Capitolo 8

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Il mio telefono non fa che squillare da domenica. Javier mi riempe di messaggi e in effetti ci stiamo scrivendo molto. E non solo a volte ci siamo anche chiamati. Devo avere una faccia da ebete quando vedo arrivare un suo messaggio perché Ilaria non fa che prendermi in giro in ufficio. In realtà passa il tempo a lodarsi per avermi comnsigliato bene e dicendo che ora devo passare all'attacco.
"Devi fare una mossa, bacialo! Agli uomini piace l'intraprendenza " esclama nella pausa pranzo.
"No, fatti desiderare. Flirta un po' ma non esagerare" mi consiglia Juana.
"Macché! Se ti fai troppo desiderare cercherà un'altra " insiste Ilaria. "Deve pendere dalle tue labbra "
"Punto primo non lo bacerò stasera, punto secondo devo capire che intenzioni ha e punto terzo, che è una diretta conseguenza del punto due, farò le mie valutazioni. Ma mai e poi farò il primo passo!" Affermo sicura.
" e quali sarebbero le possibili intenzioni di questo tipo?" Domanda Pilar.
"Devo ancora capirlo. Sembra troppo perfetto dai...ci conosciamo per caso e track nasce una storia? Sono cose che succedono nei film. Ok mi ha fatto conoscere i suoi amici non la famiglia. Però mi è sembrato precoce.
E poi quanto durerebbe? Io di questi tempi il prossimo anno spero di essere tornata a casa mia. Quindi niente storia d'amore. La penso come Ilaria"
"Oddio mi commuovo così! Quindi stasera gli dai un assaggino?" Esclama la mia amica mimando un gesto inequivocabile.
"No!La penso come te nel senso che devo imparare a lasciarmi andare,conoscere nuove persone ma non voglio coinvolgimenti. E se salterà fuori glielo dirò."
"Si e gli dirai che lo vuoi come amico?lascia perdere questi discorsi:punto primo, secondo e compagnia bella.Ascolta cara l'amore può nascere anche cosi, quando meno te lo aspetti. Hai detto che stai bene con lui giusto?" Mi domanda Pilar, sembra la saggia del gruppo con le sue carotine bio in mano.
"Si, dannatamente bene "ammetto sinceramente.
"Allora non pensare troppo al dopo o che poi ritorni a casa o non voglio coinvolgimenti , tanto gli uomini sono tutti uguali, un giorno ci lasceremo , un giorno ci odieremo. Chi si sposerebbe più se pensasse a questo? Riflettici. Io ho 40 anni,tre figli e un marito. E lo sai dove ci siamo conosciuti? In un supermercato. Per caso. Non succedono solo nei film queste cose." E riprende a mangiare le sue mini carote.
Tutte rimaniamo in silenzio. La lezione è chiara. Vivere il momento sperando nel meglio. Il problema è che io ci ho sperato una volta e non mi è andata cosi bene.
"Signorina Nardi, la dottoressa Jiménez la sta aspettando nel suo ufficio." Veniamo interrotte così dalla segretaria del grande capo come la chiama Ilaria.
La dottoressa Silvia Rodríguez Jiménez è il nostro capo ufficio nonché la nostra responsabile. Una donna molto forte e molto indipendente. Pare non si sia mai sposata ma le voci narrano di un suo matrimonio a Las Vegas da giovane.
"Prego si accomodi. La stavo aspettando. "
"Grazie" mi siedo di fronte alla sua grande scrivania di vetro molto minimal. Ne una foto, ne un ornamento, solo un pc e la sua agenda bordeaux.
"Innanzitutto vorrei chiederle come si trova nel suo nuovo entourage"
"Bene grazie. I miei colleghi sono molto laboriosi"
"Mi fa piacere, sa la dottoressa Forti ha parlato molto bene di lei"
E certo che doveva dire? Che era meglio il mio ex? Al loro pensiero mi viene il prurito alle mani.
"D'altra parte il dottor Santoro nonché nostro socio ci ha detto che il suo trasferimento qui era per lo più necessario per un suo stato emotivo e che il cambiamento le avrebbe permesso di poter esprimere al meglio la sua potenzialità."
Bene ,chissà cosa si è immaginata lei del mio stato emotivo. La verità è che la situazione in ufficio era imbarazzante. Quando venne fuori la loro relazione i chiacchiericci erano all'ordine del giorno e in realtà il dottor Santoro spostando me ha solo evitato di peggiorare la mia sensibilità.
"E aveva ragione sa? In effetti in questo mese ho notato la sua dedizione e passione in quello che fa."
"La ringrazio davvero. Cerco di fare del mio meglio"
"Detto questo arriviamo al punto. Il suo progetto per il teatro è quello che è stato scelto"
E me lo dice così? Senza un filo di emozione? Senza un sorriso? Io la abbraccerei, ci ballerei insieme su questo tavolo di vetro. E nel mio cervello sto facendo tutto questo.
"Grazie!"mi limito a dire.
"Mi dimostri di lavorare sempre così e le farò avere molte altre soddisfazioni. Può andare adesso" e mi congeda.
Vorrei ballare,cantare, urlare!!! Ce l'ho fatta!! E di impulso il primo a cui voglio dirlo è lui. Mentre sto per inviargli un messaggio mi fermo. Glielo dirò di persona stasera.
Me lo merito un momento di gloria. Porca pupazza delle volte la ruota gira anche per me. Voglio pensarla come Pilar questa volta. Posso avere una possibilità e io a mia volta devo dare una possibilità.


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