νεκρική ακαμψία | swanqueen au

airplane

emma era persa, completamente persa. circondata da centinaia, forse migliaia di persone in movimento. per un istante solo si sentì quasi male, sentì il bisogno di sedersi. lei fremeva e lì attorno, tutti andavano e venivano. ai muovevano in gruppi, in ammassi di persone. capitava che mentre tentasse di dirigersi in qualsiasi posto che non fosse questo, venisse assorbita da gruppi di persone che la trascinavano nella direzione opposta. quando succedeva si sentiva soffocare, le mancava l'aria, le girava la testa. le parole, i sussurri, le urla, le rimbombavano in testa e cercava di aggrapparsi, tentava uscire da quel groviglio contorcendosi. spingendo e calpitando. tutto passava quando si lasciava attraversare, erano i pochi secondi di sollievo che la aspettavano prima di tornare a dimenarsi. questa volta fu diversa. fu più dolorosa, sentiva caldo. si sentiva toccare, graffiare, il suo cuore batteva così fote che sembrava volesse uscirle dal petto. le faceva male. faceva male dentro e faceva male fuori. bruciava, soffocava, si sentiva l'acqua alla gola. dentro di se gridava, fuori no. sapeva che qualcosa stava cambiando, non aveva idea se ne valesse la pena o meno. quelle sensazioni si placarono immediatamente lasciandola col fiatone. attorno a lei era, diverso? finalmente riconosceva il posto in cui si trovava anche se adesso era rimasta sola, era sdraiata su una lunga strada ricoperta di luci. era su una pista di atterraggio, lì, lunga e distesa pronta a farsi investire (nds: ma magari anche no). si era quindi rialzata e allontanata il più possibile ma non abbastanza. perchè dal portellone aperto la vide uscire.