Harry quel giorno si era risvegliato di cattivo umore. Il giorno prima era stato tutto il tempo al pc perché sua sorella non aveva voluto che uscisse, ma oggi avrebbe dovuto andare a scuola.
Appena fu pronto andò in cucina, si fece un piccolo panino con la nutella e uscì di corsa dalla casa con sulle spalle il suo zaino. Quel giorno aveva un cappellino verde perché guardandosi allo specchio aveva constatato che un riccio gli rovinava l'acconciatura già disordinata. Stava correndo per andare a scuola perché per farsi il panino aveva fatto ritardo, probabilmente il primo nella sua vita. Il suo zaino sbandava da un lato all'altro sulla sua schiena mentre il freddo pungente che caratterizza l'inghilterra gli faceva gelare la pelle del viso. Era sicuro di avere gli zigomi e il naso rossi per il freddo. Ottobre stava arrivando.
Appena varcò l'ingresso in mattoni della scuola corse per i corridoi, facendo zig zag fra la gente ferma a parlare. Entrò in classe e si lasciò cadere sulla sedia. Lasciò la cartella sul banco e si concesse alcuni respiri profondi per prendere fiato. La professoressa di Inglese non era ancora arrivata, per fortuna. Prese il suo cellulare dalla tasca che prima di allora non aveva neanche guardato, sbloccò lo schermo che ritraeva un fiore giallo e andò su whatsapp.
"ciao curlyyyy! oggi mangi con me in mensa, okay? okay. comunque se trovo la tua classe ti vengo a trovare all'intervallo :)
lou x"
Cercò di non ridere e digitò velocemente un 'okay' prima di inviare la risposta. Sistemò lo zaino a terra, posò il cellulare con il silenzioso sotto il banco e prese i libri e gli appunti. La professoressa gli riservò uno dei suoi migliori sorrisi e lui ricambiò, facendo risaltare le fossette.
Lo amava.
La professoressa stava spiegando le varie tipologie di metafore, personificazioni e altro nelle poesie quando sentì il suo banco vibrare. Comprese fosse il cellulare ma non poteva assolutamente rispondere o la professoressa lo avrebbe beccato immediatamente. Praticamente faceva lezione solo a lui dato che i suoi compagni parlottavano tra loro e le ragazze si aggiungevano uno strato di trucco ai già altri dieci strati. Continuò quindi a prendere appunti e ad ascoltare la professoressa.
Un'altra vibrazione gli arrivò forte e chiara, un altro messaggio ancora. Sapeva fosse Louis, il suo numero ce l'aveva solo lui, Gemma, sua mamma e suo padre e questi ultimi tre non gli mandavano mai messaggi... suo padre probabilmente non sapeva manco cosa fossero i messaggi, sua mamma di solito chiamava e Gemma... beh, Gemma di solito non chiamava e messaggiava mai Harry.
Fece ancora finta di niente e sbuffò, picchiettando la penna che stava usando per scrivere sul banco.
Passarono le due ore con il continuo vibrare del cellulare sotto al banco. Il piccolo Harry appena vide gli altri mettere a posto le cose, afferrò il suo cellulare e andò a leggere i messaggi.
42 messaggi tutti da Louis, bene.
L'ultimo citava "Sono fuori dalla tua classe :)"
Harry diede un occhiata alla porta e si accorse che Louis lo stava aspettando appoggiato alla porta con le braccia incrociate al petto, di tanto in tanto salutava qualcuno che gli passava accanto. Il riccio raccattò le sue cose e poi tenendo il cellulare in mano andò davanti a Louis e gli sorrise mostrando le fossette.
-Harreh!- Urlò Louis, entusiasta di essere riuscito a trovare la classe giusta senza entrare in quelle sbagliate. Gli circondò le spalle e se lo tirò addosso. Harry si trovò schiacciando contro il petto di Louis e solo in quel momento si accorse del buon profumo che i vestiti del più grande e lui stesso emanavano.
Harry sfuggì alla presa di Louis leggermente stordito dal tanto profumo del ragazzo.
-Ora ho scienze.- Harry fece un altro sorriso ma non si mosse dal posto. Con la frase però voleva sottointendere che doveva andare nel laboratorio di biologia prima che gli prendessero il posto vicino allo scheletro di plastica.
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Your Smile (Larry)
FanfictionHarry Styles era un ragazzino normale. Non era popolare, non era sfigato, non era grasso e neanche magro. Non era neanche il ragazzo dei sogni delle adolescenti, però non era così tanto brutto. Non doveva sforzarsi di avere amici e non doveva neanch...