four.

35 4 3
                                    

E anche quella notte, davanti lo specchio del suo camerino, la bionda si ritrovava a guardarsi. Immobile, in silenzio, odiando il fatto di doversi vedere così. Un reggiseno che lasciava poco all'immaginazione, perizoma e calze a rete. Doversi mostrare in quelle condizioni, per lei era straziante..

-Ti muovi o hai intenzione di restare lì ad ammirarti ancora un po'? Francesca ha finito il suo turno, adesso tocca a te- la richiamò Hyungwon poggiato al muro con le braccia incrociate al petto che la guardava. Proprietario di quel merdoso luogo. Era davvero un bel ragazzo, se non fosse per quel suo fottuto orribile carattere. Aveva le labbra davvero carnose, i capelli neri ed era molto alto. Ma era antipatico, sembrava quasi cattivo. Non era mai stato buono con la bionda, mai, neanche quando la bionda firmò le carte per entrare a lavorare in quell orribile luogo.

La ragazza non gli rispose neanche dirigendosi direttamente in postazione. Su quel palchetto osceno, quelle facce erano ormai quasi sempre le stesse, solita sensazione di disgusto.

Si avvicinò al proprio palo iniziando a muoversi a tempo del suo numero, del suo gioco.
Tutti gli occhi su di lei, i fischi, i complimenti sporchi.. esattamente come tutte le notti.

E dopo essere stata lì appesa per circa due ore come un cazzo di salame, tornò in camerino cambiandosi. Finiva sempre così, rimaneva lì dentro da sola, con le ragazze che pulivano e i baristi.
Francesca finiva il suo turno due ore prima di lei quindi andava via verso le 02:30 di notte.
Una volta finito di sistemarsi e rivestirsi, salutò i baristi e le ragazze delle pulizie uscendo da lì.

La strada di notte era terribile. Completamente vuota.. ma d'altronde.. chi doveva esserci in giro alle 05:00 del mattino?

Si incamminò verso casa venendo fermata da un pianto che squarciò il silenzio. Iniziò a tremare voltandosi lentamente verso il vicolo dal quale proveniva.
Era terrorizzata. Aveva paura che.. quegli avvenimenti si ripresentassero. Che magari fosse un tranello, uno come quei due che l'avevano fatta finire sotto le mani di stupratori bastardi.
Ma.. si concentrò meglio sul suono. Conosceva quella voce, l'aveva già sentita..

-C'è qualcuno?- mormorò entrando lentamente nel buio vicolo guardandosi intorno. Nessuna risposta.
Poco dopo si ritrovò davanti una figura, lì riconobbe il ragazzo del bar.. Hyunjin.
Rannicchiato su se stesso, con la testa fra le mani, piangendo in un angolino sudicio di quella orribile traversa.

La ragazza, non sapendo che altro fare o dire, si avvicinò abbassandosi alla sua altezza. Doveva quasi ovviamente aiutarlo, non poteva lasciarlo lì.
Faceva freddo, tanto freddo.. a quell'ora era sempre così, ed era tutto isolato, silenzioso e buio.
Tolse il giubbotto mettendolo sulle spalle del ragazzo che alzò lentamente lo sguardo puntando i suoi gonfi occhi rossi su quelli azzurri e preoccupati della bionda.. che dopo alcuni istanti gli sorrise dolcemente.

-Stai bene?- chiese quasi stupidamente la ragazza sistemandogli meglio il giubbotto.
-Mettilo tu- mormorò il ragazzo senza smettere di guardarla.
La bionda scosse il capo in risposta.
-Stai bene?- chiese nuovamente più seria.
Stavolta il corvino annuì flebilmente, ma era palesemente una mensogna, la bionda decise di non fare momentaneamente domande aiutandolo ad alzarsi. Dopo essersi però assicurata che stesse bene almeno fisicamente e che non fosse ubriaco, puzzava d'alcool.

-Dove abiti?- chiese la ragazza appena usciti dal vicolo sorreggendolo, sembrava abbastanza brillo, ma ragionava.
Il ragazzo le diede l'indirizzo e la ragazza, continuando a sorreggerlo, si incamminò diretta lì.

Lungo il tragitto provò a fare qualche domanda al ragazzo ma nulla, rimase in silenzio tutto il tempo. La minore decise di non insistere, non era affatto momento ed erano ormai arrivati a destinazione.

Ma improvvisamente, mentre la ragazza fu ormai quasi arrivata a casa del nero ragazzo scosso e puzzolente d'alcool, una figura. Davanti a loro.

Martina alzò lentamente lo sguardo guardando il ragazzo che si era piazzato davanti a loro bloccandogli la strada.

Questo teneva le mani in tasca, aveva una maglia bianca, dei jeans neri ed una giacca del medesimo colore, con un cappuccio che teneva sollevato.. era.. tranquillissimo e guardava la ragazza a sua volta, in silenzio, impassibile.

Si guardavano, e
Per la bionda,
Era strano..
Tutto strano..
Forse anche troppo strano.







-Kiki.

sɪɴɴᴇʀs / ʏ.ᴋʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora