Nove

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Il giorno dopo, solo quando stanno per mettere le scarpe e uscire, Stiles trova la forza di dire a Freddie chi incontreranno. “Ehi, ferma un attimo queste zampette e ascolta papà!” dice alzando il tono di voce, ma sorridendo. 

Il piccolo si blocca sul divano, permettendo a Stiles di legare i lacci delle scarpe, per poi guardarlo dal basso. “Ti ricordi di Derek?” chiede, stupendosi della reazione di suo figlio. 

Freddie spalanca gli occhi e la bocca, per poi esclamare un “Sì!”, battendo le manine. Stiles ingoia il groppo che gli si è formato in gola e, senza indugiare oltre, si alza, si rivolge a suo figlio e gli allunga una mano per farsela afferrare. “Salta giù, c'è anche lui oggi al parco.” 

Stiles non ha mai visto suo figlio correre così veloce per uscire di casa. 

Quando arrivano al parco mancano ancora dieci minuti alle quattro, ma Stiles sa che Derek è già lì. E non lo sa perché suo figlio ha iniziato ad annusare l’aria, ma perché in fondo lo conosce, sa che Derek era sincero il giorno prima e che davvero vuole conoscere suo figlio. Non si stupisce, quindi, quando Freddie gli stritola il braccio, trascinandolo verso una panchina alla loro destra, su cui è seduto Derek, che si alza appena li vede avvicinarsi. 

Stiles blocca il bambino appena sono di fronte al mannaro, che resta in silenzio. Si fissano per qualche secondo, poi, per fortuna, è proprio Freddie a rompere il silenzio. “Tao, De'ek!” esclama, sorridendo. 

Stiles non è un mannaro, non sente come loro, ma sa che suo figlio sta fremendo, lo sente dal tono di voce e dalla stretta che ha sulla sua mano. Sta per salutare a sua volta, ma Derek si abbassa sulle ginocchia e si rivolge al bambino. “Ciao, Freddie, è un piacere rivederti" dice, sorridendo, per poi alzare lo sguardo. “Ciao, Stiles.” 

“E-ehi”, è tutto ciò che esce dalla bocca dell'umano, nell'esatto momento in cui Freddie allunga una manina verso la guancia di Derek, come aveva fatto qualche giorno prima. 

Stiles lo vede ritrarre la mano, poi ripetere il gesto e ritirarla ancora annusandola. Sicuramente continua a non sentire odori diversi dal suo, così come gli succede con lui, quindi è normale sia stranito. Sta cercando un modo per spiegare quella assurdità, ma Derek comincia a parlare. “Sei anche tu un lupetto, vero?” chiede, ma Freddie si ritrae di scatto, nascondendosi dietro Stiles.

Stiles che si abbassa sulle ginocchia, alla stessa altezza dei due, per parlare con suo figlio. “Anche Derek è un lupo, tesoro, non devi nasconderti" gli dice, poi si rivolge a Derek. “Gli ho insegnato a non rispondere a chi gli parla di lupi, perché non tutti sono buoni e non tutti sanno della vostra esistenza. Per questo si è spaventato. E sei anche il primo mannaro che incontra dopo Scott, Isaac, Jackson e Malia.” 

Derek annuisce, poi allunga una mano in avanti, colpendo il naso di Freddie che sbuffa un sorriso. “Il tuo nasino non è rotto, sono io che so nascondere bene il mio odore, così senti solo il tuo” spiega, meglio di quanto avrebbe potuto fare Stiles, poi aggiunge “Ti va un gelato?”, conquistando definitivamente il cuore di Freddie. Lui adora il gelato, proprio come Derek, Stiles lo ricorda bene. 

Mentre si avviano al carretto dei gelati, Stiles lascia che il piccolo cammini qualche passo davanti a loro, perché “tono gande, papi", ma senza staccare gli occhi da lui. 

“È davvero bellissimo" rompe il silenzio Derek. 

“Mh, lo è davvero.” 

“Ha i tuoi occhi" continua il mannaro. 

“L'età avanza e non vedi più? Sono verdi.” 

“Lo so, ma la forma è la tua. E brillano come i tuoi" spiega, continuando a guardare il bambino che gli saltella davanti. 

Stiles non risponde, lo sa che è vero. Sa che Freddie è un mix perfetto dei loro tratti. Ha i suoi occhi, vero, ma se si arrabbia, il cipiglio è di Derek. Così come sono suoi i capelli scuri, ma la pelle chiara è del dna umano. È un bambino forte, è un mannaro, ma a è anche attivo come lo è sempre stato lui, sembra non stancarsi mai. 

È perso nei pensieri, quando si sente afferrare i jeans. “Papi! Io al coccolato!” chiede il piccolo, poi si rivolge a Derek. “Tu?!” 

“Cioccolato anche per me, andiamo?” 

Freddie si stacca dai pantaloni di Stiles avvicinandosi a Derek e alzando di istinto la mano per afferrare quella del mannaro, ma si blocca. “Papi?” chiede, come per chiedere il permesso. 

Stiles, ovviamente, non può far altro che annuire e seguirli. 

Preso il gelato, si siedono su una panchina per mangiarlo, mentre Stiles cerca di aiutare Freddie a fare meno danni possibili sui vestiti. Sente gli occhi di Derek su di loro, ma non vuole applicarsi più di tanto sulla cosa, non se lo può permettere. Non può mettersi a pensare a Derek Hale che lo osserva mentre litiga con suo figlio, loro figlio, e un gelato che si sta sciogliendo. 

Quando finiscono e i pantaloni sembrano tutti salvi, Freddie si volta verso Derek. “Tu hai bimbi?!” chiede a bruciapelo. 

Stiles non sa nemmeno se è ancora sposato, non vorrebbe ascoltare quella risposta, ma suo figlio ha una lingua lunga come la sua. “No, non ho fi-non ho bambini" risponde Derek, ma Stiles non perde l'attimo di titubanza sulla parola figli.

“E pecchè?” chiede il bambino. 

“Perché non è successo…” 

Stiles sente anche la difficoltà in quella risposta, quindi interviene. “Ehi, ma non c'era qualcuno che voleva andare sullo scivolo?” 

“SIIIIIII!”

Derek e Stiles si siedono sulla panchina di fronte allo scivolo mentre Freddie sembra stia facendo amicizia con una piccola bionda, aiutandola a salire sullo scivolo. 

“Che scusa hai usato per venire qui?” chiede Stiles all’improvviso.

“Cosa?”

“Con lei. Che scusa hai usato per vederci?”

“Stiles, io e Bred…”

“No, okay, scusa” lo interrompe Stiles “non sono affari miei e non voglio saperlo. Voglio solo essere certo che lei non abbia mai a che fare con lui.”

“Va bene” gli assicura Derek. Sembra sul punto di aggiungere altro ma la voce di Freddie che li richiama li interrompe.

Il cielo sta diventando scuro quando Stiles decide che è ora di tornare a casa. Freddie brontola ma Derek si inginocchia davanti a lui. “Ascolta il papà e non fare i capricci. Noi ci vediamo un’altra volta.”

Freddie fa un sorriso e, poi, si sporge verso Derek per lasciargli un bacio sulla guancia. Si stacca e ridacchia. “Cosa?” domanda Derek confuso.

“Il tuo cuore e quello di papi hanno fatto lo stesso salto” spiega ridendo.

Stiles arrossisce e sì, è proprio ora di tornare a casa.

Il viaggio è silenzioso. Stiles sta ripensando a quelle ore quando si rende conto che, effettivamente, c’è fin troppo silenzio in macchina. Guarda il figlio dallo specchietto retrovisore e lo trova con uno strano cipiglio. “Ehi, lupacchiotto, che succede?”

“Niente.”

Sebbene non sia un lupo, Stiles sa perfettamente che sta mentendo. “Non ti sei divertito?” tenta.

“No, De’ek mi piace tanto” dice.

“Ma?”

“Poccio invitallo alla mia fetta?” chiede tutto in un fiato.

Stiles spalanca la bocca a quella richiesta: Freddie voleva invitare Derek alla sua festa di compleanno. Il suo istinto è quello di urlare di no, che era troppo presto per concedergli di passare un momento così importante con loro. Ma gli occhi di Freddie sono così pieni dì speranza che Stiles non riesce proprio a negarglielo. Così “va bene. Dopo gli mando un messaggio” dice sperando che il mannaro, in tutti quegli anni, avesse cambiato numero di telefono.

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