𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐈𝐍 𝐎𝐅 𝐒𝐈𝐍𝐍𝐈𝐍𝐆-

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I polpastrelli continuano a sfiorare le sottili pagine del libro cartaceo, i capelli dolcemente raccolti in uno chignon abbastanza sbrigativo, e leggeri sospiri ad ogni cambio di capitolo, tutto rigorosamente svolto sulla comoda poltroncina situata proprio ai piedi del piccolo letto a una piazza e mezza. Questi sono i pomeriggi preferiti da Lora, quando i suoi genitori non ci sono per lavoro, mentre loro ogni volta si preoccupano per le solite raccomandazioni, del tipo «non uscire dalla stanza in nostra assenza» oppure «se qualcuno bussa, non aprire.» e lei continuava ad indicare le proprie gambe, facendo ben notare gli enormi calzettoni di cotone caldo, ed i larghi pantaloni ospedalieri, segno che non si sarebbe nemmeno staccata dalla poltrona. Era sempre stata tenuta nascosta dai genitori, fin da piccola, ogni tanto usciva dalla stanza, per non rimanere incollata alla poltrona a fare le radici, ma sempre sotto sorveglianza.. tutto questo perché, per l'appunto, sin da piccola, Lora ha sempre avuto un atteggiamento, come dire, indisponente, aggressivo, ma solo con le persone di cui non si fida, con le persone che non conosce.

Un bel giorno, più precisamente di giovedì, Lora era ancora attaccata sul libro, nell'intento di finire le ultime due pagine, come da consueto, Beth e Markus, madre e padre della giovane, preparandosi per cominciare il loro turno di lavoro -Markus guardia di sicurezza, Beth meccanica- continuavano sempre con le loro «miraccomando, non uscire, hai tutto quel che ti serve qui.» raccomandò la madre mentre, davanti lo specchio, si sistemava la folta chioma corvina. «e se hai bisogno, basta premere questo pulsante...» «e sarai qua in cinque minuti, lo so papà, lo so.» Lora finì la frase del padre, ormai sentita e risentita, mentre l'uomo le porse il solito orologietto con installato un bel pusantino rosso appariscente al centro, di solito usato nelle situazioni di emergenza.
«buon lavoro, a dopo!» aveva salutato la ragazza, prima di vedere la porta scorrevole chiudersi definitivamente, e la sagoma dei due scomparire... Per un po' la cosa funzionava, ma quel giorno era strano. Come ebbe finito il libro, non le venne il solito impulso di alzarsi dalla poltroncina, avvicinarsi all'enorme scaffare in legno della libreria, ed iniziarne un altro come al solito, non ne aveva voglia.
Magari, dopo 21 anni passati a leggere e rileggere sempre i stessi libri, sulla stessa poltrona, agli stessi orari, si era resa conto che non doveva essere tutto lì, non doveva essere così la vita che conducevano le altre ragazze nell'Arca. Su questo fatto, ci aveva pensato molto ultimamente, mentre i genitori erano a lavoro, e lei, invece di leggere, seguiva solamente con gli occhi, perdendosi tra parole e pensieri.
Era davvero così sbagliato provare cose nuove? Sentimenti, emozioni nuove, esperienze nuove.
La curiosità era tanta, andava oltre le solite raccomandazioni dei genitori, che più che raccomandazioni, suonavano quasi come ordini.
Lora prese coraggio, si alzò dalla poltrona tirandosi su con i gomiti, una volta ritrovatosi in piedi, con il libro fra le braccia, camminò verso la libreria, e ripose il libro, i libri erano davvero una delle cose più rare sull'Arca, erano importanti, avrebbero potuto rovinarsi con l'aria "artificiale" trovata nella base, doveva ritenersi alquanto fortunata, ad averne possesso.
Si tirò su i calzettoni di cotone viola, ormai larghi a via di indossarli, e si pulì il naso umido per colpa del freddo, con la manica del maglioncino di lana grigio, pensando qualche momento a cosa avrebbe potuto indossare per uscire, perché si, il suo obbiettivo era proprio uscire da quella stanza, che ormai quelle pareti bianche candido erano diventate come una cella per lei, solo che non se ne era mai resa conto. Lora si tolse il maglione, lanciandolo sul letto facendo modo che lo mancasse anche, per sua fortuna, così indossò una felpa, una semplice felpa di cotone verde.
Toccò ai pantaloni. Via quegli orrendi pantaloni bianchi da ospedale, se fosse uscita con quelli le avrebbero sicuramente dato l'infermità mentale. Li rimpiazzò con dei jeans neri, le adagiavano perfettamente le curve senza essere troppo volgari, anzi, non lo risultava per nulla, il contrario. Provvide a sciogliere quella cipolletta rimanendo con i lisci capelli sciolti che, per carità, era comoda la cipolletta, ma di certo non raggiungeva nemmeno la decenza.
Stava pensando.. uscire o non uscire? Rischiare tutto per vivere oppure restare alla condizione di annoiarsi a tal punto da tentare il suicidio?

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