Io:"ASPETTAMIIII!!! DAIIII NON ANDARE SENZA DI MEE!!"
Se ne era andato, non c'era più.
Quel bambino che stavo rincorrendo poco fa è scomparso.
Ora è tutto buio.Io:"p-perché è tutto b-buio...?"
Sentivo dei passi dirigersi verso di me.
Io:"c-chi sei?? Ti p-prego non farmi del m-male..."
Il rumore dei passi si avvicinava.
Il mio cuore batteva a mille.
I passi si fermano.
Silenzio.
È dietro di me.
Sono immobilizzata.
Ho paura.
Voglio urlare.
Voglio scappare.
Ma non ci riesco.
Sento una mano sulla mia spalla.
Giro di poco la testa per vedere cosa fosse."AIUTOOOOOOO, VI PREGO AIUTATEMI!!"
Mi ritrovai nel mio letto a urlare e piangere come non mai.
A quel punto entrò mia madre."Tesoro stai bene? Ti ho sentita urlare e sono salita di corsa..."mi chiese preoccupata.
"S-si tutto bene...solo un incubo..."
"Ah capisco...vuoi parlarne?" mi chiese tornata al suo solito stato di menefreghismo che assume sempre nei miei confronti.
"No no tranquilla...puoi tornare giù, sto bene..."
"Ok, preparati che andiamo a pranzo da delle persone"
"Chi-..."
"Non chiedermi chi sono che tanto non te lo dirò...lo saprai quando saremo lì"
"O-ok...."
Chiuse la porta e scese al piano di sotto.
Gurdai l'ora.
Erano le 11:30 del mattino.
Mi alzai dal letto e riempiti la vasca.
Mi immersi nell'acqua calda e mi sentii subito più calma.
In 17 anni che stavo in questo mondo non mi aveva dimostrato un briciolo di affetto.
Né mia madre né tantomeno mio padre.
Sono sempre stata da sola.
Da piccola restavo tutto il giorno in camera mia a giocare con i mille giochi che avevo.
Di cui io non me ne facevo niente, perché l'unica cosa che volevo era avere una madre ed un padre affettuosi.
L'unica cosa bella della mia infanzia che mi ricordo era un bambino.
Di qualche anno più grande di me.
Veniva spesso a casa per giocare con me mentre i nostri genitori discutevano di cose che non comprendeva o all'epoca.
Non mi ricordo bene il suo viso e tantomeno il suo nome.
Ma gli volevo un bene dell'anima.
Era l'unica persona che mi dasse l'affetto che non avevo mai ricevuto dai miei genitori.Dopo tutte questo riflessione uscii dalla doccia e cominciai ad asciugare i miei lunghi capelli biondi cenere.
Era sempre un impresa asciugarli dato che arrivavano alla vita.
Dopo mezz'ora riuscii nell'impresa.
Li allisciai con la piastra e mi misi un poco di correttore e il mascara dato che non mi piacciono i trucchi pesanti.
Andai in camera mia e mi misi dei jeans strappati, una magliettanera a mezze maniche della nike che misi dentro i pantaloni, la cintura Gucci, il giacchetto di pelle e per finire le mie Dr Marteens.
Scesi al piano di sotto e, insieme ai miei genitori, uscii di casa per entrare nella nostra macchina alla cui guida c'era il vecchio Roger.
Eravamo praticamente migliori amici.
Io gli raccontavo di tutto e lui lo stesso.
Sapevo che potevo dargli fiducia.
La macchina partì.
Il tempo che stavamo in macchina sembrava infinito.
Mi addormentai.
Fui svegliata da mia madre che mi scuoteva il braccio."Alzati siamo arrivati" disse fredda.
Uscimmo dalla macchina.
Mi ritrovai difronte ad una villa immensa.
Poco più grande della nostra.
Entrammo e fummo subito accolti da uno dei maggiordomi che ci accompagnò in una sala.
La sala aveva le pareti rosse.
Un tavolo al centro dove erano sedute delle persone.
Il maggiordomo ci fece accomodare al tavolo e in seguito uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Seduti al tavolo con non erano un uomo e una donna abbastanza anziani e un ragazzo sulla ventina.
Sicuramente i due erano sposati e il ragazzo era loro figlio.