35°- Incontri.

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La ragazza di fuoco, così l'avevano chiamata alcune persone in mezzo quella folla piena di gente che osservava con orrore.
Ripensava a questo Kida, mentre era immersa dentro la sua vasca con acqua bollente. Aveva tra le dita il suo ciondolo, emanava una flebile luce rossastra. Da quel giorno non l'aveva più tolto, e aveva paura di farlo.
Morta la Megera, aveva deciso di non intrappolare o nascondere più i suoi draghi, ma di lasciarli liberi di volare dove volevano.
Pensava a tante cose, per questo odiava passare anche solo un secondo da sola. Ricordava quando Gray, entrando dalla sua finestra, si immerse in quella stessa vasca con lei. Al suo delicato tocco, i suoi folti capelli color pece, il suo viso. Riusciva a ricordare ancora il suo viso?
Non nitidamente come prima. Con il passare del tempo quell'immagine sbiadiva, e faceva male.
Respirava profondamente, ogni singolo respiro era pesante. Faceva fatica.
Suo padre.
Gray.
I draghi.
La Megera.
Una miriade di immagini giravano nella sua testa. Come un corpo pieno di sangue. Una forte luce rossa e bollente. Delle fiamme.
Fissava il vuoto, mentre il rumore dell'acqua che correva era solo un rumore di sottofondo. Strinse forte i bordi di acciaio, e urlò.
Sentì come una voragine, che scendeva lungo la sua gola fino al petto. La porta si spalancò qualche secondo dopo.
- Vostra altezza state bene?-
Era una delle cameriere. Aveva sentito la voce della regina e si era precipitata dentro.
Kida ritornò così nel mondo reale, fuori dalla sua testa. Rimase in silenzio, cercando di annuire.
- Mia regina, colgo l'occasione per riferirvi che nella sala ser Jhoran vorrebbe parlare con voi.-
- Allora non era sparito...-
Bisbigliò tra sé Kida. Era ancora molto arrabbiata con lui. Dava sempre la sua parola e la rispettava, ma oggi si era sbagliata sul suo conto.
- Come dite?-
- Non appena sarò presentabile lo riceverò.-
E così dicendo, invitò la donna a lasciarla preparare da sola. Lasciò i suoi capelli mossi, poco acconciati. Infine scelse un vestito ambrato, molto trasparente e lungo.
Scese di sotto molto con calma, qualunque cosa volesse Jhoran, poteva aspettare. Come lei aveva aspettato questa mattina il suo arrivo, che non arrivò mai.
Prima che potesse mettere piede nella sala del trono e sedersi nel suo rispettivo posto, una mano strinse il suo polso. Rimase ferma, senza voltarsi. Quel tocco era del comandante delle guardie.
- Quante volte devo dirti ancora di non tenermi così?!-
E così dicendo, tolse il polso dalla sua presa.
- Kida, mi dispiace molto per questa mattina. Sono successe molte cose e...non ho potuto raggiungerti.-
- Più importanti della vostra regina?-
Jhoran non rispose subito, e come poteva daltronte. Continuò senza risponderle.
- C'è una persona, vorrebbe incontrarti.-
- Chi sarebbe? Te l'ho detto, sono stanca di incontrare uomini che vorrebbero solo portarmi a letto, o pronte a lamentarsi per ogni singola cosa--
- Non è così!-
Era la seconda volta che la interrompeva, questo Kida lo odiava, e Jhoran lo sapeva bene. Ma non avrebbe rischiato così tanto se non fosse importante.
- Vieni con me.-
La invitò, porgendole la mano. La sua regina lo ignorò, passando oltre e precedendolo verso la sala davanti a loro.
Fu la prima ad entrare e fu la prima a vederlo. Un giovane uomo, seduto su uno degli scalini di pietra bianca che precedeva il trono. Quando la vide, quest'ultimo si alzò, avanzando verso di lei. Camminava a passi lenti, mentre entrambi non distoglievano lo sguardo l'uno dall'altro.
Kida non capiva chi fosse, né perché nel suo sguardo, vedeva quello del padre. Era così simile a lei, gli stessi occhi, i capelli. Ma non capiva ancora.
Il ragazzo, non appena arrivato a pochi metri di fronte a lei, non si fermò ad inchinarsi come facevano di solito tutti, davanti alla presenza della regina. Lui non lo fece, avanzò fino a quando non furono l'uno di fronte all'altro. Erano così vicini, e questo le dava modo di osservarlo meglio.
Il ragazzo dai capelli bianchi fece un gesto che la colpì profondamente. Tese la mano sotto il suo mento, alzandolo di pochi centimetri, visto la differenza di altezza tra i due. E sulla fronte, le lasciò un delicato bacio.
Kida rimase impassibile. Per la prima volta, non aveva una risposta pronta.
- Sono Rhaegan. Figlio del Re di Atlantide Kashekim Nedakh, tuo fratello maggiore.-
La regina sbarrò gli occhi, incredula.
Era una scherzo? Si stavano prendendo gioco di lei?
Indietreggiò di scatto, urtando sbadatamente ser Jhoran, che per tutto quel tempo era rimasto dietro di lei.
- Kida...Tu non lo sapevi perché il re aveva ordinato a Rhaegan di scappare la notte dell'alluvione. E non hai tenuto alcun ricordo di lui.-
- Tu...lo sapevi...e---non me l'hai mai detto!-
- Non potevo Kida, il re mi aveva ordinato---
- NO!-
Si allontanò dai due, con rabbia.
- Non voglio sentire neanche un'altra parola.-
E corse via, uscendo dalla stanza.
- Tu resta qui, vado io.-
Aveva ordinato ser Jhoran al ragazzo, ma lui lo trattenne da un braccio.
- E' colpa mia, ci penserò io.-
- Tu? Rhaegan non la conosci...-
- Ma sono suo fratello.-
E senza aggiungere altro, si precipitò al suo inseguimento.
Kida era uscita fuori dal palazzo reale, percorreva ancora corredo la lunga strada che portava fuori dalle mura. Rhaegan la raggiunse.
- Kidagakash!-
- Più nessuno mi chiama ancora così.-
Disse ansimando per la corsa. Ma per lo meno si era fermata finalmente.
- Mi dispiace. Possiamo almeno parlare? Noi due da soli.-

Adesso erano seduti su quel campo di grano, dove prima passava il suo tempo con Krum. Per tutto il tragitto della strana non si erano rivolti la parola, camminavano a passi spediti.
- Tu non ne hai memoria, ma...qui noi due giocavamo da bambini.-
- Che cosa ci fai qui? Sei stato via per tutto questo tempo, perché tornare ora?-
Era la domanda cruciale che Rhaegan fin dall'inizio si aspettava di ricevere.
- Quando nostro padre mi ha fatto scappare da Atlantide, pensavo che tutto il regno fosse stato sommerso da quella inondazione. Vi credevo tutti morti. Solo qualche mese fa, per puro caso, un uomo parlava di te, dei tuoi draghi e della regina che sei diventata.-
Kida fece un verso di scherno, come se lo stesse prendendo in giro.
- E' il trono che vuoi? La corona? Il regno?-
- Cosa? Io---
- Beh sai una cosa? Io non volevo tutto questo! Non volevo diventare regina, non volevo tutta questa valanga di responsabilità. Ma nostro padre mi ha costretto a farlo, perché era l'unica erede al trono. Perché non c'eri tu al mio posto? Sei venuto troppo tardi...Adesso quel posto è mio, e non te lo cederò.-
- Kida...io non voglio essere re. Volevo solo tornare a casa, avere una famiglia come chiunque altro. Ti prego...-
Rhaegan allungò delicatamente il braccio, sfiorando la mano di Kida, che al suo tocco la ritrasse immediatamente.
- Tu non sei la mia famiglia! Tu non sei mio fratello!-
Esclamò, alzandosi a lasciandolo solo.

Queen of fire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora