3. The man in the forsaken tower

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La parte razionale di Annis continuava a suggerirle di tornare indietro. Non le era stato imposto il divieto di esplorare il castello, eppure sapeva di non potersi aggirare per i corridoi e per le stanze a quell'ora di notte.

L'altra parte, quella ancora giovane e curiosità, la tentò e prevalse. Sapeva benissimo che restare a letto senza addormentarsi non avrebbe avuto senso e tra l'altro si rassicurò del fatto che non vi fossero guardie o inservienti in giro che avrebbero potuto trascinarla di nuovo nelle sue stanze per poi avvertire lord Elliott e, peggio ancora, il re.

Allontanò i pensieri più sgraditi e spinse la porta che si era rivelata essere già aperta, un dettaglio che non la convinceva affatto e che non sapeva spiegarsi, poi incontrò un ostacolo. Mentre spingeva la maniglia, il dorso ligneo della porta toccò qualcosa, quasi certamente un oggetto che impediva l'entrata.

"Qualcuno ha spostato un scrittoio all'entrata?" si domandò la ragazza, poggiando per qualche secondo la candela e il suo piattino a terra, a distanza da sicurezza dalla gonna. "Insolito. Significa che la porta è stata sbarrata dall'interno. Ma perché? Qui non c'è nessuno. Quest'ala del castello sembra abbandonata, nessuno la pulisce da tempo e il tetto della torre è persino cadente."

Ricordandosi di dover fare attenzione a quel dettaglio per evitare che una tegola o pietra la colpisse per sbaglio, fece uso delle braccia ora libere per spingere con più forza. Il mobile cedette e si spostò, provocando un cigolio stridulo e sinistro.

"Accidenti!"

Annis sapeva di non poter fare rumore. Il minimo cenno della sua presenza lì avrebbe potuto cacciarla in un mare di guai. Sarebbe persino tornata indietro a causa della paura che quel suono le provocò ma oramai aveva deciso di entrare nella torre, convinta di poter trovare qualcosa di interessante.

Non aprì completamente la porta per evitare di fare più rumore. Afferrò di nuovo la candela e trattenne il fiato mentre strisciava tra il piccolo spazio creatosi tra lo stipite e l'anta, potendo finalmente soffiare via l'aria quando riuscì ad attraversarlo.

Adesso si trovava nella stanza dove aveva cercato di intrufolarsi. D'istinto si guardò attorno, cercando qualche segno che avrebbe potuto certificare l'importanza di quel luogo, eppure non trovò nulla.

Tende ingiallite e strappate coprivano le finestre rotte, sbarrate a tratti da alcune assi di legno. La parte mancante di soffitto era contenuta, piuttosto piccola, ma permetteva ad alcuni raggi lunari di filtrare nella stanza e illuminare il pavimento polveroso con il loro bagliore. Spifferi di vento gelido fecero accapponare la pelle della fanciulla, la quale continuò a spostare la propria attenzione dall'uno all'altro dettaglio.

Infine i suoi occhi trovarono una meta più interessante: un pianoforte era immobile proprio davanti a lei, in fondo all'ambiente poligonale. Posto di fronte a un piccolo sgabello nero imbottito, faceva da sovrano sul resto della fornitura, silenzioso e ormai abbandonato.

"Un piano?" tornò a chiedersi Annis, attraversando pian piano la stanza. Calpestò un tappeto violaceo, anch'esso distrutto per metà, e raggiunse lo strumento, fermandosi di fronte a esso. "Non sembra essere rotto. Perché l'hanno lasciato quassù a prendere polvere, quando potrebbe essere utilizzato per le feste di corte?"

Non capiva proprio il senso di quella scelta. Di molte scelte, in realtà. Ad esempio quella di serrare la porta dall'interno. 

"A proposito," ricordò, "Come ci saranno riusciti?"

Sovrappensiero, non fece neppure caso al grande orologio a pendolo che, appeso a una delle pareti della stanza, scoccò ben dodici rintocchi, annunciando la mezzanotte.

Annis era abituata a quei suoni che, seppur un po' lugubri, l'avevano sempre accompagnata nella sua vita. La sua residenza, a Birmingham, era ricca di quegli orologi. Spesso, di notte, la piccola lady contava quei ticchettii e cercava di restare sveglia fino all'ora successiva per poterne udire degli altri, finendo solo per addormentarsi ancora più in fretta.

Il Dodicesimo RintoccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora