(Scusatemi davvero perchè ci ho messo anni a postare😔 spero che vi piaccia❤️)
Il mio nome è Devonne Green. Il Distretto 13 era quello che fino a una settimana fa consideravo casa mia. Ora è andato distrutto, o almeno è quello che vogliono fare credere a tutti: in realtà qualcuno è rimasto là a vivere sottoterra e a cercare di andare avanti. La mia famiglia non ce l'ha fatta, per la povertà e la presenza incessante di ricordi che riempivano l'aria e ci soffocavano. Non ce ne siamo neanche resi conto, di quello che era successo: stavamo cenando e la radio ha cominciato a far sentire il fastidioso inno di Capitol City. La voce di Snow ha parlato della guerra e di tutte le angherie successe con la rivolta, ha parlato inoltre di questi giochi, gli Hunger Games. Un tributo femmina e un maschio per ogni Distretto (escluso il 13 che è stato "distrutto") verrà estratto in una sorta di Mietitura e andrà in uno strano posto, l'Arena, a combattere con altri ragazzi di cui 23 non ne usciranno vivi. Uno, il vincitore, sarà ricoperto di gloria e ricchezze. Fine della storia, o di quello che ho capito io. Penso che siano una merda questi giochi e mi auguro di non essere estratta.
Quando le bombe di Capitol hanno distrutto tutto quello che avevamo degli "amici segreti" di mio fratello Richard ci hanno invitato a trasferirci da loro nel Distretto 11. Richard è sempre stato il tipo "da ribellione", ora ha 19 anni quindi non potrebbe essere estratto per i giochi ma sicuramente se fosse stato estratto la prima cosa che farebbe una volta alle interviste sarebbe mandarli tutti a fanculo. L'altro mio fratello Dylan è più il tipo da studio e da cose progettate. Ha 13 anni e io mi sento molto protettiva verso di lui: andrei volontaria al suo posto se fossimo dello stesso sesso.
Ora siamo nell'11: la vita è monotona, devo sempre lavorare nei campi moltissime ore al giorno, tornare a casa e aiutare mia mamma a cercare di preparare qualcosa di consistente per cena. Qualcosa che non abbiamo. Non abbiamo neanche un posto comodo per dormire, mia madre e mio padre sono strizzati in un letto a una piazza dal materasso scomodo mentre io e Dylan condividiamo un buco di divano coprendoci con una logora coperta. Richard vive da quei suoi amici ma la sera ci fa visita qualche volta portando del pane stantio, rubato probabilmente. Nonostante questo tiriamo avanti con quel briciolo di allegria che ci è rimasto per il semplice fatto di essere ancora insieme, uniti, anche se abbiamo perso tutto.
Ma domani è il giorno della prima Mietitura della storia. Non so cosa può accadere."Su tesoro svegliati" mia mamma mi accarezza la guancia dolcemente e io la guardo, la paura e la disperazione hanno modificato certamente il suo aspetto ma la sua bellezza è ancora evidente: i suoi capelli sono di un castano ancora vivo, acceso come i miei e i suoi occhi sono i più belli che io abbia mai visto, non sono ne azzurri ne verdi, sono di più. "Mamma. Ho paura" una ruga di preoccupazione compare sulla sua fronte. "Anche io".
Mi stiracchio un po' e noto che Dylan non c'è così urlo il suo nome. Ecco che compare vestito molto elegantemente, la camicia bianca splendente abbinata a dei vecchi pantaloni di Richi risalenti ai bei tempi 'migliori'. Io ora ho 15 anni quindi secondo le regole del 13 non potrei legare i capelli ma qua sono nell'11 quindi dopo essermeli legata in una crocchia domando a mia mamma che vestito indosserò. Lei mi accompagna nella sua 'camera'e appeso alla finestra c'è un bellissimo abito verde con decori celesti. "Si abbina ai tuoi occhi" mi sussurra mia madre. "Ma mamma, come avete fatto a comprarlo? È bellissimo!" la vedo sorridere in modo malinconico e noto che il suo collo è nudo, la sua immancabile collana di smeraldi cimelio di famiglia non c'è. Scoppio a piangere di gioia e tristezza e la abbraccio a lungo: "ti voglio tanto bene mamma". "anche io".
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The first Hunger Games [INTERROTTA]
FanficLa guerra è appena terminata. Il distretto 13 è stato distrutto. Niente è più come prima. Gli abitanti di Panem sanno che gli succederà qualcosa ma non si immaginano, non sanno, non sono pronti a quello che gli accadrà. "Signori e signore. Che i 1º...