4- Epilogo

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Sdraiato sull’erba del ponte, si godeva i raggi del sole, che quel giorno rendeva il clima parecchio caldo.

Accanto a lui, sul suo sdraio posto sotto l’ombrellone, Nami sorseggiava un fresco drink alla frutta.

Nelle sue condizioni, non era conveniente prendersi un’insolazione.

Aprì l’occhio sano, facendolo scorrere lo sguardo sul suo corpo avvolto solo da un leggero vestitino che lasciava poco all’immaginazione.

Era passato quasi un anno da quella notte, ma ancora si stupiva ogni volta che la guardava, riscoprendola sempre più bella.

Anche adesso, con quel pancione, conservava tutta la sua sensualità, accentuandola per quanto fosse possibile.

Si soffermò proprio sul suo ventre rigonfio, che racchiudeva il frutto del loro amore.

Sorrise, ricordando la conversazione avuta quella notte.

“ - Nella posizione in cui eravamo non sarebbe successo nulla, è uscito tutto-

- Non so se te ne sei accorto, Roronoa, ma ho il tuo gingillo premuto contro l’utero! Non penso che “non accadrà nulla”…-

- C-credi c-che…avrei dovuto…uscire prima…?-

 

Un mese dopo avevano saputo che sarebbe stato meglio fermarsi prima.

La ciurma aveva accolto con gioia la notizia (escluso il cuoco), loro un po’ meno.

Come promesso, però, si era assunto le sue responsabilità, e ora era pronto per diventare padre.

Come regalo di compleanno, stavolta, Nami gli avrebbe dato un figlio.

O una “principessina”, come sosteneva lei.

In realtà non gli importava quale fosse il sesso del bambino, lo avrebbe amato comunque e gli avrebbe insegnato ad essere uno spadaccino di tutto rispetto.

- Tua figlia è insopportabile oggi…- la sentì lamentarsi.

- Perché?- si riscosse dai suoi pensieri.

- Non fa altro che scalciare!-

- Allora avrà preso da sua madre!- ghignò.

- Certo! Se avesse preso da suo padre sarebbe un vegetale che dorme ventiquattr’ore al giorno!-

- Per forza, la mamma mi tiene sveglio tutta la notte…- ammiccò.

- Come se ti dispiacesse!- mise il broncio.

Non erano cambiati per niente, nemmeno ora che le loro responsabilità si erano triplicate.

Eppure, dentro di lui sentiva di non essere più lo stesso, in qualche modo.

La corazza che si era costruito era stata scalfita, proprio nel momento in cui quella notte di otto mesi fa si era concesso quella “piccante distrazione”.

ANGOLO DELL’AUTORE

Bene, eccoci arrivati alla fine! Questo è stato l’epilogo con cui ho voluto finire la storia. Mi sembrava più adeguato che finirla semplicemente con loro che si addormentano, così ho pensato di metterci un mezzo un bebè!

Spero che questa storia vi sia piaciuta anche solo un pochino!

Baci

Place

Piccante DistrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora