Il ragazzo stava controllando la sua bici, era intento a fare un po' di manutenzione alla catena e alle marce, quando una voce alla sua sinistra spezzò la canzone estiva che risuonava dal cellulare di Kevin; quella voce che non sentiva ormai da tanto, si avvicinò salutandolo.-Hey.- Disse semplicemente la ragazza.
-Ciao.- Rispose senza alzare la testa dalla bici, una vecchia cicatrice riprese a sanguinare, ma non volle farlo notare.
Silvia prese posto sul marciapiede ed iniziò ad osservare l'operato del ragazzo che con cura passava il grasso sulla catena e sugli "ingranaggi", come li aveva sempre chiamati lei.-Non ti si vede più in giro da molto, eh?-
Tentò di attaccare bottone, c'era un motivo se era lì, ma Kevin le rendeva le cose difficili; l'altro si limitò ad alzare le spalle:"Non è che ci sia molto da fare."-Potresti passare il pomeriggio in centro con Katia.-
Quel nome fu come un pugno nello stomaco per Kevin, quell'amicizia finita dopo tanto tempo lo aveva abbattuto molto; sospirando rispose:"Abbiamo litigato..."Silvia arrossì per la gaffe fatta, era informata sulla vita recente del ragazzo, ma questo le era sfuggito, farfugliò delle scuse imbarazzate e lui le rispose che "era okay" e che nessuno effettivamente lo sapeva, dopotutto erano due asociali, non c'era da stupirsi se per un po' non si facevano vedere in centro.
La presenza di Silvia non gli dispiaceva, nonostante tutto, ma se lei era lì c'era un motivo si disse Kevin, la ragazza non lasciava mai nulla al caso.
-Allora, che devi dirmi?-
Le fece la domanda più ovvia, finalmente trovò il coraggio di guardarla negli occhi e pulendosi le mani con uno straccio si avvicinò a lei, che il coraggio invece, lo stava man mano perdendo.-In che senso scusa?-
Una forte ansia le piombò in petto, ma le parole di Kevin le diedero uno spiraglio di luce.-Non dovresti essere col tuo ragazzo?-
-Ci siamo lasciati.- Ammise mordendosi il labbro inferiore in un tic involontario:"Perché mi sono resa conto che mi piace un altro."
Guardò Kevin negli occhi e quell'azzurro le diede serenità, l'altro si lasciò sfuggire un verso di sdegno.
-Bene. Anche lui non era abbastanza uomo per te?-
Quelle parole che tanto volevano essere una freccia avvelenata, uscirono con un tono più ferito del dovuto.Quel pomeriggio di Agosto gli bruciava ancora nell'orgoglio.
Nonostante i progressi fatti con la sua autostima, ogni volta che credeva di essere andato avanti, qualcosa lo respingeva indietro, ancora e poi ancora; quella maledetta vocina che gli sussurrava costantemente di non essere mai abbastanza per nessuno.
Era una continua lotta contro sé stesso.
-È per questo che sono qui. Ti devo delle scuse. Molte scuse. Ho capito di essere stata crudele dicendoti quelle cose, ma prova a capirmi. Sai da che famiglia provengo e l'idea del pregiudizio mi terrorizzava... Ti capirò se non vorrai vedermi mai più, ma prima devi sapere che ho lasciato Giuseppe per te. Perché anche se non sembra, ti ho sempre tenuto nel cuore ed ho capito che appartiene a te.-
Si guardano negli occhi per dei secondi interminabili e poi le labbra di Silvia furono su quelle del ragazzo, le sue mani gli afferrarono il volto e il cuore stava per esploderle nel petto; Kevin rimase spiazzato, ma subito dopo ricambiò, portando le mani sui fianchi della ragazza e avvicinandola a sé sperando di non doverla più perdere.