Gli uccelli cinguettavano, il sole splendeva alto nel cielo e...Uno sconosciuto lo stava osservando dalla porta della sua stanza. Seokjin si bloccò di colpo e i due rimasero ad osservarsi, come se non avessero mai visto un essere umano nella loro vita. Poi, le labbra di Jin si spalancarono e lanciò un urlo grottesco.-Però, questo era un urlo da quasi ottanta decibel.-
-Sai che se fossi arrivato a cento decibel avresti potuto frantumare i vetri delle finestre? Ti consiglio di seguire lezioni di canto. Potresti diventare una rockstar.- Mormorò il giovane, le mani a proteggere le sue malcapitate orecchie.
Jin non poteva credere ai suoi occhi. Uno sconosciuto si era intrufolato nella sua stanza e per giunta gli stava dando consigli di canto.
Forse stava sognando.
-E tu chi diavolo sei?!- Sbottò.
Il ragazzo si grattò la nuca, improvvisamente in imbarazzo. Forse si era finalmente reso conto di aver dato l'impressione di essere un maniaco che lo osservava mentre dormiva. Jin lo squadrò da capo a piedi: corporatura longilinea, chioma di un verde brillante e una pelle straordinariamente levigata e nivea, come se fosse stato plasmato nella porcellana. Il suo abbigliamento però era alquanto sciatto e monotono. Indossava una semplice maglietta di cotone e dei jeans consumati. Non era affatto il suo tipo ideale, soprattutto perché si era intrufolato nella sua stanza.
-Min Yoongi. Tuo padre mi ha chiesto di svegliarti.-
Suo padre.
-Quello non è mio padre.- Sbottò.
Si alzò di scatto dal letto, prese degli indumenti puliti e forse con troppa irruenza, si richiuse la porta del bagno alle spalle. Yoongi osservò la scena con un sopracciglio alzato ma attese paziente che il ragazzo si preparasse per le lezioni. Il signor Kim gli aveva promesso che Seokjin lo avrebbe scortato in Accademia, illustrandogli dove si sarebbero svolte le lezioni, dove si trovasse la mensa e la biblioteca. Il suo Cicerone personale, insomma. Nel frattempo Yoongi si diede la libertà di curiosare in giro per quella stanza terribilmente ordinata. In un angolo scovò delle scarpette da ballo che avevano visto giorni migliori. Erano sfilacciate e consunte, eppure conservavano ancora la loro eleganza. CD e vinili erano catalogati per anno e Yoongi scoprì con estremo stupore che avessero alcuni gusti in comune.
-Non curiosare in giro, per favore.-
Jin lo osservava poggiato allo stipite della porta, lo sguardo seccato. Detestava i ficcanaso. Yoongi rimase in silenzio, rapito dall'alone di vapore che circondava la figura del ragazzo, donandogli un'aura eterea. I morbidi capelli corvini gli ricadevano sul viso ambrato, i suoi occhi castani erano profondi e... Ora che lo osservava con attenzione, notò un pizzico di tristezza in quegli occhi maledettamente belli.
-Cosa fai lì impalato? Andiamo o faremo tardi.-
I due attraversarono il lungo e alquanto lugubre corridoio e scesero al piano di sotto, dove alcuni clienti stavano consumando la colazione. Yoongi dovette ammettere che quel motel non era affatto come lo avevano descritto in foto. Emanava un'aria quasi dimessa, con le pareti spoglie, tende logore e un pavimento appiccicaticcio. Di fatti, la clientela era sporadica. Yoongi avrebbe potuto permettersi un hotel migliore, ma suo padre aveva deciso di punirlo, dopo aver scoperto che la sua scelta per il college non sarebbe stata Oxford, così aveva dimezzato drasticamente il suo budget, ragion per cui avrebbe dovuto trovare anche un lavoro.
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𝑻𝒉𝒖𝒏𝒅𝒆𝒓𝒔𝒕𝒐𝒓𝒎𝒔 ➶𝑩𝒕𝒔
FanfictionA Bts story ❝Il destino è un'entità ancestrale e mistica. Si aggira tra le stelle, intona canti arcaici, impugna il destino degli esseri umani nelle sue gelide dita avvizzite. Egli plasma la vita, dona gioia e amore, sofferenza e morte. Nessuno è i...