Capitolo 5: Nicolas

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Nicolas era una persona che non amava parlare.

Le volte in cui lo si poteva sentire dire qualcosa erano così poche da far credere al suo prossimo di trovarsi di fronte ad un sordomuto.

Ma lui non era un sordomuto, ci sentiva e parlava bene, solo che gli piaceva osservare, limitandosi a tenere i pensieri per se.

Quello era il tratto che gli permetteva di leggere gli altri senza essere letto sua volta, infatti, erano in molti a non sapere come prenderlo, a trattarlo con i guanti, o a rinunciare direttamente ad avere a che fare con lui, proprio a causa di quel suo modo di essere così inaccessibile al mondo.

Eppure, non molti anni addietro, Nicolas era un ragazzo come tanti, chiunque lo avrebbe descritto come un tipo vispo, sempre indaffarato, e circondato da amici.

Gli stessi amici che lo avevano accompagnato per anni, i suoi fratelli acquisiti, che sparirono nel momento in cui lui aveva più bisogno di loro.

Gli stessi che lo abbandonarono a se stesso, in un letto d'ospedale, a lottare tra la vita e la morte, e a sperare di trovare qualcuno fuori ad aspettarlo, oltre ai suoi, quando sarebbe tornato da sopravvissuto.

Il ricordo della sala d'aspetto vuota.

I momenti in cui si era sentito abbandonato.

Aveva legato tutto al dito e non avrebbe mai, mai, dimenticato.

Se prima Nicolas sapeva essere amico di tutti, da quel momento in poi non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi a lui più del dovuto.

Quella decisione ebbe, inevitabilmente, conseguenze sui suoi rapporti sociali tanto da essere capace di passare ore a conversare del nulla cosmico, ma anche di rimanere ore in silenzio e non intromettersi nei discorsi nemmeno quando gli veniva chiesto.

Aveva perso il conto delle volte in cui sua cugina Sofia lo aveva canzonato con un: << Nic, stai parlando troppo, smettila! >> pensando di essere simpatica nel fare battute di quel tipo.

Lui odiava le persone con quel discutibile senso dell'umorismo, tanto è vero che non mancava di risponderle con un sempre più acido: << Tu, invece, dovresti parlare di meno! >> per finire a litigare.

O meglio, Sofia urlava e lui continuava a farsi gli affari suoi.

Gli vomitava addosso di essere un fottuto cinico, e il fatto di avere una storia clinica poco felice non gli dava il diritto di trattare male gli altri, senza rendersi conto che lui era diventato così proprio a causa delle persone come lei.

Superficiali.

Idiote.

Quei difetti che il mondo gli rimproverava, per Nicolas erano punti di forza su cui fare leva e scegliere al meglio le persone da tenere vicino e, soprattutto, quelle da tenere lontane.

Questo valeva per gli estranei, purtroppo, e non per i cugini con cui ti avevano costretto a crescere.

Sua madre e suo padre dicevano di avere un figlio tanto intelligente quanto introverso, però il loro era il pensiero di chi non comprendeva fino in fondo. Non riuscivano ad andare oltre, ma a lui non interessava.
Di certo non poteva detestarli per quello, anzi, Nicolas voleva un bene dell'anima ai suoi genitori.

Ai suoi doveva troppo e non si sarebbe nemmeno sognato di non provare affetto per loro.
Accettava che pensassero a lui come un ragazzo chiuso in sé, comprendeva il loro desiderio di definirlo in qualche modo, e non sentirsi troppo lontani da lui.

BON: Because Of NelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora