nine.

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E anche quella mattina, il sonno di Martina, fu interrotto dal suono straziante della sveglia che la ragazza spinse assonnata giù dal comodino portandola subito a tacere.
La bionda si tirò a sedere assonnata tenendosi la fronte cercando di svegliarsi per bene. Pian piano mise a fuoco la situazione, prese il cellulare notando fossero già le 11:30 del mattino. Sbarrò gli occhi correndo in bagno andando a farsi velocemente una doccia.

Si era fatto tardi, e lei doveva uscire con Hyunjin per quel famoso pranzo insieme.
Nella sua testa frullavano interi discorsi e infinite domande, e principalmente... sperava che il ragazzo fosse disposto a rispondere ad esse, una per una.

Si sistemò in fretta e furia. Indossò dei pantaloni jogger neri abbastanza larghi, una maglia rossa ed una giacca bianca.
E mentre sistemava lo zaino ecco suonare il campanello.

Corse ad aprire venendo subito assalita da Jeongin che le saltò addosso stringendola.
La bionda sorrise ampiamente stringendolo a sua volta.

-Scusa, ma ha insistito tanto per venire con noi- ridacchiò poco da dietro di loro Hyunjin che grattava la nuca.
-Non preoccuparti, non disturba- rispose la ragazza prendendo per mano il piccolo che aveva ormai appoggiato per terra.
-Come stai? Ti sei ripreso da ieri?- chiese poi al bambino che annuì felice trascinandola poi fuori di casa.
-Andiamo andiamo- cantilenava esalatato.

Martina rise poco seguendolo mentre il corvino le camminava accanto.

Parlarono del più e del meno scoprendo di avere molte cose in comune, si stavano molto simpatici a vicenda.

-Dovevi vedere le storie che ha fatto per mettere il mio profumo, voleva assolutamente far colpo su di te- rise poco Hyunjin parlando del fratello più piccolo.
-È adorabile- sorrise ampiamente la ragazza tenendo ancora la mano a Jeongin.

Dopo un po' arrivarono in un ristorante, ordinarono il pranzo che arrivò poco dopo, da lì iniziarono a mangiare continuando a chiacchierare.

-Ti va' di venire in discoteca con me e Jimin domani a mezzanotte? Puoi portare anche Francesca- propose dal nulla Hyunjin guardando la ragazza con la bocca mezza piena.
La ragazza si bloccò un attimo, degludì poco alzando poi lo sguardo su di lui.
-Non posso, a quell'ora sono a lavoro- mormorò titubante continuando a mangiare.
-Lavoro?- domandò confuso il ragazzo alzando un sopracciglio.
-Che razza di principale ti fa lavorare fino a mezzanotte?- chiese ancora guardandola.
-Sono una barista dell'hotpub difronte la chiesina quasi all'uscita della città- mentì Martina, non voleva rovinare tutto, era un momento così spensierato..
-Verrò a trovarti allora- sorrise il corvino continuando a guardarla.
-Non sarà necessario- ridacchiò sforzatamente la ragazza.

Martina cercò di uscire da quel discorso e da quella situazione.

Parlarono di altro, e continuarono a scherzare.
C'era molta sintonia tra loro.

...

Dopo essere usciti dal locale, la bionda accettò l'invito di Hyunjin che propose di bere un bel caffè a casa sua.

Jeongin camminava felice poco più avanti a loro, e lei è Hyunjin erano finalmente da soli.
Era il momento di fargli quelle fatidiche domante.

-Hyunjin, non so se sai che prima ero la babysitter di Jeongin- disse venendo subito interrotta dal corvino.
-Si lo so, Jeongin mi ha parlato molto di te- disse lui sorridendo guardandola.
-Però, quando io stavo a casa sua, intere e intere giornate.. lui era figlio unico- disse guardandolo, il corvino si bloccò improvvisamente cambiando espressione.

La ragazza pensò quasi di aver sbagliato ad aver fatto quella domanda, ma prima che potesse pentirsene il nero parlò.

-È successo un anno e mezzo fa, poco dopo che tu smettesti di badare a Jeongin. Sua madre aveva chiesto a me di prendermi cura di lui durante la sua assenza, è brutto da dire.. ma ti aveva rimpiazzata con me perché non le chiedevo soldi in cambio. La sua stessa madre era tornata a casa completamente ubriaca, voleva uccidere suo figlio per poi uccidere se stessa.. cercai di fermarla, ma riuscì nel suo secondo intendo- si fermò facendo una piccola pausa prendendo un bel respiro guardando il piccolo ballare sul marciapiede.
-Si ficcò un coltello sul petto, morì su colpo.. davanti a me e suo figlio. Da lì decisi di tenerlo io, di crescermelo, da solo. Io non ho mai avuto nessuno. Nè genitori, nè parenti e nè fratelli e so come ci si sente e poi... Mi avrebbe fatto sicuramente bene un po' di compagnia- sorrise poco guardandola poi.

Martina si ritrovò a lasciare scendere qualche lacrima a quelle forti parole. Non si aspettava una cosa del genere, sentiva il cuore minuscolo.

-Mi dispiace tanto- mormorò asciugando poco le lacrime con le mani.
-Non dovevo chiedere. Jeongin è molto fortunato ad averti conosciuto- aggiunse, prese un fazzoletto asciugandosi meglio.
Il corvino sorrise poco a quelle parole felice.
-Grazie infinite- le prese la mano il ragazzo.
-Adesso smetti di piangere e non pensiamoci, è passato.. ma Jeongin ti vuole ancora molto bene- sorrise dolcemente accarezzandole il dorso della mano.

La bionda sbarrò gli occhi rilassandosi poco dopo sorridendogli continuando a seguirlo verso cosa sua.

E adesso...
La bionda sentiva il dovere di restare vicina al piccolo.

Perché anche lei gli voleva bene e doveva a prendersi cura di lui il più possibile, aiutando anche Hyunjin.

Dopo quella notizia sentiva un nodo alla gola.

E aveva, ormai, quasi paura anche a chiedere..

Chi fosse il misterioso castano.

E se anche quella fosse una domanda in appropriata?



-Kiki.

sɪɴɴᴇʀs / ʏ.ᴋʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora