5. Fai La Brava

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Ella

Peggio che aspettare un ragazzo che si stava facendo fare un pompino da un'altra donna c'era soltanto aspettarlo insieme ai propri fratelli.

Eravamo tutti affacciati al davanzale della finestra, in attesa che Scar venisse a prendermi per portarmi a scuola. A piedi sarei certamente già arrivata, ma Walt, come al solito, non si fidava a lasciarmi andare da sola e preferiva mandarmi con lui. Cosa alquanto imbarazzante, visto che sapevo quello che avevamo interrotto.

"Perché proprio quel caso umano?" Domandò Nick. "Perché non hai chiesto ad uno di noi di occuparsi di lei?" Walt si perse a guardare il prato trascurato che adornava il nostro isolato.

"Occuparsi di Ella è un lavoro a tempo pieno. Tu sei il mio braccio destro, Colt ha gli allenamenti, Liam ha la scuola." Si massaggiò il collo con aria distratta. "I miei ragazzi, invece, non hanno niente a parte me. Nessuna famiglia, nessun impegno... L'unico lavoro che svolgono è quello di eseguire tutto quello che gli dico di fare. Sono senza scrupoli, senza cuore e non si farebbero problemi a minacciare tutti quelli che le rompono le palle. Posso piegarli alla paura, con voi la resa non sarebbe la stessa." Avevo tremato al suono di quell'ultima frase? Perché piegarmi alla paura, negli ultimi anni, gli era riuscito piuttosto bene.

"Però Johnny mi sembrava più adatto." Walt scosse la testa, sulle labbra un sorriso affettato.
"Parli così perché non ci hai visto quello che ho intuito io." Sostenne con convinzione. "Scar ha una faccia spaventosa e un vissuto particolare, scatta senza pensare alle conseguenze quando si toccano le donne. Se ci pensi bene, potrebbe essere il più indicato per questo ruolo. Voglio che chiunque tremi al solo pensiero di avvicinarla, e se c'è lui dietro so che posso stare tranquillo."

"Pensi che sia affidabile come il Falco?" Fece spallucce, come se quella domanda non gli importasse affatto.
"Se dovesse deludermi non esiterei ad ucciderlo." Poi il suo sguardo si fece più intenso, come se il pensiero di avere quel potere sulla vita degli altri scatenasse in lui una sorta di soddisfazione personale. "E gli farei pure un favore, quello è morto già tre anni fa, insieme alla puttana che l'ha messo al mondo."

Sebbene mi irritasse il fatto che stessero parlando di una situazione che mi riguardava come se non fossi lì a sentirli, quelle parole mi avevano stimolato la curiosità di saperne di più.

Liam, però, interruppe l'onda di quei pensieri, posizionandosi alle mie spalle per avvolgermi in un abbraccio di conforto.

Doveva aver capito quanto mi pesasse ascoltare quelle parole e accettare il fatto che ormai avevo completamente perso il controllo sulla mia vita, strappato via con la forza dal mio stesso sangue.

Quando finimmo entrambi fasciati dalla coperta in pile che si trascinava dietro, usò quel divisorio improvvisato per sussurrarmi all'orecchio: "Ti ho portato una cosa che ho trovato ieri agli stand in centro."

Alzai il mento per lasciare che i nostri sguardi si incrociassero.
"È un altro disco?"
"Edizione limitata." Mi imposi di non mettermi a strillare per la felicità, mentre mi sporgevo sulle punte per scoccargli un bacio sulla guancia.

Lui sollevò la testa per rivolgersi a Walt: "Te la rubo per due minuti." Poi mi spinse su per le scale. Nella sua stanza aprì un cassetto da cui tirò fuori un CD musicale insieme a due piccoli pacchetti.

"Altri regali?" La sue labbra si aprirono in un sorriso compiaciuto.
"Quello che ogni donna dovrebbe avere nella propria borsetta: un rossetto rosso, la migliore annata dei Black Veil Brides e un coltellino a scatto."

La carta vincenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora