Il cielo era di un azzurro intenso era così bello che faceva invidia al mare. I suoi raggi riflettevano nell'oceano rendendolo luminoso e brillante. Un gruppo di gambiani volavano fra le nuvole e si sentiva il loro verso mescolarsi con le onde del mare e con il motore della nave.
I suoi gomiti erano appoggiati nella ringhiera di ferro e il suo sguardo era rivolto nell'inmensa distesa d'acqua azzurra davanti a sè. Si inumidiva le labbra con la lingua e i suoi capelli castagni erano tirati indietro dal vento.
" Non ci si stanca mai nel guardalo." Disse con voce roca senza spostare lo sguardo.
" E' talmente bello e misterioso il mare." Dissi mettendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ci eravamo incontrati a Nairn Beach in Scozia. Ricordo che c'era un bellissimo vento caldo e le onde si alzavano violente. Meson un mio amico, mi aveva chiesto se volevo provare la sua tavola da surf. Diceva che mi avrebbe insegnato come montarla e che non era difficile come sembrava. Abby la mia amica e ragazza di Meson, insisteva che ci provassi. Non ci ero mai salita sopra una tavola da surf e non sapevo nemmeno come facessero tutti gli atelti a riuscire a praticare quel genere di sport.
" Dai Kess, guarda che è facilissimo." Mi sorrise il mio amico dandomi la tua tavola colorata. Quell'affare pesava più di me.
" Non so come salirci"
" Vieni te lo insegno io." Mi prese la mano portandomi verso la riva e Abby ci seguì portandosi con sè la sua tavola azzurra. Entrammo nell'acqua avanzando piano piano dove era più fonda. Mi fece salire sulla tavola ed ero sdraiata a pancia in giù.
" Muovi le braccia e fatti trasportare dalle onde. Guarda, come fa Abby." Disse indicandomi con lo sguardo la ragazza mora. Mi misi a muovere le braccia in modo che la tavola avanzasse. Meson nuotava vicino a me.
" Quando senti che l'onda è quella giusta allora alzati lentamente in piedi e volteggia con le mani per mantenere l'equilibrio." Mi sorrise tra un affanno e l'altro. Abby aveva già trovato l'onda giusta, mentre io ero ancora sopra la tavola e avevo paura di alzarmi.
" Dai Kessy!" M'incoraggiò lui. Feci un lungo sospiro. Mi maledivo per aver accettato di salirci. All'inizio sembrava tutto così ecitante e ora, guardando quelle onde che mi sfiorando, la paura di cadere in acqua aumentava. Guardai dietro le mie spalle e c'era un onda abbastanza grande nelle vicinanze. Chiusi per un momento gli occhi e mi convinsi di portercela fare e poi c'era Meson che mi avrebbe salvata in caso cadessi.
Cercai di alzarmi senza guardare l'acqua sotto la tavola e provai a tenere lo sguardo fisso davanti a me. Fissai la spiaggia, la gente che sorrideva e i bambini che giocavano. Alzai le braccia una volta in piedi e sorrisi all'idea di esserci riuscita a stare sopra una tavola.
" Le braccia Kessy." Mi urlò Meson. Quando spostai lo sguardo per vederlo, lo vidi lontano e la paura mi invase un altra volta e quel poco coraggio che avevo era svanito. Guardai dietro mentre avevo il busto piegato e l'onda mi colpì in pieno. Caddi in acqua e non riuscivo a togliere il mio piede dal filo attaccato alla tavola da surf. Stavo bevendo troppo e non riuscivo a salire in superficie. Persi i sensi e pensavo che quel giorno fosse stato la fine della mia vita, ma fortunatamente due occhi verdi comparirono sott'acqua e due braccia robuste mi fecero salire in superficie. Sentii l'acqua fredda essersi sostituita con l'aria e delle gocce cadermi in viso, ma ero troppo stanca e senza fiato che non avevo visto chi mi stava portando in braccio. In un primo momento quando mi fece sdraiare nella sabbia pensavo fosse Meson, ma quanto sentii le labbra del ragazzo sulle mie e il suo respiro caldo sulla mia bocca, capì che non era lui.
I lunghi capelli del ragazzo mi solleticavano il viso, mentre continuava a farmi la respirazione. Sentii tutta l'acqua salata uscirmi dalla bocca e cominciai a tossire forte che il mio petto si alzava e si abbassava.
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Due anime sommerse
Mystery / ThrillerCi era stato negato l'amore, la felicità, il desiderio. Eravamo costretti a non parlarci, a non guardarci e tanto meno a toccarci, ma nessuno di noi due aveva mai immaginato che solo la morte era in grado di darci ciò che ci era stato negato da vivi.