma Cloe" mi dice mentre le sue mani circondano le mie guancie. "Lasciali stare. Ho fatto solo quello che ho sentito di fare per me e per te. Cosa succede?" Mi chiede nel calma più assoluta mentre attorno a noi sta scoppiando una possibile rivoluzione.
"Io...?! Tutto..bene" farfuglio a bassa voce, con le lacrime agli occhi e ancora chiusa nel suo abbraccio.Non è vero.
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Sulle Note Di Una Canzone || Stash
Novela JuvenilMentre lei ballava, lui s'innamorava. Mentre lui cantava, lei viveva.