A volte penso che la vita ce l'abbia un po' con me. Non so perché, ma ho perennemente questa sensazione. Nonostante io sia nel mio piccolo una persona di "successo", non mi sono mai goduta nessun traguardo che ho raggiunto; ero troppo impegnata a crogiolarmi nel mio dolore. E la cosa mi rende ancora più triste perché mi rendo conto di essere per prima fautrice della mia stessa tristezza. È come se dovessi sopportare tutto il peso del mondo, e la cosa mi facesse sentire forte, ma dietro quella forza che mi fossi costruita si nascondesse una fragilità immensa. Non riesco a capire se gli altri riescano a percepirla, spero di no, me ne vergogno da morire. Odio farmi vedere vulnerabile. E vi assicuro che non è divertente vivere ogni giorno così, con la costante paura che tutto possa peggiorare e con la consapevolezza che è inutile sperare che le cose vadano meglio. Non è rassicurante avere mille pensieri e preoccupazioni per la testa e sapere che non è normale che una quindicenne provi certe emozioni. Io vi giuro, vorrei tanto concentrarmi su futilità come i capelli, i vestiti e le ragazze, ma non ci riesco proprio. Io stessa mi considero pessimista, noiosa e pesante e presumo la gente pensi questo di me. Veramente, invidio tanto le oche della mia età; non sto scherzando. Vorrei tanto essere come loro: superficiale, stupida ma almeno serena. Non credo felice, probabilmente se fossi una ragazza futile non comprenderei neanche il significato della felicità. Ma serena. Tranquilla. Libera da dolori e tristezze. Sarebbe tutto perfetto. Ma non sono così.
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Senza titolo
SachbücherL'uomo ha lo straordinario dono di poter parlare. Ma l'uomo non è disposto ad ascoltare. Perciò ho provato a scrivere, anche se non servirà a nulla