1995
Mi sentivo strana con questo vestito elegante addosso. Non mi sentivo me stessa e nonostante fosse comodo me lo volevo già togliere e mettermi uno dei miei vestiti enormi di color marrone, che mi piacevano tanto, anche se erano molto rovinati. Guardavo ammirata come era tutto lussuoso intorno a me. La maggior parte delle donne indossavano abiti vistosi ed erano in posizione eretta con il mento teso verso l'alto. Intravedevo i loro sguardi passivi e la loro espressione indifferente. Sembrava che quando sorridevano si sforzassero nel farlo. Derek spostò una sedia incitandomi di sedermi. Ci trovavamo davanti ad un enorme tavolo con molte persone sedute intorno ad esso. Notai subito i loro sguardi fissi su di me, mentre mi sedevo goffamente nella sedia. Non c'erano i miei genitori seduti con noi, erano tutte persone che non conoscevo. Derek si sedette davanti a me lasciandomi in mezzo ad un uomo e una donna. Guardai il mio piatto e le molte posate ai lati di esso. C'erano tre tipi di forchette: dalla più grande alla più piccola. Due tipi di coltelli e due di cucchiai. Un tovagliolo con uno stemma inciso sopra era posizionato sotto i due piatti che erano di due misure diverse. Un bicchiere di bomboniera era posizionato nel mio al lato destro. Era tutto così esagerato per i miei gusti. A cosa servivano tutte queste posate?
" Derek, non ci presenta sua moglie?" Chiese una donna di mezza età. Aveva i capelli biondi raccolti con una bellissima acconciatura. I suoi occhi verdi mi scrutavano da cima a fondo in un modo disgustato.
" Lei è Grace Lee." Rispose fiero guardandomi sorridente. La donna fece una smorfia.
" Di dove sei Grace?" Mi chiese con la stessa espressione di prima.
" Sono di Chesire" Risposi con un sorriso.
" Mmm" Disse bevendo un sorso di vino. " Non conosco il suo cognome." Alcuni dei presenti rimasero a fissarmi e mi sentii a disagio. Non sapevo cosa risponderle. Se le avessi detto che provenivo da una famiglia di contadini forse si sarebbe fatta quattro risate insieme agli altri e avrei sfigurato la figura alta di Derek.
" I Lee preferiscono non essere notati." Mi salvò Derek.
" Ogni famiglia di buon rango ama essere al centro dell'attenzione. " Rispose bevendo un altro sorso per poi pulirsi la bocca in modo raffinato.
" Io conosco molte famiglie in Inghilterra e il tuo cognome è così... come dire.. di poco valore?" Fece un sorriso malizioso. Mi sentivo di troppo in quel tavolo. C'erano anche i cognomi di valore?
" Non pensa di essere stata scortese Mrs. Kuntel?" Incranò le sopracciglia Derek. Una donna e un uomo, che dedussi fossero una coppia, sussurrarono qualcosa fra di loro mentre sentivo i loro occhi puntati verso la mia direzione. Spostai lo sguardo da un'altra parte fingendo di non averli notati. Vidi i miei genitori insieme al mio fratellino seduti in un tavolo in fondo alla sala. Erano soli e potei notare come si sentissero fuori posto proprio come me.
" Non si può essere curiosi, Derek?" Domandò sorridente. Dio quanto avrei voluto rovinarle l'acconciatura e rovesciarle il vino nel suo vestito blu molto scollato che faceva intravedere i suoi seni rugosi e mollicci.
" La curiosità va bene solo fino ad un certo punto." Le rispose lui. I suoi occhi grigi fissarono gli occhi verdi della donna sfidandola.
" Sei una bellissima donna Grace. Era ora che Derek si decidesse ad impegnarsi." Disse una ragazza dai capelli rossi tenuti in una treccia. Mi sorrise. Abbassai lo sguardo fissando il mio piatto vuoto.
" Lei è Tiffany, una mia cara amica." Disse Derek guardandola.
" Che lavoro fa vostro padre?" Mi chiese un uomo con una folta barba nera. Ancora una volta, avevo tutti gli occhi puntati verso di me. Sembrava che tutti si conoscessero e che sapessero ogni cosa della vita dell'altro, mentre io sembravo un pesce fuor d'acqua. Un ragazzo si avvicinò al nostro tavolo vestito da cameriere. Era lo stesso che aveva portato le nostre valigie nella cabina. Passò da ogni persona a consegnare il menù.
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Due anime sommerse
Mystery / ThrillerCi era stato negato l'amore, la felicità, il desiderio. Eravamo costretti a non parlarci, a non guardarci e tanto meno a toccarci, ma nessuno di noi due aveva mai immaginato che solo la morte era in grado di darci ciò che ci era stato negato da vivi.